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Larry King, il giornalista agnostico morto sognando di intervistare il Papa

LISA LING AND LARRY KING

Lisa Ling | Facebook | Fair Use

Esteban Pittaro - pubblicato il 25/01/21

Muore uno dei più importanti giornalisti di tutti i tempi, probabilmente il miglior intervistatore televisivo di sempre

Larry King, nato Lawrence Harvey Zeiger, è morto il 23 gennaio a Los Angeles vittima del Covid-19. Aveva 87 anni ed è stato uno dei più prestigiosi intervistatori di tutti i tempi, icona dei talk show, giornalista con la domanda giusta in ogni momento.

Nel corso della sua lunga e prestigiosa carriera, King ha intervistato decine di migliaia di personalità, esperti e anonimi, dal Dalai Lama a Marlon Brando, passando per George Bush, Vladimir Putin, Hugo Chávez e Paul McCartney. L’intervista a un leader mondiale, però, è rimasta pendente. King stesso aveva detto che era uno dei suoi ultimi desideri: intervistare Papa Francesco.

Oltre a Francesco, avrebbe voluto intervistare Giovanni Paolo II. Lo aveva detto a Bill Donohue, presidente della Catholic League e uno degli invitati cattolici abituali alle conversazioni e ai suoi programmi, come riconosce Donohue in una rassegna pubblicata in queste ore.

Rispetto per credo e religioni

Nato in una famiglia ebraica, King raccontava che la morte prematura del padre lo aveva allontanato dalla fede, ed era notoriamente agnostico. Nei suoi programmi, però, si è sempre mostrato rispettoso dei credo e delle religioni, tra cui quella cattolica.

In occasione della morte di Giovanni Paolo II e dell’elezione di Benedetto XVI, ha condotto sulla CNN programmi con dozzine di invitati da tutto il mondo – analisti, sacerdoti, religiose, ministri di altre religioni –, in cui ha presentato il profilo dei Papi con estremo rispetto. Anche se evitava di esprimere la propria opinione in modo esplicito, nelle domande che poneva lasciava intravedere una profonda ammirazione per Giovanni Paolo II per la sua grande fede e la vita straordinaria, e perché era un uomo giusto, come ha suggerito intervistando il rabbino Arthur Schneier.

Tra innocenza e acume

King ha intervistato fin dall’inizio sui mezzi di comunicazione. Tra i suoi primi incarichi c’era il fatto di andare per strada interpellando chiunque fosse disposto a rispondere alle sue domande. Se non sapeva qualcosa improvvisava, ma non restava mai a bocca chiusa.

In un’occasione, quando aveva 23 anni, ha chiesto a un sacerdote cattolico quanti figli avesse, e non per ironia, ma perché non sapeva del celibato. Diceva che non preparava troppo le sue interviste, e che il segreto del suo successo era il fatto di “essere stupido”. Quando il dovere chiamava, però, non era certo uno sciocco.

Qualcosa di prezioso da condividere

Nel 2009 ha intervistato Hugo Chávez, che ha interpellato con un’ottima conoscenza della geopolitica contemporanea e senza risparmiare domande taglienti, ma allo stesso tempo con semplicità perché l’americano medio capisse e l’intervistato non se ne andasse a metà intervista. Domanda dopo domanda, con pochi commenti, è riuscito a uscire a testa alta dal dialogo con un Capo di Stato la cui retorica coinvolgeva chiunque.

Indipendentemente dalle personalità, King intervistava chi aveva qualcosa di prezioso da condividere, e in questa dinamica, soprattutto al momento di trattare un tema di spiritualità o di fede, ha dato sempre un posto rispettoso ai referenti della Chiesa cattolica, sia della gerarchia che del laicato.

In un’occasione, alla vigilia della morte di Giovanni Paolo II, quando ormai l’epilogo era imminente, ha convocato l’attore Jim Caviezel, a cui ha chiesto del suo incontro con il Pontefice.

Dopo aver sentito il suo resoconto, fedele al suo stile in cui andava dal generale al particolare per toccare in modo giusto e necessario il cuore dei suoi intervistati, King ha interrogato Caviezel dicendo: “Ha mai dubitato della sua fede?”

Uomo con la capacità di dialogare con tutti gettando ponti ed essendo incisivo ma al contempo gentile, Larry King ha intervistato quasi tutti coloro che voleva interpellare. Gli mancavano due Papi. Sarebbero state interviste imperdibili.

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giornalismo
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