Il Papa ha parlato più volte di Satana e della sua azione malefica. La frase più celebre? Quella del “fumo di Satana” nella ChiesaPapa Paolo VI (1963 – 1978) si è soffermato diverse volte e in modo esplicito sulla questione del demonio, non solo perché nella sua epoca si andava affermando una corrente teologica che praticamente finiva per negarne l’esistenza, ma anche perché si viveva – e si vive tuttora – in un periodo nel quale la presenza malefica e pervertitrice di Satana è stata ed è indubbiamente più attiva che in altri tempi. Il pontefice sentì il bisogno di riproporre la fede della Chiesa su questo tema nell’udienza generale del 15 novembre 1972:
“Il male non è più soltanto una deficienza, ma un’efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà. Misteriosa e paurosa. Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico che si rifiuta di riconoscerla esistente; ovvero chi ne fa un principio a sé stante, non avente essa pure, come ogni creatura, origine da Dio; oppure la spiega come una pseudo realtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni”.
La negazione radicale dell’azione di Dio
Più oltre concludeva, riguardo alla presenza dell’azione del Maligno:
“Potremmo supporre la sua sinistra azione là dove la negazione di Dio si fa radicale, sottile ed assurda, dove la menzogna si afferma ipocrita e potente, contro la verità evidente, dove l’amore è spento da un egoismo freddo e crudele, dove il nome di Cristo è impugnato con odio cosciente e ribelle, dove lo spirito del vangelo mistificato e smentito, dove la disperazione si afferma come l’ultima parola (…). Il male rimane uno dei più grandi e permanenti problemi per lo spirito umano, anche dopo la vittoriosa risposta che vi dà Gesù Cristo” (Paolo VI, Discorso per l’udienza generale del 15 novembre 1972 “Liberaci dal male”, in “Insegnamenti di Paolo VI” pp. 1172-1173).
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Quella espressione che restò nella storia
Anche nell’omelia Resistite fortes in fide, tenuta nella basilica di San Pietro il 29 giugno 1972, il Santo Padre ripropose ai fedeli l’argomento sul demonio. Riferendosi alla Chiesa di oggi Paolo VI affermava di avere la sensazione che da qualche fessura fosse entrato il fumo di Satana (Cfr. Paolo VI, Omelia “Resiste fortes in fide” del 29 giugno 1972, in “Insegnamenti di Paolo VI” (1972), p. 707). Egli denunciava che, all’interno della Chiesa, vi era la presenza del dubbio, dell’incertezza, dell’inquietudine, dell’insoddisfazione, attribuendone le cause, oltre che all’umana debolezza, anche all’intervento del demonio. (Ivi, pp. 703-709).
L’ultima volta che ne parlò fu nel discorso all’udienza generale di mercoledì 23 febbraio 1977, dove svolse il tema “Vigilanza ed energia morale per resistere alle tentazioni del mondo” (Paolo VI, Discorso per l’udienza generale del 23 febbraio 1977, “Vigilanza ed energia morale per resistere alle tentazioni del mondo”, in “Insegnamenti di Paolo VI” 15 (1977), pp. 192-194). Dopo aver presentato i vari significati della parola mondo, il papa affermava:
“E finalmente la parola “mondo”, nel nuovo Testamento e nella letteratura ascetica cristiana, riveste spesso un significato sinistro, e negativo al punto da riferirsi al dominio del Diavolo sulla terra e su gli stessi uomini dominati, tentati e rovinati dallo Spirito del male, chiamato “Principe di questo mondo” (ivi, p. 192).
La tentazione
In seguito, parlando della vita cristiana, definita come dramma in cui il male e il bene si intrecciano e si oppongono continuamente, il pontefice prende in esame la tentazione, continua minaccia che insidia il cammino dell’uomo nel tempo:
“Pensiamo: noi siamo esseri liberi, ma assai condizionati dall’ambiente puro dal mondo, in cui viviamo: vale a dire, noi siamo continuamente provocati a imprimere nei nostri atti una scelta, a risolvere una “tentazione”; il nostro senso morale dev’essere sempre in una tensione di vigilanza (altra parola evangelica), minacciata di espulsione dal codice della moderna permissività” (Ivi, pp. 193-194).
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Un pensiero chiaro e negativo
Gli interventi di Paolo VI esaminati, erano volti a sottolineare la sua posizione sul diavolo e sulla azione, senza usare i mezzi forti del suo magistero, ma piuttosto esprimono con chiarezza il suo pensiero. Seguono sorprese e commenti per lo più negativi, sostenuti anche dalle prese di posizione di alcuni teologi che, con molte argomentazioni sostengono che disquisire sulla personalità o meno di Satana è un problema inutile e che è comunque lecito considerarlo come un’interpretazione teologica per esprimere la presenza del male nel mondo e negli uomini.
Ne sono un chiaro esempio la rivista Concilium che dedica sul diavolo un numero monografico: Satana – i demoni sono dei “niente” del 1975 e il nuovo libro di Haag, La credenza nel diavolo tradotto in italiano e pubblicato nel 1976. (Cfr. A. Cini Tassinario, Il diavolo secondo l’insegnamento recente della chiesa, Pontificio Ateneo Antoniano, Roma, 1984, pp. 209-214).
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