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Palazzo senza luce: la Guzzanti fa un film sul gesto del cardinale Krajewski

Konrad Krajewski

Reprodução

Mons. Konrad Krajewski, Elemosiniere Apostolico. È stato il braccio destro del Papa per realizzare la “rivoluzione” a favore dei senzatetto della sua diocesi, Roma. È responsabile dell'installazione di un centro di accoglienza, delle docce, del barbiere e della lavanderia per chi non ha dimora e vive nei dintorni del Vaticano. È chiamato fin d'ora il “cardinale dei poveri”.

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 06/09/21

Si chiama Spin Time e dal 16 settembre è nei cinema. “Quando hanno staccato la luce, l’hanno fatto per cacciarli via e mandarli in mezzo alla strada, quindi quando il Cardinale gliel'ha riattaccata ha impedito che 180 famiglie con bambini, anziani e malati finissero letteralmente per strada”

Il nuovo film di Sabina Guzzanti ha come protagonista un cardinale. Ma non è sarcastico sulla Chiesa e i suoi vizi.

E’ un gesto rivoluzionario il tema di questa pellicola: a compierlo nel 2019 l’Elemosiniere del Papa, il Cardinale Konrad Krajewski.

Konrad Krajewski

Il palazzo occupato

C’è un palazzo nel centro di Roma, in zona San Giovanni, diciassettemila metri quadri occupati, diventato improvvisamente notizia sulle televisioni di tutto il mondo quando nel 2019 l’Elemosiniere del Papa, decise arbitrariamente di riattivare la luce alle 180 famiglie rimaste da una settimana al buio. Sabina Guzzanti è partita di lì per il suo film Spin Time – Che fatica la democrazia, alle Giornate degli autori e dal 16 settembre in sala con una tournée della stessa regista. 

I turni di pulizia dei luoghi comuni, le infuocate assemblee degli occupanti, le manifestazioni per il diritto alla casa, il complicato rapporto con il gruppo che organizza gli eventi teatrali, le scuole di musica e danza, le serate di musica elettronica al centro delle polemiche (La Repubblica, 3 settembre).

elemosiniere apostolico roma
Lo Spin Time l’11 maggio, alle ore 22, dopo il riallaccio della luce

Il gesto del cardinale

Sabina Guzzanti racconta come è nata l’idea di fare un film sul gesto del cardinale Krajewski: «Quando hanno staccato la luce, l’hanno fatto per cacciarli via e mandarli in mezzo alla strada, quindi quando il Cardinale gliel’ha riattaccata ha impedito che 180 famiglie con bambini, anziani e malati finissero letteralmente per strada. Qualcuno di loro mi ha raccontato l’esperienza di dormire per strada, chi non l’ha provata non può immaginarla, è qualcosa di terribile che non deve accadere. Non capisco come le destre, che si battono tanto per il decoro, possano considerare decorose le persone che avevano trovato una sistemazione e poi vengono costrette a vivere per strada a San Giovanni».

“Una decisione improvvisa”

La decisione di fare un film sul gesto del cardinale Krajewski «è stata improvvisa come spesso mi capita quando comincio a girare, ho preso la telecamera e ho iniziato a girare. La sera prima ero stata al Palazzo insieme ad altri artisti per portare solidarietà quando ancora non c’era la luce, lì avevo conosciuto la regista greca Christina Zoniuo, che fa teatro sociale, il teatro dell’oppresso, e il giorno dopo c’è stato il miracolo della luce. L’ho preso come un segno che si dovesse fare il film, la prima ripresa è stata il momento di massima festa quando era appena tornata la luce».

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