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Gli angeli sono apparsi a diversi religiosi in punto di morte: le testimonianze

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UMB-O/Shutterstock

don Marcello Stanzione - pubblicato il 30/10/20

Gli spiriti celesti hanno accompagnato numerosi religiosi verso il trapasso. Ci sono testimonianze di apparizioni e interventi prodigiosi. Eccone alcune

I principali interessati, al momento del trapasso, sono evidentemente i morenti stessi, ai quali gli angeli non mancano di manifestarsi nell’ora della morte. Li incoraggiano e gli annunciano loro la gioia eterna che è loro promessa al termine di un faticoso cammino terreno.

Il profumo nella stanza di Ercongothie

Alla morte verso l’anno 660 di Ercongothie, figlia del re di Kent, monaca a Faremoutier, le sue consorelle la sentono mormorare che gli angeli le vengono incontro, mentre un profumo soave si diffonde nella stanza. Quella fragranza si farà sentire in seguito ad intermittenza sulla sua tomba.

MESSINA, DEAD CHRIST
Public Domain

I due angeli sul letto di morte di suor Bartolomea

Gli angeli scendono dal cielo anche per portarvi suor Bartolomea Bertini Caravelli (1583-1619) religiosa delle serve di Maria. In Francia, due giovani carmelitani ricevono simile visita nei loro ultimi istanti: Didier De Saint-Joseph Josserand (1599-1620), del convento di Charenton, vede il suo angelo custode; e Theotime De La Sainte-Trinitè (1601-1629), del convento di piazza Maubert, a Parigi, è assistito da due angeli, che si mostrano al suo capezzale, e che anche un suo confratello può contemplare.

L’estati d’amore di santa Vincenza Gerosa

Tre giorni prima di morire, il 29 giugno 1847, Vincenza Gerosa (1784-1847), co-fondatrice delle Suore della Carità di Lovere, in Italia, vede gli angeli intorno al suo letto: La santa vedeva già gli angeli ed il Signore, e non provava nessun timore davanti alla morte; ella consumò le sue ultime energia in atti incessanti d’amore a Dio. Ella li rivede al momento di spirare, in un’estasi d’amore: Dopo un breve momento di raccoglimento con Gesù, ella cominciò a dire:

Lasciatemi partire, lasciatemi partire! Ma dove? Chiesero le suore ed i sacerdoti presenti. In paradiso, in paradiso!, replicò lei. Un chiarore celeste aureolò il suo volto, ella aveva le pupille dirette verso l’alto e le labbra semi-aperte, come per mormorare un canto. Vincenza Gerosa è stata canonizzata nel 1950.



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“Vieni, vieni, le delizie del cielo di aspettano”

Gli angeli non sempre sono silenziosi. Alla morte della mistica benedettina Mechtilde di Hackeborn, nel 1298, essi si mostrarono a lei e la invitarono a seguirli dicendole: “Vieni, vieni, Signora e Padrona, le delizie del cielo ti aspettano. Alleluia, alleluia!”. Poi ella vide Cristo venire al suo incontro, accompagnato dalla Vergine Maria e dall’apostolo Giovanni.

Queste ultime visite si accompagnano il più spesso con musiche celesti, quando non sono gli angeli stessi che intonano un canto. Nei suoi Dialoghi, San Gregorio Magno annota: Nella provincia di Valeria, anniversario di due santi monaci, che i Lombardi uccisero per impiccagione; i loro carnefici li sentirono ancora cantare dei salmi dopo l’esecuzione. Erano i defunti od i loro angeli custodi?

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Andreas Praefcke CC

Santa Mechtilde.

Il grido di Tommaso da Bergamo

Nell’anno 835, la martire Colomba di Cordoba sente gli angeli cantare, al momento in cui il boia sta per decapitarla: “I cieli sono aperti per riceverti! Tutto il paradiso si rallegra delle vittorie che hai riportate”. E alcuni secoli più tardi, il cappuccino Tommaso da Bergamo (1563-1631) grida poco prima di morire: “Sento già i cori degli angeli, li vedo. Essi stanno in piedi intorno al trono di Dio e cantano le sue lodi”.

Il canto degli angeli

Nel 1600, la carmelitana Leonora Battista, discepola di Anna di Gesù, e fondatrice del monastero di Valencia, si rivolge subito alle sue sorelle che la vegliano nei suoi ultimi istanti: “Sorelle mie, non sentite questo canto melodioso?”. “Quale canto?”. “Il canto degli angeli. Ascoltate, essi ripetono: Lætamini in Domino, et esultate, iusti; et gloriamini omnes recti corde”. E, sorridendo, ella spira serenamente.




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“Gaetano, mio Figlio vi chiama, andate in pace!”.

Gli angeli s’integrano anche in scenografie celesti che, per anticipazione, scoprono alla vista estasiata dei morenti gli splendori dell’eternità beata. Così, Gaetano Da Thiene (1480-1547), fondatore dei Teatini, beneficia d’una ultima apparizione della Vergine circondata da angeli che, avendo allontanato l’avversario e dissipato le angosce del santo sacerdote, lo incoraggia in questi termini: “Gaetano, mio Figlio vi chiama, andate in pace!”.

Come pure, la Vergine scortata da angeli viene a cercare alla sua ultima ora il santo cappuccino Felice Da Cantalice (1513-1587).

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San Gaetano da Thiene.

La truppa di spiriti celesti che si avvicina

E, quando muore a Lisbona nel 1602, il carmelitano Alberto Orlandes vede la Vergine venire in suo incontro, accompagnata da una truppa di angeli musicisti, i cui canti si fanno sentire al di là delle mura del convento. Queste scenografie si dispiegano talvolta con una straordinaria magnificenza ed una grande portata simbolica.

Un giorno, il servita san Filippo Benizi vide due angeli che colgono due gigli sul Monte Senario, sede della congregazione, e li presentano alla Vergine, che li offrì a suo Figlio. Nello stesso istante, un suo religioso, Sostegno, vide avvicinarsi a lui una truppa di spiriti celesti di cui uno gli dice: “Vieni, Sostegno, rendi la tua bella anima al tuo Creatore!”. Il suo compagno Ugo, vedendolo vicino allo spirare, gridò: “Sostegno, amatissimo fratello, aspetta, ti prego, aspetta il tuo compagno!”. I due santi frati servi di Maria morirono insieme, nel momento in cui, da lontano, il loro superiore vedeva gli angeli cogliere le loro anime, quali gigli immacolati.




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