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15enne disabile scrive una lettera ispiratrice ai giovani stanchi della pandemia

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Photo Courtesy of Jonathan Bryan

Jonathan Bryan - pubblicato il 09/04/21

Condividete queste parole di Jonathan Bryan con tutti i bambini e gli adolescenti che conoscete

Jonathan Bryan è un ragazzo cristiano 15enne che vive nel Wiltshire, in Inghilterra. Nato con paralisi cerebrale, ha poco controllo sul suo corpo e non riesce a parlare, ma “parla” e scrive guardando le lettere dell’alfabeto attaccato a una lavagna Perspex. Usando questo metodo di comunicazione ha scritto un libro, Eye Can Write, e ha fondato un’organizzazione caritativa,Teach Us Too. Tra i suoi hobby ci sono la scrittura, la cucina, ascoltare musica classica e volare in varie parti del mondo con un simulatore di volo Microsoft.

Jonathan è un esempio di fede, speranza, gioia e gratitudine. Ha scritto questa lettera perché Aleteia la condividesse con altri giovani per incoraggiarli in questo periodo di pandemia.

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Cari Amici,

siamo la generazione che avrà trascorso la maggior proporzione della sua vita interessata dalla pandemia, e mentre i Paesi del mondo iniziano a emergere dagli effetti dei successivi lockdown, possiamo iniziare a pensare a come cambierà la nostra vita futura.

Prima di tutto, dobbiamo riandare all’anno trascorso, e pensare a dove abbiamo visto il dito di nostro Signore scrivere sulla trama della nostra vita.

Per me gli ultimi 12 mesi sono stati una sfida, visto che sono rimasto isolato e non sono stato in grado di andare a scuola, con i compiti ridotti a fogli noiosi e senza vedere i miei amici di persona per mesi, il che mi ha fatto sentire solo, ma mi hanno anche offerto grandi opportunità per imparare cose nuove su di me e sulla mia fede.

Durante il primo lockdown c’è stata grande incertezza, visto che il concetto di pandemia e le sue conseguenze erano nuovi e ignoti. Una delle cose più pericolose che ha attanagliato la gente era la paura. Ha invaso la nostra salute mentale e ha paralizzato la nostra capacità di vivere bene. Per questo, durante la primavera dello scorso anno ho deciso di scrivere qualcosa per cui ero grato ogni giorno, che ho postato su Twitter con l’hashtag #ThankfulNotFearful.

Jonathan Bryan

Non ero sicuro che sarei riuscito a trovare cose diverse per cui essere grato ogni giorno, soprattutto perché non accadeva molto, ma ho trovato questo esercizio una fonte di umiltà. I collegamenti con gli amici vicini e lontani con Zoom, cucinare con le mie sorelle e la bellezza della campagna in cui vivo facevano sì che alla fine della giornata avessi sempre molte cose delle quali essere grato tra cui scegliere. La bontà e la generosità di nostro Signore sono infinite.

Settembre ha visto tutti i miei amici tornare a scuola, mentre io rimanevo a casa senza lezioni online – di nuovo solo. Ora il rischio per me non era la paura, ma il risentimento. Il senso amaro di sentirmi fuori. Quando è arrivato l’inverno, era facile pensare sempre al periodo nel futuro in cui la vita avrebbe potuto essere più normale, quando l’inverno sarebbe diventato primavera.

Mi sono reso conto che voler ignorare il tempo che viviamo è perdere il valore e le lezioni che offre ogni stagione. La gioia risiede nel fatto di vivere il momento in cui ci troviamo, con il cuore aperto a nostro Signore, e con programmi privi di attività extra c’è più tempo per godersi lo stare insieme in famiglia: lunghe passeggiate, film serali e giochi da tavolo. L’inverno ha una bellezza unica.

Qualunque lezione abbiate imparato dal passato, possiamo testimoniare tutti la bontà costante e datrice di vita di nostro Signore, che ci guida nei momenti difficili con le Sue braccia amorevoli. Avendolo sperimentato nella giovinezza, saremo preparati a una vita piena di fiducia nel nostro Salvatore. Questa è la mia preghiera per voi.

Il vostro amato fratello in Gesù,

Jonathan

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