Svelata la relazione, sinora segreta, della Commissione Ruini. Su sette apparizioni della Madonna, avvenute tra il 25 giugno e l’1 luglio, i presunti veggenti non hanno mentito
Svelata la Relazione finora segreta della Commissione internazionale d’inchiesta vaticana, guidata dal cardinale Camillo Ruini, che ha giudicato credibili le apparizioni mariane di Medjugorje.
Lo riporta il giornalista e scrittore Saverio Gaeta, che l’ha pubblicata nel volume inedito “Dossier Medjugorje” (edizioni San Paolo).
In questi scritti inediti, i membri della Commissione spiegano le motivazioni per cui, a schiacciante maggioranza (13 su 15 votanti) hanno ritenuto che gli inizi del fenomeno di Medjugorje non siano riducibili a sole dinamiche umane, ma abbiano un’origine soprannaturale.
Le sette apparizioni
In particolare, ritengono di «poter affermare con ragionevole certezza che la prime sette apparizioni risultano intrinsecamente credibili, perché capaci di suscitare in chi le ha vissute un risveglio della fede, una conversione del modo di vivere e un rinnovato senso di appartenenza alla Chiesa».
Le sette apparizioni si collocano dal 25 giugno all’1 luglio 1981, ossia in un arco temporale di una settimana (è esclusa la prima presunta apparizione del 24 giugno, in cui la Madonna sarebbe apparsa su un nuvola, ma non c’è stato alcun dialogo con i giovani veggenti, che sono scappati via ndr).
Cinque sono avvenute sulla collina di Podbrdo, una nella casa parrocchiale di Medjugorje, un’altra nella località di Cerno, dove gli allora veggenti, adolescenti, erano stati portati in auto dai funzionari di polizia.
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Cosa accadde nei presunti veggenti
In questi sette casi, fa notare Gaeta, pubblicando le conclusioni della Commissione: è la Madre di Cristo che aspetta i veggenti; il “fenomeno” (la Gospa, la Figura) sta davanti ai veggenti, sempre nello stesso posto (nelle prime cinque); nei veggenti esiste la memoria esatta del luogo e dell’ora della prima apparizione; il messaggio non è indirizzato ai singoli individui, ma a tutti i presenti (veggenti/percipienti); il fenomeno si verifica “all’improvviso” e di sorpresa; il fenomeno provoca paura e disturbo nelle anime dei veggenti.
Nelle apparizioni successive, la visione della Madonna provoca sempre meno sorpresa ed è in qualche modo programmata.
Nessuna alterazione mentale
In virtù di queste premesse l’esame condotto dalla Commissione internazionale ha portato a delle conclusioni molto chiare su Medjugorje.
In primo luogo non ci sono alterazioni a livello psicologico nei veggenti, allora adolescenti, «si trattava di adolescenti normodotati, non manipolabili e non eterodiretti, in grado di riconoscere l’inganno e di prendere posizione nei suoi confronti».
In merito alla storia dei presunti veggenti, «nulla in essa li aveva in un certo senso preparati alle presunte prime sette apparizioni della Gospa; esse rimangono qualcosa che irrompe nelle loro vite e nelle loro esperienze senza essere state richieste, cercate, desiderate, immaginate, volute o indotte».
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Non ci sono interessi
L’ambiente in cui sono cresciuti i veggenti aveva «i tratti della pietas christiana tradizionale, con una significativa impronta mariana debitrice anche del carisma francescano, ma non tale da attendere, ipotizzare, desiderare – e men che meno inventare con dolo – una manifestazione sovrannaturale della santa Madre del Signore».
In merito alle conoscenze allora a disposizione dei presunti veggenti, sia sul piano culturale sia sul piano delle verità cristiane, «esse si presentano, al momento delle prime sette presunte apparizioni, senza particolari contenuti, inclinazioni o interessi a connotarle».
Non potevano sapere cosa succedeva nel mondo
Sul grado di partecipazione di allora dei presunti veggenti alla vita ecclesiale «non è rilevabile, al momento delle prime presunte sette apparizioni, un loro particolare protagonismo o impegno»
Infine, «in merito alle informazioni sugli avvenimenti allora in corso al di fuori della Jugoslavia, sia in Europa sia nel mondo, che potevano essere a disposizione dei presunti veggenti, esse non sono abbondanti, tenuto conto delle strutture tipiche di uno Stato totalitario quale quello di ispirazione marxista fondato dopo la seconda guerra mondiale dal maresciallo Tito († 1980)».
La “sentenza” della Commissione
Tutte queste considerazioni portano la Commissione a dire che «i risultati raggiunti evidenziano in modo sufficientemente ragionevole che l’oggetto in esame, vale a dire le prime sette presunte apparizioni, manifestano un essenziale e strutturale carattere di indeducibilità ed eccedenza rispetto alla storia, all’identità e alle possibilità sia dei presunti veggenti sia del loro ambiente vitale».
In pratica i veggenti, o presunti tali, non avevano le caratteristiche per potersi inventarsi un fenomeno, così dettagliato, di tale portata. «Parallelamente – scrive la Commissione – l’imprevedibile e speciale legame religioso che l’evento introduce nell’esperienza dei suoi primi destinatari appare compatibile con il carattere sovrannaturale del segno».
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Una Gospa “familiare”
Le prime sette apparizioni suscitano in loro «una soggettualità, una responsabilità e un protagonismo a cui i presunti veggenti non erano né preparati, né abituati». E il soggetto delle prime sette presunte apparizioni, la Gospa, «si presenta con caratteri e una familiarità inediti rispetto a quel che i presunti veggenti potevano conoscere di lei».
Il demonio non c’entra
E anche l’oggetto delle richieste/messaggi, «vale a dire la pace nella sua dimensione essenzialmente teologale, acquista un’urgenza, una dimensione e un significato che si dilata ben al di là degli orizzonti già posseduti, vissuti e desiderati dai presunti veggenti e dal loro ambiente vitale».
Viene esclusa «l’ipotesi di un’origine demoniaca degli inizi del fenomeno», che «appare gratuita e infondata, essendo in contrasto con quanto è stato osservato sul profilo iniziale del fenomeno, oltre che con i frutti positivi derivati dal fenomeno stesso».
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Legame indissolubile con Cristo
Gli elementi teologici che accomunano le prime sette apparizioni denotano che «il soggetto, la Gospa, manifesta e mantiene un legame indissolubile con il Cristo di Dio, e la sua persona e i suoi gesti non sono comprensibili al di fuori di questo legame»
Che le richieste/messaggi del soggetto, la Gospa, «hanno una strutturale dimensione teologale, sia nella loro dimensione conoscitivo-intellettuale, sia nella loro dimensione pratico-operativa».
E infine che il manifestarsi della Gospa «ravviva nei presunti veggenti il senso della loro appartenenza alla Chiesa».
E’ sulla base di questi dati, la Commissione internazionale ritiene di poter affermare con ragionevole certezza che le prime sette apparizioni risultano intrinsecamente credibili.
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Il Papa
Il Papa, dopo aver esaminato la relazione Ruini e i pareri su di essa dei membri della Congregazione per la dottrina della fede ha deciso di affidare all’arcivescovo polacco Henryk Hoser, una missione da «inviato speciale della Santa Sede» per «acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale» a Medjugorje e «soprattutto, delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio» per «suggerire eventuali iniziative pastorali per il futuro». Tuttora Hoser è in missione a Medjugorje.
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