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Ci sono ancora conversioni repentine come quella di San Paolo?

STORM

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Aleteia - pubblicato il 27/01/21

Molti hanno ancora esperienze sconvolgenti che fanno incontrare Cristo in modo folgorante

San Paolo è rimasto “folgorato” da un’apparizione di Cristo sulla via di Damasco. Questa esperienza mistica ha trasformato uno dei più accaniti persecutori dei cristiani in un ardente e infaticabile apostolo di Cristo.

Negli Atti degli Apostoli, quinto libro del Nuovo Testamento, l’episodio della conversione di Paolo figura tre volte, soprattutto al capitolo 9:

“Saulo, sempre spirante minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote, e gli chiese delle lettere per le sinagoghe di Damasco affinché, se avesse trovato dei seguaci della Via, uomini e donne, li potesse condurre legati a Gerusalemme. E durante il viaggio, mentre si avvicinava a Damasco, avvenne che, d’improvviso, sfolgorò intorno a lui una luce dal cielo…” (Atti 9, 1 segg.).

Paolo-Saulo era un ebreo istruito e al contempo cittadino romano. Aveva studiato a Gerusalemme e aveva ascoltato dei predicatori parlare di un uomo chiamato Gesù, crocifisso dai Romani alcuni anni prima.

Da persecutore a evangelizzatore

Siamo nell’anno 34 della nostra era, nel pieno della persecuzione della Chiesa delle origini. Saulo ottiene dal Sinedrio (il tribunale ebraico con sede nel Tempio) la missione di perseguitare i cristiani della Siria. Sulla via che porta a Damasco avrà luogo la sua “caduta” capitale (Atti 9, 1 segg.).

“Caduto in terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» Egli domandò: «Chi sei, Signore?» E il Signore: «Io sono Gesù, che tu perseguiti. Àlzati, entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare»” (Atti 9, 4 segg.).

Paolo si rialza, ma esce da quell’incontro momentaneamente cieco. Tre giorni dopo, a Damasco, viene curato da un discepolo, Anania, si converte al cristianesimo e si fa battezzare.

“Va’, perché egli è uno strumento che ho scelto per portare il mio nome davanti ai popoli, ai re, e ai figli d’Israele; perché io gli mostrerò quanto debba soffrire per il mio nome”, aveva detto il Signore ad Anania in una visione per vincere la sua reticenza a battezzare il grande persecutore.

Ed è questo che farà Paolo da quel momento in poi, con uno zelo maggiore di quello che aveva avuto per perseguitare, suscitando adesione o rifiuto, mettendo in pericolo la sua vita. Inizia a predicare nelle sinagoghe che Gesù è il Figlio di Dio.

Tutti coloro che lo ascoltavano rimanevano sorpresi e dicevano: “Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua con lo scopo di condurli incatenati ai capi dei sacerdoti?” (Atti 9, 21).

Esperienze mistiche

La via di Damasco non è sicuramente la strada più abituale verso Dio, ma questo tipo di esperienza non è poi così raro.

Anche al giorno d’oggi molte persone che dicevano di non credere o di credere molto poco possono testimoniare esperienze mistiche repentine che le hanno trasformate profondamente.

La conversione repentina può presentarsi in tutte le situazioni e gli stati di vita. Paul Claudel nel 1886, André Frossard nel 1935, o Bruno Cornacchiola nel 1947 ne sono degli esempi celebri.

André Frossard (1915-1995), appartenente a un contesto socio-culturale molto lontano dalla fede cattolica (suo padre era uno dei fondatori storici del Partito Comunista francese), varcò la soglia della cappella delle Figlie dell’Adorazione di Parigi e si convertì all’istante, non per una visione, ma grazie a uno sguardo nuovo sul mondo e su se stesso.

Scrisse allora una testimonianza che resta nella memoria: “Dio esiste, io l’ho trovato”.

La conversione di Paul Claudel (1868-1995) alla fine del XIX secolo ebbe luogo dietro uno dei pilastri di Notre-Dame di Parigi un giorno di Natale. Il futuro diplomatico e poeta non nutriva alcuna ostilità nei confronti del cattolicesimo; in qualche modo, si era preparato – umanamente – a una simile conversione.

Apparizioni

Totalmente imprevedibile è stata invece la conversione di Bruno Cornacchiola (1913-2001), un protestante estremista che odiava la Chiesa e il Papa (che aveva anche progettato di uccidere), che vide la Madonna nei dintorni dell’abbazia trappista alle Tre Fontane, a Roma.

