“Quando la tormenta passerà e le cose si saranno calmate... ci sentiemo felici solo per il fatto di essere vivi”, scrive Mario Benedetti
Due discepoli tornano tristi a casa propria, nel loro villaggio, Emmaus. Parlano sottovoce delle loro cose. È andato tutto male:
“Due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio di nome Emmaus, distante da Gerusalemme sessanta stadi; e parlavano tra di loro di tutte le cose che erano accadute”.
Avevano sognato, ma nulla di quello che avevano sognato era diventato realtà:
“Il fatto di Gesù Nazareno, che era un profeta potente in opere e in parole davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati lo hanno fatto condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele; invece, con tutto ciò, ecco il terzo giorno da quando sono accadute queste cose. È vero che certe donne tra di noi ci hanno fatto stupire; andate la mattina di buon’ora al sepolcro, non hanno trovato il suo corpo, e sono ritornate dicendo di aver avuto anche una visione di angeli, i quali dicono che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato tutto come avevano detto le donne; ma lui non lo hanno visto”.
Non credono alle donne che non hanno visto il corpo di Gesù. Non credono alla promessa ora che tutto è fallito. C’è una sconfitta maggiore della morte in croce? Sono tristi.
Avevano creduto che la loro vita sarebbe diventata migliore. In qualche momento avevano anche pensato che già lo fosse. Ma ora tornano a casa addolorati. Cosa dire alla loro famiglia? È andato tutto male.
Sono così offuscati, così abbattuti, che non solo non credono alle donne, ma non riconoscono neanche Gesù quando si avvicina a loro:
“Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù stesso si avvicinò e cominciò a camminare con loro. Ma i loro occhi erano impediti a tal punto che non lo riconoscevano”.
Gesù, che già sa tutto, vuole tuttavia che glielo raccontino:
“Di che discorrete fra di voi lungo il cammino?”
In questo momento della storia mi emoziono sempre, non riesco a evitarlo. I due personaggi non sono dei dodici. Non sono tra quelli più amati. Sono due dei tanti discepoli di Gesù. Un gruppo grande. Tornano a casa stanchi, senza fede.
In seguito, quando sapranno che Gesù è vivo, torneranno a Gerusalemme. Si giustifica che vada a cercarli lungo il cammino? Mi commuove.