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L’Apocalisse non deve far paura, ma suscitare una fiducia incrollabile nella Provvidenza

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© Région Pays de la Loire – Inventaire général - ADAGP – Photo : Patrice Giraud, François Lasa, 1982

Los millones de jinetes, 
Apocalipsis 9,16-21. Sección segunda, escena 26. Castillo de Angers. 


Aleteia - pubblicato il 04/07/20

Commentando il libro biblico dell’Apocalisse, il professor Felipe Aquino ha osservato che quest’opera complessa scritta da San Giovanni Evangelista non vuole spaventare i cristiani, ma al contrario instillare in loro una fiducia incrollabile nella Provvidenza divina, in particolare nei momenti più difficili.

Alla fine del I secolo, come ricorda il professore, la situazione dei cristiani nell’Impero Romano era sempre più dura a causa dell’implacabile persecuzione promossa dagli imperatori romani, soprattutto a partire da Nerone nell’anno 64. Quando San Giovanni ha scritto l’Apocalisse era esiliato nell’isola greca di Patmos proprio a causa della persecuzione di un altro imperatore romano, Domiziano (81-96). In quel contesto molti cristiani, scoraggiati e impauriti dalle minacce di tortura e di morte, abbandonavano la fede aderendo alle pratiche pagane.




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Il Libro dell’Apocalisse, o Rivelazione, mirava a incoraggiare i fedeli. Si tratta fondamentalmente del libro della speranza cristiana, o della fiducia incrollabile nel Signore Gesù e nelle sue promesse di vittoria, come sottolinea il professor Aquino. È un’opera che annuncia la vittoria del Bene sul male, del Regno di Cristo sul regno del male.

L’Apocalisse parla della revisione di vita delle sette comunità dell’Asia Minore, che San Giovanni scrive in stile sapienziale e pastorale, e delle cose che devono accadere in seguito – è questa, del resto, la parte “apocalittica” propriamente detta, ovvero quella che rivela, in forma simbolica, ciò che accadrà in relazione alla lotta tra Gesù Cristo e Satana, con il crollo degli agenti del male e il trionfo del Regno di Gesù.




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Le calamità presentate nel libro non possono essere interpretate alla lettera, ma come rappresentazioni delle afflizioni sulla Terra, da superare per godere poi delle gioie del Cielo. Le tribolazioni di questa vita sono state previste dalla Sapienza di Dio all’interno di un progetto armonioso che comprendiamo solo molto parzialmente. L’Apocalisse instilla consolazione e incoraggiamento ai cristiani non solo del I secolo, ma di tutti i tempi, perché le afflizioni di questa vita fanno parte della lotta vittoriosa del Bene sul male.

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