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I talenti e l’amore: Dio ci affida i suoi beni, facciamoli rendere

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Photo by Lauren Richmond on Unsplash

Matrimonio cristiano - pubblicato il 16/11/20

I talenti di cui parla il Signore in questa parabola sono doni diretti di Dio, sono i suoi stessi beni e ci vengono affidati. Già solo rendersi conto di essere destinatari di tanta fiducia dovrebbe commuoverci nel profondo.

La strana parabola dei talenti

Il Vangelo di oggi (ieri, 15 novembre, Ndr) ci presenta la parabola dei talenti. Prendo spunto da una vecchia omelia del mio parroco. Un’omelia che mi ha fatto riflettere molto . Perché Gesù ha sentito la necessità di proporre questa parabola?

La società in cui viveva Gesù era caratterizzata da una forte idea legalistica di Dio. Chi rispettava la legge, offriva sacrifici, pagava la decima e partecipava alla vita religiosa era a posto. Non serviva altro. Questo era il più grosso peccato che Gesù rinfacciava ai farisei e ai dottori della legge. Gesù va oltre questa mentalità malata e superficiale. Gesù ci dice altro.

Quali sono i talenti che Dio dona?

Ognuno di noi viene dotato di talenti. Tutti abbiamo questi talenti. I talenti sono l’amore di Dio e la capacità di amare come Dio, che ci viene donata attraverso il Battesimo dallo Spirito Santo che ci consacra. Abbiamo tutti i nostri talenti. Certo poi il talento si concretizza attraverso le nostre abilità e doti ma il talento è prima di ogni altra cosa l’amore. Dobbiamo avere la capacità di usare questi talenti nella nostra vita e nella nostra storia. Solo così, mettendoci in gioco, riusciremo a far fruttare e aumentare quel talento che Gesù ci ha affidato per crescere nell’amore. Per essere sempre più capaci di farci dono.




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Come si fanno rendere?

Per far crescere i nostri talenti dobbiamo però rischiare, vivere una fede radicale, fidarci e affidarci a Dio.Chi non si butta e non rischia tutto fa la fine di quel servo che sotterra il suo talento. Chi non fa mai nulla di azzardato, chi soppesa ogni azione per capirne la convenienza farà la fine di quel servo. Chi vive così, al risparmio,  sotterra la sua capacità di amare e si accontenta di sopravvivere, vivacchia fino a quando non perderà tutto. Perchè l’amore non vissuto inaridisce il cuore e lo trasforma in pietra. Chi non si lascia andare per non perdere quel poco che ha, perderà tutto. Questo insegnamento si traduce in scelte concrete. Avere il coraggio di buttarsi.

Il talento dell’amore per gli sposi

L’uomo che non sotterra i talenti è quello che non ha paura di sposarsi mettendo in gioco tutto se stesso, è anche quello che, se non ha grossi impedimenti, e in accordo con la sua procreazione responsabile,  non ha paura di fare il terzo e magari il quarto figlio o anche di più.

L’uomo che non sotterra i talenti valuta ogni cosa con il peso dell’amore. L’amore è così, più ti doni e prendi il peso degli altri e più la tua vita sarà leggera, perché piena di senso. Più sembra svuotarti di energie, di forza, di volontà, di proprietà, e più ti farà sentire ricco.

Dissotterra i tuoi talenti!

Io sto imparando giorno dopo giorno a dissotterrare i miei talenti, a mettermi in gioco e a dare tutto senza paura di prendere mazzate. Le mazzate ci sono, ma ne vale comunque la pena. Ed è così che tornando alla riflessione iniziale non mi devo rapportare in modo legalistico alla mia fede. Non serve partecipare alla Messa, alle preghiere, alle devozioni se questo non si traduce in un dissotterramento dei miei talenti. Se questo non mi porta a chiedermi ogni giorno se ho fatto fruttare quel talento che è l’amore di Dio in me con i fratelli e in particolare con la mia sposa. Se le mie scelte sono state dettate dalla paura di perdere qualcosa o dal desiderio di fare la volontà di Dio nella mia vita.

I talenti hanno un valore smisurato, come l’amore di Dio

Un’ultima precisazione mi sembra doverosa. Perché ad alcuni viene dato un solo talento ad altri 5 e ad altri 10? Quello che ne prende solo uno è sfortunato e meno amato da Dio? Nulla di tutto questo. Gesù ci vuole solo dire che ognuno è diverso e viene riempito in pienezza, fino all’orlo di ciò che può contenere. Poi ricordate che anche solo un talento è una cifra enorme. Un talento equivaleva a 34 kg di argento (qualcuno dice di oro). Equivaleva a 30 anni di paga di un lavoratore del tempo.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA MATRIMONIO CRISTIANO

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