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Iraq: la statua della Madonna sulla chiesa di Qaraqosh è un segno di speranza

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Cortesia Padre Karam Qasha

Aiuto alla Chiesa che Soffre - pubblicato il 12/02/21

All'inizio di marzo, quando arriverà nella zona per l'annunciata visita in Iraq, Papa Francesco visiterà questo tempio

È un momento simbolico per la comunità cristiana locale. Quando, l’11 gennaio, sul campanile della chiesa siro-cattolica di Qaraqosh (Iraq) è stata collocata un’immagine della Madonna distrutta nel periodo in cui la regione era occupata dai gruppi jihadisti, i cristiani hanno sentito che in qualche modo era un nuovo inizio, che si stava restituendo alla comunità religiosa uno dei suoi simboli principali.


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Maria Tutta Pura

La chiesa, dedicata a Maria “al-Tahira” – tutta pura –, è stata saccheggiata e distrutta dai terroristi legati al cosiddetto Stato Islamico, ed è stata usata anche come campo da tiro e deposito di armi. La collocazione dell’immagine della Vergine sulla chiesa viene vista come un segno di vitalità della comunità cristiana locale, che a poco a poco sta tornando nelle proprie case nella Piana di Ninive, anche grazie all’aiuto della Fondazione ACS.

All’inizio di marzo, quando sarà nella regione per l’annunciata visita in Iraq, è previsto che il Santo Padre Francesco visiti questa chiesa. Di recente, la Fondazione ACS ha parlato con tre cristiani che vivono in questa città situata a 32 chilometri a ovest di Mosul, cercando di capire quale sia l’importanza del viaggio del Pontefice e quali luoghi vorrebbero che visitasse.


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Simbolo

La chiesa di al-Tahira, come simbolo del patrimonio religioso distrutto dagli jihadisti a Qaraqosh, è stata citata praticamente da tutti, essendo importante sottolineare la portata della violenza che si è abbattuta su questa comunità religiosa quando la zona è stata occupata dai terroristi all’inizio dell’agosto 2014.

Per Rooney Baqtar, ingegnere di 42 anni, sarebbe importante che il Papa visitasse “le chiese che sono state date alle fiamme, per poter constatare la distruzione provocata dagli jihadisti in questa città”. Padre Ammar Yako, sacerdote siro-cattolico di 44 anni, dice che “adorerebbe” che Papa Francesco “visitasse la chiesa di Al-Tahira, perché è un simbolo e una ricca eredità culturale” della città. “Questa chiesa è la madre, la casa e l’eredità di ciascuno degli abitanti”.

Eredità

Un’eredità storica che, dice padre Yako, fa parte della vita di tutti i cristiani locali. “I nostri antenati hanno costruito questa chiesa, e tutti noi sentiamo di farne parte… Saremmo ovviamente felici se il Papa visitasse molti luoghi diversi – chiese, monasteri e case tradizionali –, e anche se potesse incontrare tutte le persone che desiderano vederlo”.

Fadi Saqat, 27 anni, coordinatore dei progetti della Fondazione ACS nella Piana di Ninive, ha sottolineato che sarebbe importante che il Papa vedesse “com’è stato distrutto” il patrimonio locale da parte degli jihadisti, e come le persone “hanno lavorato duramente di recente per ricostruirlo”.

Per tutti, l’aspetto più importante sarà sicuramente l’incoraggiamento che il Papa trasmetterà ai cristiani che vivono nella città di Qaraqosh e in tutta la regione. “La visita del Papa in Iraq ci solleverà l’animo e il morale più di qualsiasi altra cosa”, dice Saqat. “Tutti gli occhi del mondo saranno” concentrati sul Papa.

“E così il mondo saprà cos’è successo a questa città. La terribile distruzione e la pulizia etnica forzata… La sua visita significa che non siamo soli e che ci sono persone che pregano per noi. Questo ci darà nuova speranza e coraggio per perseverare qui nella nostra terra, e per non abbandonarla”, ha aggiunto.

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