Era l’aprile 1947. Bruno era a passeggio con i suoi figli. Mentre lui cercava di scrivere un duro articolo contro la Vergine Maria, i bambini si allontanarono, e lui li trovò davanti all’ingresso di una grotta, con le mani giunte, pallidi e in estasi, con lo sguardo rivolto all’interno della grotta. “Bella Signora… Bella Signora”, chiamavano.

Bruno, prima arrabbiato e poi afflitto, finì per entrare nella grotta, e inginocchiatosi si mise a chiamare a sua volta: “Bella Signora… Bella Signora”.

Davanti a lui si delineò la figura di una donna giovane, avvolta nello splendore di una luce dorata. Affascinato da quello che aveva visto, anche Bruno cadde in estasi.

La Vergine si mise a parlare con lui, o meglio gli ordinò dolcemente: “Tu mi perseguiti. Adesso basta! Entra nel santo ovile. […] Ciascuno reciti il Rosario quotidiano per la conversione dei peccatori, degli increduli e per l’unità dei cristiani”.

“In questa grotta mi è apparsa la Madre divina. Mi ha invitato amorevolmente a rientrare nella Chiesa cattolica, apostolica e romana”, incise Bruno sulla roccia della grotta quello stesso giorno.

Bruno ebbe altre apparizioni, una in presenza di un sacerdote l’anno successivo. Da quel momento la sua conversione fu irrefrenabile, e tra mille vicissitudini andò a Roma a chiedere perdono a Papa Pio XII per aver pensato di ucciderlo.

Circa trent’anni dopo, nel 1978, ha incontrato Giovanni Paolo II, che gli ha detto: “Tu hai visto la Madre di Dio, ora devi essere santo!”

Riconoscere il Messia

Questo tipo di conversioni è vissuto anche da ebrei che spesso continuano ad essere tali ma dopo rivelazioni speciali riconoscono in Gesù il Salvatore che aspetta Israele.

Al giorno d’oggi in Israele ci sono ebrei che mantengono la propria identità ebraica ma riconoscono Gesù Cristo come il Messia di Israele. Vengono chiamati “ebrei messianici”.

La loro conversione si verifica spesso in modo carismatico, per apparizioni, rivelazioni o visioni private, a immagine di quanto accaduto nel passato a molte personalità ebraiche di spicco.

Israel Zoller (1881-1956), ad esempio, era ebreo di nascita, di origine polacca, gran rabbino di Trieste e poi di Roma durante la II Guerra Mondiale, nonché docente di Esegesi biblica all’Università di Padova.

Cristo gli apparve all’improvviso nell’ottobre 1944, quando si trovava all’interno della grande sinagoga romana nel giorno dello Yom Kippour.

Israel si convertì al cattolicesimo a 65 anni e prese il nome di “Eugenio Pio” come omaggio a Papa Pio XII per la sua opera a favore degli ebrei di Roma durante la II Guerra Mondiale.

Un altro convertito, Alfonso Ratisbonne (1814-1884), un giovane ebreo di tendenze ateiste di metà del XIX secolo, ebbe una visione della Vergine Maria entrando in una chiesa di Roma. La Madonna gli si presentò con le mani aperte e tese, facendogli segno di inginocchiarsi.

“La Vergine sembrava dirmi: va tutto bene! Non mi parlò, ma io capii tutto”, scrisse in seguito.

Subito dopo, il giovane decise di convertirsi al cattolicesimo, aggiungendo “Maria” al suo nome.

Entrò nella Compagnia di Gesù nel giugno 1842 e ricevette l’ordinazione sacerdotale nel 1848. Si stabilì poi in Palestina, dove consacrò la sua vita al catecumenato di convertiti di origine ebraica.

“Che non debba diventare cristiano”

Lo statunitense di origine ebraica Roy Schoeman, nato nel 1951 in una famiglia che era fuggita dalla Germania nazista, è un altro caso di conversione improvvisa, come spiega nel suo libro-testimonianza Le salut vient des juifs [La salvezza viene dagli ebrei, n.d.t].

“Durante una lunga passeggiata nella natura ho ricevuto la grazia più eccezionale della mia vita […]. Mi sono trovato in modo consapevole e materiale alla presenza di Dio. Quel giorno ho visto la mia vita esposta davanti a me, tutto quello che mi rendeva felice e tutto quello di cui mi pentivo. Ho saputo in un istante che l’obiettivo della mia vita era amare e servire il mio Signore e il mio Dio”, ha scritto.

“Il nome di quel Dio che mi si è rivelato, senso e obiettivo della mia vita, non lo concepivo come il Dio dell’Antico Testamento che immaginavo dall’infanzia. Ho chiesto di conoscere il Suo nome, per sapere quale religione mi avrebbe permesso di servirlo e adorarlo”.

