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Due case, una martire e le monache: la chiesa di Santa Susanna

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Yasonya | Shutterstock

Marinella Bandini - pubblicato il 13/03/21

Rivivi l’antica tradizione quaresimale dei cristiani di Roma. Alla scoperta delle “chiese stazionali”

Susanna morì martire dopo aver rifiutato di sposare il figlio dell’imperatore Diocleziano, per donarsi a Dio solo. Così narra la leggenda, che colloca il luogo del martirio nella sua stessa casa, vicino alle antiche Terme di Diocleziano. La chiesa di Santa Susanna sorge qui, almeno dal VI secolo. Un tempo, la chiesa era nota come “ad duas domus”, poiché sorgeva su due case: quelle di Gabino, padre di Susanna, e di Caio, poi diventato Papa e indicato come zio di Susanna.

La chiesa di Santa Susanna fu riedificata nel IX secolo e poi nel XV, ad opera di Sisto IV, e alla fine del XVI secolo dal cardinale Rusticucci, cardinale protettore dell’ordine cistercense, a cui proprio in quegli anni era stata concessa la chiesa. Ancora oggi, dopo alterne vicende, è retta dalle monache cistercensi.

La facciata della chiesa di Santa Susanna è di Carlo Maderno, le statue nelle nicchie rappresentano santa Susanna e Santa Felicita a fianco del portale, Gabino e Caio nell’ordine superiore.

Da diversi anni la chiesa di Santa Susanna è chiusa per restauri. Negli anni passati la stazione quaresimale è stata celebrata nella vicinissima chiesa di Santa Maria della Vittoria, celebre per l’“Estasi di Santa Teresa” di Bernini. Quest’anno la stazione quaresimale si svolgerà nella chiesa di San Camillo de Lellis, anch’essa nelle vicinanze.


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Chi si esalta sarà umiliato
e chi si umilia sarà esaltato
(Lc 18,14)

* In collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma

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