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MIENMIUAIF - MIA MOGLIE ED IO - pubblicato il 11/03/20

Dov'è la bellezza in questa situazione? Dove la troviamo, come la attingiamo? In Lei, nostra Madre, attraverso la preghiera, soprattutto il Rosario.

 Di Giuseppe Signorin

La bellezza, in questo dolore/panico collettivo causato dal coronavirus, e in particolare nel dolore/panico più acuto di chi ha già delle patologie o problemi vari di salute (io appartengo a questa fascia) o di chi ha una certa età, dov’è? Dov’è la bellezza in questa situazione che sembra così difficile, in cui a noi credenti manca anche il Pane di Vita, l’Eucarestia, Dio che ci nutre donandosi in modo così folle, umile e miracoloso? La bellezza, ora, è soprattutto in lei: Maria. La Madre di Dio.

Rivolgiamoci a lei, preghiamo il Rosario. Preghiamolo abbondantemente, cerchiamo di non avere il “braccino corto”, adesso che a molti il tempo non manca. Chiediamo alla Madre di Dio che aiuti i medici, gli ammalati, i governanti, tutti noi. Facciamo sentire la nostra voce di figli. Dio ha scelto Maria per portarci Gesù una prima volta, solo attraverso di lei può tornare di nuovo. Un virus ci ha portato via la tranquillità, la salute e l’Eucarestia. Maria può intercedere per noi, preghiamola. Mettiamoci sotto il suo manto. Preghiamo la Vergine che ci aiuti a risolvere questa situazione e possiamo tornare al più presto a nutrirci di Dio.

Come Mienmiuaif, abbiamo pensato di proporre un semplice Rosario ogni sera alle 20.30 (salvo inconvenienti) in diretta dal nostro profilo Instagram, insieme ad altre persone. Ma ci sono tanti modi e tante belle iniziative, a partire dalla “Corona(anti)virus” che trovate a questo link.


ROSARY, HANDS, PRAY,

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Quante volte Maria ha salvato da pesti ed epidemie i popoli, come quello vicentino (noi abitiamo in provincia di Vicenza), legato proprio per questo motivo al Santuario della Madonna di Monte Berico, dove si venera Maria Madre di Misericordia (

). I figli di Dio si sono sempre rivolti a Maria, la loro madre, nei momenti difficili. Non facciamo i superbi pensando di cavarcela da soli.

In questo momento la preghiera è decisiva e può creare quell’unità di cui c’è bisogno. Sfruttiamo il tempo in cui dobbiamo rimanere in casa allungando verso l’Alto il soffitto delle nostre stanze con la preghiera. Scriveva l’arcivescovo e predicatore televisivo statunitense Fulton Sheen, nel suo libro La pace dell’anima: “La materia divide, mentre lo spirito unisce. Dividete una mela tra quattro uomini: potrà sempre nascere una lite per l’attribuzione della parte più grossa. Ma se quattro uomini imparano una preghiera, nessuno sarà tentato di privarne gli altri: la preghiera diventerà così la base della loro unità”.

E quindi: oremus.

Salve, Regína,
Mater misericórdiae,
vita, dulcédo et spes nostra, salve.
Ad te clamámus,
éxsules filii Evae.
Ad te suspirámus geméntes et flentes
in hac lacrimárum valle.
Eia ergo, advocáta nostra,
illos tuos misericórdes óculos
ad nos convérte.
Et Iesum, benedíctum fructum
ventris tui,
nobis, post hoc exsílium, osténde.
O clemens, o pia, o dulcis Virgo María!




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