La devozione mariana l’ha respirata in famiglia e lo accompagna da tutta una vita. Tra i santuari più amati la Santa Casa di Loreto, Lourdes e la Madonna delle Lacrime di Siracusa.
Un aspetto poco noto del conduttore più famoso d’Italia
Sul settimanale del gruppo editoriale San Paolo Maria con te è comparsa un’intervista esclusiva al re della conduzione televisiva italiana: Pippo Baudo, il più imitato e inimitabile, il più longevo e inossidabile. Il tema è presto detto, coincide esattamente con la linea editoriale del periodico: il suo rapporto con la Madre celeste. E ciò che viene subito fatto notare è che questo aspetto così importante nella vita del conduttore siciliano non sia mai stato reso noto.
Dopo aver concesso migliaia di interviste nel corso di sessant’anni di carriera, probabilmente Pippo Baudo pensava di aver già risposto a tutte le domande. Al termine del nostro tu per tu, chi scrive si accorge invece che non è così:
Signor Baudo, perché non ha mai parlato prima della sua vita spirituale? La risposta è spiazzante:
Perché nessuno me l’aveva mai chiesto».
Sino a ora, del conduttore più famoso d’Italia il pubblico non conosceva un aspetto importante: la sua fede e il suo amore verso la Madre Celeste che rivela in esclusiva a Maria con te. (Maria con Te)
La fede imparata in famiglia
La storia della sua devozione mariana è saldamente intrecciata a quella della sua famiglia e dell’educazione che in essa ha ricevuto, meglio respirato. Ecco come ricorda mamma e papà, soprattutto papà:
Certamente. I miei genitori, Giovanbattista (1903-1990) e Innocenza (1910-1993) erano molto devoti, soprattutto mio padre era un fedele accanito.
Un’espressione curiosa e godibile, se pensiamo a come vengono classificati oggi i cattolici, in una scala di intensità che va da credente non praticante a ultracattolico passando per integralista o per l’espressione leggermente più bonaria di “molto cattolico”. Il padre di Pippo Baudo era un fedele accanito e in questo aggettivo non c’è traccia di connotazioni dispregiative. Evviva tutto ciò che salta a piè pari gli steccati del politicamente corretto.
La devozione mariana all’ombra del campanile: S.Maria della Stella patrona di Militello
Come tanti altri possono raccontare, anche il Pippo nazionale può vantare una discreta carriera da chierichetto: per ben 8 anni ha servito messa.
Il grande affetto che lega lui e la sua famiglia alla Beata Vergine ha anche un’origine campanilistica; dipendeva dal quartiere in cui si era nati. S. Maria della Stella è infatti compatrona di Militello poiché condivide l’onore con il SS. Salvatore della Chiesa di San Nicolò. Entrambe le chiese sono esempio eccellente di tardo barocco militellese riconducibili entrambe alla ricostruzione seguita al devastante terremoto che sconvolse la Sicilia nel 1693:
A Militello, il mio paese d’origine, c’era rivalità fra due chiese: quella del Salvatore e quella di Santa Maria della Stella. I nicolini stavano con il Salvatore, i mariani con Santa Maria della Stella. La mia famiglia ha sempre avuto una grande fedeltà verso la Madonna, siamo tutti devoti alla Signora Celeste.
A seguito di uno spaventoso incendio del 1618, della statua di Santa Maria della Stella venne rinvenuta solo la sua bellissima testa, poi restaurata e aggiunto il corpo. (Ibidem)
La festa che la celebra cade l’8 settembre, memoria della Natività della Beata Vergine Maria. In questa piacevole intervista Pippo si lascia scappare una confessione che i più agguerriti conterranei e correligionari forse gli rinfacceranno bonariamente:
(…) in suo onore si tiene una festa meravigliosa. Ci vado tutti gli anni e do il mio contributo economico al comitato organizzativo ma le confesso che, in misura minore, aiuto anche quello del Salvatore».
La sua fede e gli incontri più significativi: il Papa buono e Padre Pio
La Chiesa non mi ha mai deluso, risponde e la fede non mi ha mai abbandonato. Non solo buona disposizione ma anche una grazia, quella di godere sempre del dono della fede. Interrogato circa i suoi incontri più importanti ricorda un S. Giovanni XXIII sagace e ricca di senso dell’umorismo. Del Sommo Pontefice che inaugurò il Vaticano II ricorda con grande intensità anche il momento del trapasso:
Quando stava morendo, feci la notte in piazza San Pietro. A un tratto, vidi chiudersi le imposte delle sue finestre, con dolore capii che aveva lasciato la vita terrena. (Ibidem)
“Sei qui per curiosità o per fede?”
