Questi canti non hanno nulla a che vedere con le armonie terrestri, anche le più sublimi, perché essi sono puramente spirituali e non ricorrono né agli strumenti di musicaFin dal primo istante della Creazione, Giobbe mostra gli Angeli assistenti, meravigliati, alla nascita dell’universo che fanno riecheggiare i loro canti di allegrezza: “Chi posò la pietra angolare, in mezzo al concerto gioioso degli astri del mattino e le acclamazioni unanimi dei Figli di Dio?” (Giobbe 38,6 e 7).
Arpe, liuti e flauti dolcissimi
Questi canti non hanno nulla a che vedere, evidentemente, con le armonie terrestri, anche le più sublimi, perché essi sono puramente spirituali e non ricorrono né agli strumenti di musica, né alla voce. Immaginarli è impossibile alla comprensione umana. Ma tra le delizie della vita ultraterrena, riservate agli eletti, la fantasia e il sogno dei credenti hanno inserito la musica: le corti celesti, insieme con i nunzi e i guerrieri, hanno i cori angelici in cui le voci tenui degli angeli diffondono nei cieli onde di poesia e misticismo, suonando l’armonia del cosmo.
Suonano arpe, liuti, flauti dolcissimi, le cui melodie accompagnano le lodi celesti, creando fantastici intrecci musicali. Pare che gli angeli, in Cielo, ben prima di suonare strumenti di musica, passino il loro tempo a cantare.
La dimensione mistica
In tutte le culture, sin dai tempi più antichi, il suono e la musica cerimoniale collegano i nostri sensi alla dimensione mistica, e ci fanno percepire una presenza celestiale. In Oriente i Veda dell’Induismo, lo yoga tantrico e il Taoismo includono i canti e la musica fra gli elementi chiave.
In Occidente la tradizione ermetica di Pitagora codifica tutte le scienze e le arti sotto il principio della legge di armonia cosmica: i pitagorici ritengono che il cosmo sia ordinato secondo i rapporti numerici del mondo acustico, sicché le sfere planetarie nelle loro distanze reciproche corrispondono agli intervalli musicali.
Cantante o strumentista
La raffigurazione dell’angelo come artista musicista è comunque molto comune nell’iconografia sia in Oriente, sia in Occidente. L’angelo viene dipinto come cantante, come nell’iconografia liturgica bizantina, mentre in genere gli angeli “latini” sono raffigurati come strumentisti.
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