Satana, con grande furbizia, prova a corromperci in continuazione e magari noi non ce ne accorgiamo neppure. Papa Francesco ci avverte e ci spiega come respingerlo, prima che sia troppo tardi
Le astuzie diaboliche. Quante volte il diavolo ha provato a corromperci, a tentarci, a condizionarci? Siamo in grado di scansare queste azioni subdole di Satana ogni qual volta ci capitano? O non ce ne accorgiamo neppure?
In “Il diavolo, la tentazione e il peccato” (edizioni Segno), Don Marcello Stanzione riprende una lezione di Papa Francesco su questo tema.
Mai il dialogo!
Nella debolezza delle tentazioni, che tutti prima o poi abbiamo, basti pensare alla tragedia della corruzione che comincia sempre con i piccoli cedimenti, non si deve commettere l’ingenuità di impelagarsi nel dialogo: occorre, invece, avere il coraggio della preghiera e chiedere perdono per rialzarci e andare avanti, con la certezza che la grazia ci aiuta a non nasconderci dal Signore.
I doni per Adamo ed Eva
È un essenziale “manuale” pratico contro le tentazioni quello suggerito da papa Francesco durante una messa celebrata, nella cappella della Casa Santa Marta (10 febbraio 2017) e ripresa da L’Osservatore Romano. «Sia all’inizio della creazione, come all’inizio della ricreazione, come primo evento c’è la tentazione», ha subito ricordato il papa, facendo riferimento alla prima lettura, tratta dal libro della Genesi (3,1-8).
«Adamo ed Eva erano nel paradiso terrestre con tutti i doni che Dio aveva dato, con il compito di fare, di custodire, di portare avanti il creato, e con l’amore. Con queste tre cose erano lì per fare la loro vita e proprio all’inizio viene la tentazione».
Gesù nel deserto
Allo stesso modo, «la tentazione viene, sempre all’inizio, quando Gesù lascia Nazareth, si fa battezzare, va nel deserto a pregare per incominciare il compito che Dio gli aveva dato». Perciò, ha fatto notare Francesco, «sia nella creazione sia nella ri-creazione c’è la tentazione». «Abbiamo sentito – ha proseguito – questo passo del libro della Genesi, la prima tentazione, quella di Adamo ed Eva».
Due esiti totalmente diversi
Il testo biblico spiega che «il serpente era il più astuto»: il diavolo si fa vedere in forma di serpente attraente e con la sua astuzia cerca di ingannare: lui è specialista in questo, è il padre della menzogna, lo chiama così Gesù». Il diavolo, ha spiegato il papa, «è un bugiardo, sa come ingannare, sa come truffare la gente».
E così «il serpente circuì con la sua astuzia Eva: la fa sentire bene, le fa per così dire bere un po’ d’acqua sciropposa». Tanto che Eva «si sente bene, si fida, incomincia il dialogo e, passo dopo passo, la porta dove lui vuole».
Il diavolo, ha proseguito il Pontefice, prova a fare «lo stesso con Gesù nel deserto. Gli fa tre proposte, ma questo dialogo con Gesù finisce male per il diavolo: ‘Vattene, Satana!’». Invece «il dialogo con Eva non finisce bene per Eva: vince Satana».
Il dialogo che non dobbiamo ascoltare
«Quando il diavolo circuisce una persona – ha affermato il Papa – lo fa con il dialogo, cerca di dialogare». È proprio quello che tenta di fare anche «con Gesù: ‘Tu hai fame, c’è una pietra, tu sei Dio, fa’ che questa sia pane! Tu sei venuto qui a salvarci tutti, una vita di fatica, di lavoro, ma vieni con me, andiamo al tempio e buttati’ senza paracadute: farai un bello spettacolo e tutta la gente crederà in te ed è tutto finito in una mezz’oretta!».
Ma «Gesù non lo fa». E così alla fine il diavolo «fa vedere la vera faccia: ‘Vieni, vieni!’. E gli fa vedere tutto il mondo e gli propone l’idolatria: ‘Adorami, io ti darò tutto questo!’».
L’ingenuità è pericolosa
Francesco ha puntato l’attenzione sull’atteggiamento di Gesù che viene tentato: non dialoga con il diavolo, piuttosto «sente il diavolo e dà una risposta, ma che non è sua: prende la riposta dalla parola di Dio». E infatti «le tre risposte di Gesù al diavolo sono prese dalla Bibbia, dall’Antico Testamento, dalla parola di Dio, perché col diavolo non si può dialogare».
Con Eva, invece, la tentazione del diavolo è andata in un altro modo. Era «ingenua», ha spiegato il papa, e all’inizio la situazione le «sembrava buona». Pensava «che si sarebbe trasformata in una dea, è il peccato di idolatria»: per questo «è andata avanti» con il dialogo.
Ma è finita male, ci dice la Genesi: «Lei e il marito nudi, senza niente» la questione, ha affermato Francesco, è che “il diavolo è un mal pagatore, non paga bene: è un truffatore, ti promette tutto e ti lascia nudo». Certo, anche «Gesù è finito nudo, ma sulla croce, per obbedienza al Padre: un’altra strada».
“Ma si può, si può”
Dunque, ha rilanciato il Pontefice, «il serpente, il diavolo è astuto: non si può dialogare col diavolo». Oltretutto, ha aggiunto, «tutti noi sappiamo cosa sono le tentazioni, tutti sappiamo perché tutti ne abbiamo: tante tentazioni di vanità, di superbia, di cupidigia, di avarizia, tante. Ma tutte “incominciano” quando ci diciamo: “Ma si può, si può”».
«Oggi si parla tanto di corruzione», ha ricordato Francesco, spiegando: «Tanti corrotti, tanti pesci grossi corrotti che ci sono nel mondo, dei quali conosciamo la vita sui giornali, forse hanno cominciato con una piccola cosa, non so, per non aggiustare bene il bilancio: quello che era un chilo, no, facciamo novecento grammi ma che sembra un chilo».
A poco a poco si cade nella corruzione
Perché «la corruzione incomincia da poco, con il dialogo», proprio come avviene per Eva che si sente rassicurare dal serpente: «Ma no, non è vero che ti farà male questo frutto, mangialo, è buono, è poca cosa, nessuno se ne accorge, fai, fai!». E così, «a poco a poco, a poco a poco, si cade nel peccato, si cade nella corruzione». «La Chiesa oggi, con questa liturgia della parola, ci insegna – ha spiegato il papa – a non essere ingenui, per non dire sciocchi, ad avere gli occhi aperti e a chiedere aiuto al Signore perché da soli non possiamo».
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