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La prima vetrata che ritrae Carlo Acutis in jeans e scarpe da ginnastica

CARLO ACUTIS

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Violeta Tejera - pubblicato il 03/08/21

Questa rappresentazione del beato Carlo Acutis in una chiesa italiana ci ricorda che la santità più vicina di quanto pensiamo

La chiesa di San Giuseppe a Molfetta, in Puglia, ha installato la sua prima vetrata che raffigura il beato Carlo Acutis, il 15enne beatificato il 10 ottobre 2020 da Papa Francesco.

La sua immagine – in jeans e scarpe da ginnastica – si scontra con le vetrate tradizionali a cui siamo abituati, e mostra che la santità è più vicina di quanto pensiamo.

La vetrata, inaugurata a maggio dal vescovo Domenico Cornacchia, raffigura il giovane Carlo che cammina in jeans, scarpe da ginnastica, un giacchetto rosso e uno zaino. Sorride, e la sua espressione mostra gioia e affabilità. È subito riconoscibile da chi ha familiarità con le fotografie del ragazzo.

Colpisce vedere un’immagine simile che decora una chiesa, perché siamo abituati a vetrate con tradizionali decorazioni colorate che includono forme geometriche, animali o le immagini della Vergine, dei santi o di Gesù.

Non si è mai vista l’immagine di un adolescente contemporaneo, un beato che ha trasmesso il Vangelo attraverso i social media. Questa rappresentazione di Carlo Acutis ci ricorda che la santità è più vicina di quello che pensiamo.

Circondato da grandi santi

La chiesa di San Giuseppe a Molfetta è a pianta latina, con una navata su ogni lato. Ha quattro cappelle. La chiesa contiene immagini di santi e beati che hanno incarnato il messaggio salesiano, commissionate all’artista Maria Bonaduce. Le vetrate sono realizzate con vetri colorati soffiati a bocca in stile tradizionale.

Le vetrate delle cappelle a sinistra rappresentano tre santi: San Filippo Neri, San Francesco di Sales e San Giovanni Bosco. Le cappelle a destra rappresentano invece Carlo Acutis, Chiara Badano e Pier Giorgo Frassati.

Carlo Acutis viene rappresentato mentre percorre un cammino curvo, a indicare il suo percorso doloroso. Indossa uno zaino in cui tiene un computer, lo strumento attraverso il quale offriva la sua testimonianza, ed è illuminato dall’Eucaristia, che lo guida come un sole.

Un santo contemporaneo

Carlo è morto di leucemia nel 2006. Era un grande fan dei videogiochi, e aveva creato un sito in cui promuoveva i miracoli eucaristici. È stato beatificato ad Assisi.

Si dice che abbia guarito miracolosamente un bambino brasiliano che soffriva di una malformazione congenita al pancreas.

Papa Francesco lo ha menzionato il 25 marzo scorso nella sua esortazione apostolica post-sinodale Christus Vivit, in cui ha scritto:

“Egli sapeva molto bene che questi meccanismi della comunicazione, della pubblicità e delle reti sociali possono essere utilizzati per farci diventare soggetti addormentati, dipendenti dal consumo e dalle novità che possiamo comprare, ossessionati dal tempo libero, chiusi nella negatività. Lui però ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza”.

L’influencer di Dio

Come mostra la sua immagine sulla vetrata, Carlo Acutis ha anche un messaggio per i giovani. Nella mentalità contemporanea che ci invita a preoccuparci solo di noi stessi e ci incoraggia a soddisfare tutti i nostri desideri, Carlo dice che la felicità è guardare a Dio, e la tristezza guardare solo a se stessi.

“L’influencer di Dio”, com’è noto, ha usato le reti sociali per mandare un messaggio del tutto diverso da quello che veicolano in genere. “Perché la gente si preoccupa tanto della bellezza del suo corpo e non di quella della sua anima? Una vita è davvero splendida solo se arriviamo ad amare Dio al di sopra di tutto e il nostro prossimo come noi stessi”.

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