Il vescovo di Nola riporta la testimonianza del salvataggio dell’unico marinaio di un vascello che stava ormai affondando. Fu allora che gli angeli cambiarono il corso degli eventiSan Paolino di Nola (354-431) è stato un vescovo italiano, originario della Aquitania. Fu vescovo di Nola nel V secolo. È considerato dalla Chiesa il patrono dei campanari “ad orbis”, poiché a lui è attribuita, per convenzione, l’invenzione delle campane come oggetto utilizzato in ambito ecclesiastico. Vi è un aneddoto curioso sugli angeli, che san Paolino racconta in una sua lettera: il salvataggio di un povero vecchio marinaio, ad opera degli spiriti celesti. Ecco un sunto del suo racconto che è molto lungo e molto dettagliato.

La nave in pericolo
Una nave era in pericolo, l’equipaggio aveva messo le imbarcazioni a mare. Solo un vecchio marinaio era rimasto nello scafo del vascello che faceva acqua da tutte le parti e che stava infallibilmente per affondare. Improvvisamente, misteriosi personaggi appaiono sul ponte della nave abbandonata: un albero sradicato che ingombrava la manovra è tagliato e gettato in mare; le vie d’acqua sono otturate, le vele tese. Eppure il vascello riprende il suo equilibrio e viene ad accostare alle rive della Campania. Un intervento di angeli, secondo San Paolino, aveva salvato la vita a quell’uomo.
L’angelo di “Valgio”
Il vecchio, che era pagano, si convertì; si fermò vicino alla tomba di San Felice a Nola, e San Paolino raccolse dalla sua bocca la meravigliosa storia della sua liberazione. “Era, ci dice, un uomo molto semplice, d’un grande candore ed incapace di mentire”. Egli si chiamava Valgio, lo si battezzò con il nome di Vittorio. I Bollandisti riportano questo tratto e non credono che sia permesso mettere in dubbio l’autenticità della testimonianza di san Paolino e dell’intervento degli angeli.