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L’Iran espelle un’anziana suora italiana che si prende cura dei lebbrosi da 26 anni

Religious rosary hanging on window with grate

Maurizio Abbate / Shutterstock.com

José Miguel Carrera - pubblicato il 16/06/21

Un'altra religiosa 77enne, che ha dedicato 38 anni ai malati iraniani, dovrà andarsene a breve

Vatican News ha pubblicato la triste notizia per cui la Repubblica Islamica dell’Iran ha espulso una suora italiana di 75 anni, suor Giuseppina Berti, che da più di 25 anni lavora con i malati di lebbra della città di Tabriz.

Ora in pensione, la suora viveva nella casa della congregazione delle Figlie della Carità a Isfahan, ma il suo visto non è stato rinnovato e ha ricevuto l’ordine di lasciare il Paese.

Un’altra religiosa anziana della congregazione, la suora austriaca Fabiola Weiss, di 77 anni, potrebbe subire lo stesso tipo di trattamento: dopo 38 anni di cura dei poveri e dei malati nello stesso istituto di Tabriz ha ottenuto il rinnovo del visto per un anno, ma non c’è alcuna garanzia del fatto che potrà rimanere in Iran dopo quella scadenza.

Le due religiose hanno dedicato la vita ai malati iraniani senza distinzione di religione o etnia. Oltre a lavorare accanto ai malati, le Figlie della Carità si dedicano da decenni anche all’educazione dei giovani a Isfahan. Si sono inoltre prese cura di centinaia di bambini polacchi rifugiati e orfani di guerra arrivati in Iran nel 1942, quando la Polonia era martirizzata dagli invasori nazisti.

La grande scuola che gestivano in città è stata però confiscata subito dopo la rivoluzione islamica del 1979. Attualmente, la casa delle religiose è considerata l’unica chiesa cattolica latina di Isfahan. La cappella, del 1939, è sede della parrocchia della Vergine Potente, nella quale si riesce a celebrare la Messa solo occasionalmente. Secondo Vatican News, le due suore che risiedono a Isfahan non hanno svolto alcuna attività esterna negli ultimi anni per evitare accuse di proselitismo.

Nel 2016, era già stata confiscata la casa dei Padri Lazzaristi in città.

Nel resto del Paese la situazione non è molto migliore. Nel 2019, anche all’amministratore patriarcale di Teheran dei Caldei, Ramzi Garmou, è stato impedito di rinnovare il visto di permanenza in Iran. In tutto il Paese esiste un’unica arcidiocesi latina, attualmente senza sacerdote e in attesa dell’arrivo del nuovo vescovo, monsignor Dominique Mathieu, nominato di recente. Ci sono anche una diocesi di tradizione armena, che ha solo il vescovo e nessun sacerdote, e due arcidiocesi di tradizione assiro-caldea, con un vescovo e quattro sacerdoti.

Quanto alle Figlie della Carità, operano in Iran con tre suore a Teheran e due a Isfahan, oltre a due laiche consacrate. Le due religiose di Isfahan sono appunto suor Giuseppina e suor Fabiola.

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