La pandemia del coronavirus ha messo il mondo in quarentena. Le misure di isolamento in Cina sono per molti un eccesso di autoritarismo.
A poco a poco, però, altri popoli si sono visti costretti a limitare la libera circolazione delle persone nelle strade e alle frontiere, in vista della rapida diffusione del nuovo virus.
La quarentena obbligatoria è l’ultima di una serie di misure di isolamento.
In primo luogo si cancellano gli assembramenti di persone, poi si sospendono le lezioni in scuole e università. Chiudono poi temporaneamente fabbriche e centri di servizi. Si stabilisce infine che le persone debbano rimanere a casa.
E così si crea l’illusione che l’isolamento – pur se necessario – sia possibile.
Ma non lo è.
Nel senso corretto del termine, isolare significa chiudere tutti i canali di contatto di un sistema con quello che lo circonda. Un sistema isolato sarebbe quello che non scambia materiali, energie e informazioni con l’ambiente circostante.
Ma tutto ciò che esiste scambia materia, energia o informazioni con quello che lo circonda. Un albero, ad esempio, anche se è morto si decompone, dando continuità al processo di relazione con il suo ambiente.
Niente nell’universo è isolato.
Nessuno si può isolare completamente, anche se costruisce un bunker di sopravvivenza (come qualche miliardario eccentrico potrebbe fare) o si trasferisce sulla cima di una montagna in una regione remota.
In qualunque luogo ci si trovi, si resta collegati all’ambiente circostante.
Con questo non vogliamo dire che le misure restrittive e di quarantena siano inutili, anzi: sono necessarie ed efficaci nella lotta alla pandemia del coronavirus.
Ma non sono misure di isolamento. Sono solo misure restrittive della circolazione di distanziamento sociale.
L’isolamento completo è una mera illusione.
L’illusione che i problemi non arriveranno fino a noi.
L’illusione che quella prima tosse contaminata, della quale qualcuno ha sofferto mesi fa a Wuhan, non sarebbe mai giunta fino a noi.
L’illusione del fatto che non siamo determinati da quello che ci circonda.
L’illusione del fatto che non abbiamo nulla a che vedere con i problemi intorno a noi, siano essi vicini o distanti.
Quando la quarantena passerà e il mondo sarà tornato alla normalità, facciamo l’esercizio di ricordare che il coronavirus non è stato solo una pandemia.
Ricordiamo la pandemia del coronavirus nella particolarità di un evento piccolo: una tosse. La tosse di qualcuno che stava soffrendo.
Questo pensiero ci aiuti a prenderci cura di ogni piccola sofferenza, di ogni piccola miseria, di ogni piccola tosse.
E sia così per giustizia e carità. Ma se così non fosse, sia per l’allarme.
L’allarme che ci dice che, per quante risorse possiamo accumulare, non saremo mai completamente isolati. Quella piccola tosse arriverà a noi.