Maria è minorenne quando rimane incinta. Rifiuta l'aborto e partorisce Simone, un bambino più prezioso del sole. Solo la parrocchia si è fatta accanto a questa ragazza. Dei cantori del diritto all’aborto nemmeno l’ombra. Dalle istituzioni neanche un litro di latte. Simone non saprà mai il rischio che ha corso. È stato a un passo dalla fogna.
Non sempre accade che i veri diritti siano riconosciuti e affrontati con la dovuta priorità. Sentiamo insistere su presunti diritti cui, a dire il vero, non avevamo mai pensato. C’è chi vorrebbe allargare le maglie della legge 194 perché si possa arrivare a eliminare i bambini non ancora nati con più facilità, dimenticando quasi del tutto quella parte della legge che chiede di incontrare la donna in difficoltà, parlarle, individuare i motivi che l’hanno spinta a fare quella scelta dolorosissima per lei, per la famiglia, per la società. Aiutarla, sostenerla. Ricordandole che i problemi possono essere risolti, che col passare del tempo tante cose cambieranno. Ricordandole anche che una volta eseguito l’aborto, pur volendo, indietro non potrà tornare più. Ne abbiamo viste tante di queste donne lasciate a se stesse, che a distanza di decenni ancora rimpiangono quel gesto cui si sottoposero con troppa superficialità. Questa parte della legge 194 è quasi del tutto inosservata, sembra interessare poco e solo a tratti. Eppure dovrebbe stare a cuore a tutti, credenti e non credenti; in ballo non c’è “qualcosa”, ma la vita di un essere umano che verrà a rinnovare la faccia della terra.
Maria è una ragazza minorenne. È rimasta incinta. Sconcerto, paura, bisogno di affetto, di sicurezza, di calore. Maria già ama il suo bambino. Lo vuole. Ma è sola, terribilmente sola. La famiglia non versa in buone condizioni economiche. Unica soluzione: l’aborto. Maria non vuole, si oppone, ma è sola, senza lavoro, senza soldi, senza alcun sostegno. Riusciamo a incontrare questa futura, impaurita, giovanissima, mamma. Ci facciamo accanto, le promettiamo aiuto. Le diciamo che non sarà abbandonata al suo destino. Ci siamo oggi, ci saremo domani. Con discrezione le raccontiamo di altre donne che come lei hanno avuto il coraggio di far nascere il loro figlio. La invitiamo a fidarsi della Provvidenza, perché Dio di certo non la abbandonerà. Arriva il giorno prefissato, Maria viene condotta in ospedale, tutto è pronto per “risolvere il problema”. Noi, col cuore a lutto, ci facciamo da parte, il nostro contributo deve essere calibrato, attento, Maria non è nostra figlia. Intanto preghiamo.