I pellegrini che visitano la cittadina umbra possono seguire il percorso spirituale della “Santa delle cause impossibili”
“Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Giovanni 14, 27)
Nella Valnerina, in Umbria, non lontano dagli Appennini, si trova la cittadina di Cascia. Il suo centro è rappresentato dal convento agostianiano e dalla chiesa che ospita i resti di Santa Rita (1371-1447).
I primi anni di Santa Rita come moglie e madre
Rita Lotti nacque a Roccaporena, a circa 3 chilometri da Cascia.
Il clima politico in cui crebbe era instabile. Lotte e rivalità familiari erano la norma, in base alla regola della vendetta.
Da giovane, Rita voleva diventare suora. Anche se i suoi genitori erano devoti, preferivano che si sposasse. Com’era tipico all’epoca, le trovarono un marito, Paolo Mancini.
Rita e Paolo ebbero due figli maschi. Le giornate di Rita erano quelle di qualsiasi madre e casalinga. I racconti agiografici non sono concordi circa la natura del carattere del marito. Alcuni dicono che fosse un brav’uomo dal carattere deciso, anche se incline a scatti d’ira, altri si riferiscono a lui come a un giocatore d’azzardo violento. Altri ancora dicono che fosse crudele e affetto da ogni vizio. Tutte le testimonianze concordano nel dire che si convertì come risultato delle preghiere e dell’atteggiamento conciliante di Rita.
Un giorno il marito di Rita rimase vittima di un’imboscata e venne ucciso. Il dolore di Rita fu aumentato dalla paura che i figli cercassero di vendicare la morte del padre.
Nonostante le sue suppliche, Rita non riuscì a persuadere i due ragazzi a rinunciare alla vendetta che ci si aspettava da loro. In atto di resa, affidò la situazione a Dio, chiedendogli di intervenire, visto che la cosa andava oltre il suo controllo. Entrambi i figli morirono poco dopo, prima di commettere un omicidio o qualsiasi altro atto di violenza.
La vita come religiosa agostiniana
Dopo la morte del marito e dei figli, Rita cercò di entrare in convento. Anche se le Agostiniane la conoscevano e la rispettavano, venne respinta in tre occasioni. Le religiose temevano che la violenza e l’animosità che avevano circondato la morte del marito l’avrebbero seguita in convento.
Rita cercò allora di mettere pace tra i parenti di Paolo e i loro rivali. Miracolosamente, le famiglie si riconciliarono, e firmarono addirittura un accordo. Rita venne quindi accettata in convento.
Per i 40 anni successivi visse come agostiniana in preghiera e contemplazione, servendo i poveri e i malati e lavorando per la comunità.