Tutto nasce con la conversione dell’imperatore Costantino e arriva fino a sua madre Elena
La liturgia tridentina della Chiesa ha definito san Michele come il porta-stendardo di Cristo. “Egli è, ella proclamava nella liturgia tridentina della liturgia delle ore nel giorno della sua festa, Quel vincitore che dispiega lo stendardo della salvezza, la Croce”.
Una leggenda dice che l’imperatore Costantino, fedele seguace del credo monoteistico del “Sol Invictus”, passò alla nuova confessione cristiana dopo la lotta con Massenzio. Durante quello scontro gli apparve nell’aria una croce luminosa che, gli assicurava la vittoria contro il numero preponderante di nemici. La croce recava questa scritta: “In hoc signo vinces”, cioè In questo segno vincerai.
San Michele l’Archistratega
Successivamente secondo la leggenda in un sogno fatto dall’imperatore Costantino, San Michele arcangelo si manifestò come il “Signore delle milizie celesti” ed il “Campione della dottrina della Chiesa”, attribuendo a sé stesso il merito del trionfo.
Da quel momento Costantino fu molto legato all’immagine dell’Archistratega, tanto che il tempio in onore di Vesta da lui fatto costruire nella città di Costantinopoli venne da lui stesso chiamato con il nome di “Michaelium” perché si credeva che lì si fosse mostrato San Michele.
Leggi anche:
Sapete qual è stata la prima basilica dedicata a San Michele?
Lo scudo con la croce di Cristo
Nell’opera d’arte “Trittico di San Michele” di Gerard David del 1510 circa e custodita al Kunsthistoriches Museum, lo scudo di San Michele porta l’immagine della Croce, lo stesso vessillo della resurrezione di Cristo, segno della vittoria sulla morte e sul male. La lancia di San Michele, l’arma con cui combatte e sconfigge il demonio è una croce astile: un raro ma significativo motivo iconografico.
Sotto i piedi dell’Arcangelo una serie di figure mostruose rappresentano il demonio e il male che esso porta nel mondo. Sullo sfondo le schiere dell’esercito celeste comandato da San Michele combattono contro gli angeli ribelli, gli angeli del diavolo e li precipitano a terra.
La croce di Cristo
Afferma un teologo domenicano:
“Il principio fondamentale della vittoria su satana è la croce di Cristo per la potenza dello Spirito e l’intercessione della Madonna. Ma la forza che immediatamente viene applicata, il potere, per così dire esecutivo di Cristo e della sua Santissima Madre è, come satana, una creatura angelica. E – secondo la Tradizione cristiana – il capo di tutti gli angeli sani e fedeli a Dio: San Michele Arcangelo”.
“Il culto verso questa creatura angelica, santa e sublime, è antichissimo, comune alla Chiesa Occidentale e a quella Orientale. Tale culto ha recentemente subito un notevole declino proprio in concomitanza – non è un caso – con la diminuita importanza che si dà alla lotta contro il demonio. Ma ciò non giova affatto ad un vero progresso né in campo ecclesiale né in quello della vita interiore delle singole anime”. (G. CAVALCOLI, La buona battaglia, Edizioni Studio Domenicano, Bologna 1986, p. 55).
Leggi anche:
San Michele avrà il ruolo più delicato nel “Giorno del Giudizio”
Elena ispirata da San Michele
San Michele è quindi l’angelo della Croce. Come già abbiamo notato, egli la mostrò in visione a Costantino che divenne il primo imperatore cristiano. La Tradizione crede, in effetti, che sia stato san Michele che venne a presentare il Labarum a Costantino ed alle sue truppe.
Sempre secondo la leggenda sarebbe su sua ispirazione che la madre dell’imperatore, santa Elena trovò il posto del legno sacro, e fu col suo aiuto che più tardi l’imperatore Eraclio trionfò sui Persiani e poté recuperare la vera Croce caduta nelle loro mani.
Leggi anche:
Cosa è stato della Santa Croce su cui è morto Gesù?