Roy Schoeman ha chiesto al Signore di fargli conoscere il Suo nome, ma a una condizione: che non fosse Cristo e non dovesse diventare cristiano.

Un anno dopo, però, ha ricevuto in sogno “la seconda grazia più grande” della sua vita. Lui che diceva di non sapere molto del cristianesimo e di non nutrire una speciale simpatia per questo, si è svegliato “perdutamente innamorato della beata Vergine Maria” e senza desiderare “altro che diventare totalmente cristiano”.

Per saperne di più, si può ascoltare la lettura di un frammento del suo libro Le Miel du rocher, seize témoignages d’accomplissement de la foi d’Israël dans le Christ [Il miele della roccia, sedici testimonianze di compimento della fede di Israele in Cristo, n.d.t], pubblicato dalle edizioni François-Xavier de Guibert nel 2008.

Anche musulmani

Ci sono anche musulmani che vivono conversioni, ma spesso si vedono costretti a mantenere un atteggiamento discreto.

Joseph Fadelle è l’autore della toccante opera Le prix à payer [Il prezzo da pagare, n.d.t]. Questo iracheno convertito dall’islam al cristianesimo è rifugiato in Francia e deve nascondersi per evitare che venga messa in atto la fatwa pronunciata contro di lui.

Il suo vero nome è Mohammed al-Sayyid al-Moussaou, ed è nato in una delle più importanti famiglie dell’aristocrazia sciita dell’Iraq, discendente dall’imam Ali, cugino del Profeta.

Nel 1987, durante il servizio militare, ha incontrato Massoud, un cristiano con cui ha parlato di cristianesimo e islam.

Poi, spiega, una notte ha fatto un sogno destabilizzante: un uomo vestito di bianco, dall’altro lato di un ruscello, gli tendeva la mano e gli diceva: “Io sono il pane di vita”. Scosso, ha aperto la Bibbia di Massoud; rimasto colpito da quello ha letto, l’ha letteralmente divorata e si è convertito.

Con sua moglie, anche lei convertita, è arrivato con difficoltà a integrarsi nella Chiesa irachena. Dopo essere stato incarcerato, picchiato, frustato e torturato dalla sua stessa famiglia, ha dovuto fuggire dopo un tentato omicidio da parte di suo fratello.

Un altro caso di conversione imprevedibile è quello dell’egiziana Nahed Mahmoud Metwalli, che perseguitava i cristiani e le cristiane dal suo ruolo di vicedirettrice della principale istituzione per l’insegnamento per bambine del Cairo (4.000 allieve), nel quartiere di Zeitoun, non lontano dalla basilica edificata dopo le apparizioni mariane del 1968-69.

“Le perseguitavo e le trattavo con estrema severità”, ha confessato in un messaggio indirizzato dal suo esilio in Olanda a tutti i musulmani del Paese, in cui rivendica il diritto alla libertà di coscienza.

Il persecutore, perseguitato

“Credevo che fosse mio dovere agire in quel modo, fino al giorno in cui ho incontrato il Signore Gesù. Mi si è rivelato e Gli ho donato la mia vita, a causa dell’immensità della Sua tenerezza e del Suo amore. Ho abbandonato il mio Paese, la mia famiglia e tutto a causa di Cristo e della testimonianza per il Nome di Cristo”, ha aggiunto.

È stata una nuova segretaria, cristiana, ad aprirle gli occhi grazie al suo comportamento esemplare.

Un giorno, mentre stava parlando con lei in ufficio, ironizzando sull’immagine di Maria che portava su una medaglietta, le due donne hanno visto apparire davanti a loro la Santissima Vergine, vestita di blu con un velo, una visione alla quale ne è seguita un’altra in un altro giorno, stavolta di Cristo stesso, che ha detto a Nahed: “Resta in pace, avrai una missione che ti verrà rivelata al momento dovuto”.

Nahed ci ha messo un po’ per comprendere quello che aveva visto, ma la sua conversione era ormai iniziata, e il suo comportamento persecutorio è cambiato completamente, fino alla conversione totale, sigillata dal Battesimo, il 30 novembre 1988.

La persecutrice è diventata allora oggetto di persecuzione nel suo Paese, subendo vari tentativi di sequestro, e ha finito per rifugiarsi in Europa, dove si è consacrata all’evangelizzazione.

Per sapere di più sulla vicenda di Nahed Mahmoud Metwalli, si può leggere il libro Ma rencontre avec le Christ [Il mio incontro con Cristo, n.d.t.], tradotto dall’arabo al francese e pubblicato da François-Xavier de Guibert.

