Migliaia di esperti mondiali reclamano azioni rapide e radicali che provochino punti di inflessioni climatici
I “messaggi” che ci sta dando la natura (le inondazioni in Belgio e Germania, l’ondata di caldo in Canada…) sono molto chiari, e “il peggio deve ancora arrivare”. Lo dice il teologo della liberazione Leonardo Boff in un articolo recente sul portale di SIGNIS:
“Non fermando il riscaldamento planetario e non cambiando paradigma nei confronti della natura, conosceremo giorni peggiori. Se non riusciamo più a fermare l’aumento del riscaldamento globale, con la scienza e la tecnica che possediamo, possiamo quantomeno mitigare i suoi effetti deleteri e salvare più che possiamo dell’immensa biodiversità del pianeta”.
Con questo controverso teologo brasiliano concordano più di 14.000 esperti mondiali, che da un paio d’anni chiedono una dichiarazione di emergenza climatica mondiale.
Ora avvertono i Governi di tutto il pianeta del fatto che i “segnali vitali” della Terra si stanno “indebolendo”, e che questo ci avvicina a “punti di non ritorno” climatici.
Contro gli avvertimenti non ci sono inganni

Di fronte alle grandi inondazioni che si stanno verificando in Europa e in Cina, gli esperti mondiali hanno scritto un comunicato mercoledì 28 luglio.
Il rapporto è stato pubblicato sulla rivista BioScience del mese di luglio, e vi si afferma che i Governi di tutto il mondo, soprattutto quelli dei Paesi più potenti, “hanno fallito al momento di affrontare le cause dei cambiamenti climatici”, cosa che ha portato a uno “sfruttamento eccessivo” della Terra, lasciandola letteralmente esangue.
L’avvertimento non fa parte di una crociata ideologica o di radice politica. Gli scienziati che collaborano a questa alleanza mondiale segnalano che dei 31 “segnali vitali” del pianeta, che includono le emissioni di gas di effetto serra, lo spessore dei ghiacciai o la deforestazione, 18 “hanno già raggiunto livelli record preoccupanti”.