La fama di santità e la notizia dei suoi grandi doni taumaturgici era ben nota; per questo il cappuccino con le stigmate era oggetto di visite motivate non solo da pii desideri ma anche da semplice (eppure non innocua!) curiosità. Per Padre Pio nessuna mancanza era troppo banale e non perché fosse un aspro castigatore di costumi, ma perché era talmente appassionato dell’uomo e della sua salvezza eterna da valutare tutto in vista di quel bene. Il racconto di questo episodio fa onore alla sincerità di Baudo. Anche sulle nostre pagine abbiamo parlato di questo fatto e di altri incontri con il frate di S. Giovanni Rotondo di personalità dello spettacolo.
Con un gruppo di amici di Foggia – fra cui Renzo Arbore – andammo a San Giovanni Rotondo per conoscerlo. Lui era già molto anziano e sofferente. Apparve da una loggia accompagnato da un fortissimo profumo di ciclamini e gelsomini. Per non mostrare le stimmate, sulle mani aveva le mezze maniche. Quando mi vide, mi chiese: “Sei qui per curiosità o per fede?”. Sapendo che era già considerato mezzo santo, volli essere sincero e gli risposi: “per curiosità”. Lui allora mi allontanò dal gruppo dicendo: “e allora va’ via”. Confesso che ci rimasi male, ma la mia coscienza mi impedì di mentire. (Ibidem)
Di Papa Francesco lo colpisce la naturale capacità di mettersi al servizio del prossimo, soprattutto il più colpito, per miserie e ferite di ogni natura ( forse questa capacità è diventata un habitus grazie a continui atti di fede e all’esercizio delle virtù cristiane, Ndr). E come è successo a tanti in tutto il mondo ricorda con gratitudine e commozione la celebrazione del 27 marzo in quella Piazza S. Pietro deserta ma abitata dalla fede di tutta la Chiesa raccolta e offerta in quell’uomo vestito di bianco.
Al culmine della pandemia, la sua immagine in quella deserta Piazza San Pietro – di solito gremita di fedeli – è di una struggente bellezza. In quel momento, la sua solitudine era quella del mondo, ma il Papa ci faceva sentire uniti nella fede (Ibidem)
I santuari mariani che ama di più
Si sente a casa proprio nella Sua casa, come moltissimi fedeli da tutta Italia e dal mondo intero: a Loreto, santuario della Santa Casa.
Un altro luogo mariano cui è particolarmente legato è ancora nella sua amata Sicilia: il santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa. Dei fatti eccezionali all’origine della devozione ha dei ricordi vividi e personali:
Avevo 17 anni quando si sparse la voce che da un’immagine sacra di Maria sgorgavano le sue lacrime. Tutti fieri di un prodigio così importante vicino a casa nostra, con la mia famiglia partimmo da Militello per assistere al miracolo. All’epoca non avevano ancora costruito il santuario e accorremmo in piazza Euripide, dove venne esposta l’immagine: ci saranno state ventimila persone. Mi colpì la religiosità dei presenti, il silenzio e il rispetto che percepii fra quelle persone. Quell’evento mi turbò moltissimo perché sentii Maria presente con noi.
Per Medjugorie esprime prudenza e una sospensione del giudizio mentre per Lourdes nutre sincera devozione; ma certamente il tema non può essere una Top 10 di santuari più o meno graditi. La Madonna è Madre di Dio ovunque e si presenta nei diversi luoghi e con diversi titoli per educare e sostenere il suo popolo accompagnandolo lungo la storia.
La conclusione della ricca intervista rimanda proprio questo messaggio: un amore rispettoso, una devozione affettuosa e una obbedienza alla Madre di Dio.
Qual è il suo rapporto con la Madre dei Cieli?
Di amore e di rispetto. Maria è la Madre della Chiesa con la stessa affettuosità che hanno le madri verso i gli. Sono stato nei luoghi in cui ha vissuto: a Betlemme, a Nazareth. A Gerusalemme mi ha impressionato la tomba di Cristo suo figlio: lì ho percepito tutto il suo dolore terreno di madre. Si trova nella città vecchia, dove convergono tutte le religioni del mondo: arabi, cattolici, ortodossi e protestanti. Ci sono stradine con chiassose bancarelle stracolme di souvenir e in un angoletto c’è lo scavo con il sepolcro del Salvatore.
Sebbene la vita privata di Giuseppe Raimondo Vittorio non brilli per adesione alla morale cattolica (sul fronte della vita matrimoniale, per esempio, è noto che si è sposato due volte, divorziando entrambe) – per la quale non spetta ovviamente a noi nessun giudizio se non quello oggettivo sul valore del sacramento – è bello vedere come l’amore alla Madre di Dio e la fiducia nella Chiesa stiano accompagnando una vita intera. Quella di una persona che dal mondo ha avuto, potremmo dire, tutto: ricchezza, fama, amori, occasioni. Ma il cuore dell’uomo, se si guarda con sincerità, sa che queste non sono che quisquilie perché è fatto per l’infinito. E Pippo Baudo, forse, lo ricorda più di altri.
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