Anche l’esperienza di Jean-Marc Potdevin fa parte di quegli incontri sorprendenti che Cristo offre a volte a persone che sembrano non aspettarselo ma sono disposte a ambiare vita dal momento in cui la luce di Cristo si manifesta loro.

Una testimonianza

Offriamo di seguito alcuni estratti della testimonianza di Jean-Marc Potdevin, business angel, ingegnere, milionario, ex CTO di Kelkoo, ex vicepresidente di Yahoo! Europa, sposato con 4 figli, sportivo, avventuroso, iperattivo e cristiano tiepido e poco convinto finché non ha vissuto un incontro che gli ha cambiato la vita.

Come ha incontrato nuovamente Dio?

È stato Lui a venirmi incontro. Faccia a faccia. Ed è qualcosa che colpisce decisamente. È successo un po’ per caso. Ero entrato a Puy-en Velay in una cappella durante l’adorazione del Santissimo Sacramento – non sapevo cosa fosse – e quasi istantaneamente è apparso davanti a me, grande, impressionante. E io che non ho mai fumato né assunto psicotropi, ecc., posso dirvi che è raro vedere il soprannaturale sorgere così.

Il suo psichiatra cosa ne dice?

Gli psichiatri hanno la nozione di delirio mistico. Io so cosa ho visto, ero perfettamente cosciente al momento di quell’esperienza, di questa quasi-esperienza di Dio, e ho trovato poi nei libri criteri precisi che permettono di distinguere un delirio mistico da una quasi-esperienza di Dio. Detto questo, in seguito mi sono reso conto che bisogna essere cauti con questo tipo di apparizioni.

Evidentemente l’ho cercata perché la sensazione è così bella che si cerca la consolazione in quanto tale, ma questo è piuttosto pericoloso. San Giovanni della Croce è chiaro al riguardo: non bisogna cercare questo tipo di esperienza.

Vedere Lui

Come si fa a vedere Dio?

Lo si lascia fare. È Lui a fare tutto il lavoro. LasciarLo fare non è necessariamente semplice, ma ho trovato un libro che è diventato il mio preferito, Je veux voir Dieu [Voglio vedere Dio, n.d.t.], di padre Marie-Eugène del Bambino Gesù, che in questo testo spiega le buone disposizioni che permettono di lasciar fare al Signore perché venga a noi, tra cui l’umiltà, il dono di sé e il silenzio.

Una conversione cosa cambia esattamente?

Cambia tutto. Perché capovolge il mondo. Alla fine, questo mette una persona al suo posto in modo più preciso, è un’inversione di focale. È un po’ come in Alice nel paese delle meraviglie, quando lei passa dall’altro lato dello specchio nella storia di Lewis Carroll. All’altro lato dello specchio il mondo è invertito: la sinistra passa a destra, il forte diventa debole, le mie debolezze sono i miei punti di forza.

La cosa più impressionante è rendersi conto dell’impatto, del modo in cui la grazia agisce nel mondo. Ho dovuto reimparare tutto: a camminare, a parlare, a scrivere, a comportarmi. Perché una volta che le regole del mondo si sono invertite si ricomincia in questo mondo come un neonato.

Parlare di Dio

Dopo lei ha invitato Dio ai suoi incontri di business angel?

Dio è già presente. È già lì. Detto questo, ora mi succede di parlare con gli imprenditori di Dio sia direttamente (è un po’ più raro) che indirettamente attraverso la dottrina sociale della Chiesa.

Gli imprenditori si pongono domande sul senso del lavoro, della responsabilità, del loro impegno, sul senso della proprietà, sul senso del denaro. E non vengono educati in nessun luogo. Non sono formati nelle scuole di commercio, di ingegneria, di affari, né negli MBA. E tuttavia sono questioni fondamentali.

Cosa vorrebbe trasmettere a chi legge il suo libro Les mots ne peuvent dire ce que j’ai vu?

Dopo l’incontro con il Signore mi sono reso conto che ero un cristiano che credeva male, e che facevo molte cose al contrario. Vorrei forse trasmettere questo.

Un secondo aspetto per me importante in questo libro è la funzione della testimonianza. Non posso tenere questo tesoro per me. È un po’ difficile parlare di queste cose intime, di queste cose di fede, ma non posso tenermi questo tesoro: è necessario che lo doni. La gente non lo sa. In ogni caso, alcune persone non lo sanno, e non posso tenerlo per me.

Per ulteriori informazioni, cliccate

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