Per riceverla dal Papa ci sono delle condizioni da rispettare. Ecco alcune domande e risposte utili
Con la preghiera straordinaria del 27 marzo 2020, Papa Francesco ha deciso di concedere l’Indulgenza plenaria. Ma attenzione: ci sono delle condizioni precise per riceverla.
Intanto bisogna capire cosa è un’Indulgenza: essa è la piena manifestazione della misericordia di Dio nei confronti degli uomini. Si tratta della remissione della pena temporale ottenuta per i peccati commessi. Tale pena resta nell’uomo anche dopo aver confessato le sue colpe, come una specie di segno o residuo che si manifesta in abitudini disordinate o nella tendenza a tornare al peccato (Aleteia, 29 luglio 2019).
Per essere pratici: quando ci confessiamo, il sacerdote perdona la pena eterna. A causa dei nostri peccati meriteremmo l’Inferno, e allora il sacerdote ci perdona i peccati, e in questo modo saremo salvi, ovvero la nostra anima non andrà all’Inferno.
Allo stesso tempo, però, i peccati hanno reso peggiore il nostro cuore, che non è pronto a entrare in Paradiso. L’anima è quindi destinata a trascorrere un periodo in Purgatorio per purificarsi. L’Indulgenza è la remissione, cioè la cancellazione, del periodo da trascorrere in Purgatorio, una sorta di “purificazione speciale” (Aleteia, 27 agosto 2018) .
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1) L’Indulgenza plenaria cancella tutti i peccati?
Le Indulgenze possono essere parziali ed essere ottenute varie volte in una giornata, a meno che non ci siano altre indicazioni della Chiesa, o plenarie (totali), che si possono ottenere una volta al giorno, soprattutto nelle feste o nelle celebrazioni importanti o in occasioni straordinarie come quella del 27 marzo.
Con le Indulgenze plenarie si perdona ogni traccia di peccato, ogni tendenza a peccare, permettendo che l’anima, quando volerà in cielo, resti con la grazia di entrare direttamente in Paradiso: si cancella totalmente la pena temporale ottenuta per i peccati commessi, che l’anima dovrebbe scontare in Purgatorio.
2) Per ricevere l’Indulgenza plenaria basta anche un’Ave Maria?
E’ questa una delle indicazioni del Decreto della Penitenzieria Apostolica, attraverso il quale si promuove l’Indulgenza plenaria odierna. Ma non basta recitare solo un’Ave Maria. Le condizioni sono chiare.
Anzitutto l’indulgenza è concessa ai fedeli affetti da Coronavirus, sottoposti a regime di quarantena per disposizione dell’autorità sanitaria negli ospedali o nelle proprie abitazioni, se, con l’animo distaccato da qualsiasi peccato, si uniranno spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione: alla celebrazione della Santa Messa, alla recita del Santo Rosario, alla pia pratica della Via Crucis o ad altre forme di devozione, o se almeno reciteranno il Credo, il Padre Nostro e una pia invocazione alla Beata Vergine Maria, offrendo questa prova in spirito di fede in Dio e di carità verso i fratelli; con la volontà di adempiere le solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), non appena sarà loro possibile.
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3) Chi non è affetto da Coronavirus può riceverla?
Si, alle stesse condizioni, l’Indulgenza plenaria potrà essere ottenuta anche dagli operatori sanitari, dai familiari e da quanti, esponendosi al rischio di contagio, assistono i malati di Coronavirus.
Il Decreto precisa che oggi si «concede volentieri alle medesime condizioni l’Indulgenza plenaria in occasione dell’attuale epidemia mondiale, anche a quei fedeli che: offrano la visita al Santissimo Sacramento, o l’adorazione eucaristica, o la lettura delle Sacre Scritture per almeno mezz’ora, o la recita del Santo Rosario, o il pio esercizio della Via Crucis, o la recita della Coroncina della Divina Misericordia, per implorare da Dio Onnipotente la cessazione dell’epidemia, il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna di quanti il Signore ha chiamato a sé».
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4) Non dovrei confessarmi prima di ricevere l’indulgenza?
In questo caso no. E vi spieghiamo perchè. Le indulgenze plenarie prevedono tre condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre. Queste tre condizioni fondamentali accompagnano sempre le opere che costituiscono indulgenze plenarie.
Ma ora c’è una situazione straordinaria: la pandemia. Le chiese sono aperte, ma il pubblico non vi può accedere. Le celebrazioni sono “a porte chiuse”. In un contesto simile, il Decreto che istituisce l’Indulgenza plenaria del 27 marzo 2020, prevede che queste tre condizioni possono essere espletate anche successivamente, ovvero quando si allenteranno le attuali restrizioni dovute alla diffusione del Coronavirus, e le chiese torneranno ad accogliere i fedeli.
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5) Mi sento particolarmente turbato, arrabbiato, agitato, posso comunque riceverla?
Attenzione: per ricevere l’indulgenza bisogna sentirsi in stato di grazia. Si tratta di una condizione di amicizia con Dio in cui la persona deve sentirsi disposta ad abbandonare qualsiasi tipo di peccato, anche veniale. Serve serenità d’animo per cogliere questo grande gesto che ci concede Papa Francesco, tanto più in questo momento così difficile per l’umanità!
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