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Il problema di chiedere a Dio? E’ che la risposta arriva sempre (anche se non piace!)

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Farknot Architect|Shutterstock

Stile di vita di una folle donna cattolica - pubblicato il 28/01/20

Se bussiamo ci sarà aperto, ma il coraggio di entrare dobbiamo averlo noi. Il coraggio di mettere da parte le nostre convinzioni per la certezza che Lui ha le risposte che tanto chiediamo.
Vorrei centomila cose, le vorrei con la mia mente, ma mi sembra di capire che per Te tra il dire e il fare, c’è un mio bene differente… (“Fino a dove può arrivare”, Reale)

Nella vita ci ritroviamo spesso a fare richieste al Signore, direi anche più volte al giorno alcune volte o in base a come stiamo.
Ok, cerchiamo di essere onesti, lo stalkeriamo proprio se non siamo nella giornata giusta. Il risultato spesso è rimanere delusi perché non abbiamo le risposte (che vogliamo). Fare continue richieste senza nemmeno aspettare una risposta, martellare con preghiere, richieste, novene e rosari focalizzandoci solo sul volere un risultato e pensando poco a ciò che chiediamo realmente…ecco cosa ci manda fuori strada.
In poche parole vorremmo che Dio fosse come un mago che con una bacchetta risolve i nostri dilemmi e problemi.
Quante volte mi sono ritrovata a chiedere miriadi di “favori” a Dio, gli consegnavo la richiesta e aspettavo che venisse realizzata, un pò come la classica mentalità pagana dove fai il rito e aspetti il risultato. Peccato che cosi facendo sbagliavo tutto, instauravo un rapporto con Dio a senso unico dove io chiedevo e lui doveva dare senza tenere minimamente conto che un rapporto reale non funziona cosi.

Perché non esaudisce le mie richieste? Perché non mi ascolta?

Quante volte mi sono fatta questa domanda…e credo di non essere l’unica.
Magari dovevo fare la novena in modo diverso, dovevo scegliere quella versione anziché quella che aveva un parte in meno; ho fatto il rosario troppo di fretta, dovevo aggrapparmi a quel Santo invece di quello… Ed ecco che rispunta la parte pagana che c’è dentro, dove le parole hanno una valenza magica e contano più dei fatti e dell’intento. Poi parlando con il mio padre spirituale ed esternando le varie perplessità e considerazioni che avevo fatto ho capito che stavo sbagliando tutto; Dio non guarda se hai fatto la novena con un pezzo in meno, oppure se hai recitato il Rosario a metà perché con i bambini a casa è difficile…
Lui guarda la continuità e la costanza con cui reciti la novena o un Rosario, Lui guarda al cuore, se quella richiesta viene veramente da lì o semplicemente non sai scegliere da solo, Lui guarda a cosa è bene e giusto per te, perché, a differenza tua, lui lo sa veramente.

Per mesi e mesi ho chiesto al Signore di aiutarmi a stare meglio (avevo problemi di salute che stavano diventando invalidanti), ho trascorso più di 2 anni stando molto male e non ricevevo risposta, mi sentivo come se meritassi ciò che mi stava accadendo, poi ho capito che in realtà mi stavo auto distruggendo da sola, ho pensato che se proprio non potevo stare meglio, avrei dovuto imparare a sopportare, a conviverci e ad andare avanti lo stesso. Mi sono rimboccata le maniche, sono caduta tante volte e dopo un anno fatto di peggioramenti a causa di persone sbagliate, ho conosciuto una dottoressa (piuttosto lontana) che ha iniziato a farmi stare meglio e, benché la strada sia ancora molto lunga, ne sto uscendo.
Il Signore non mi ha fatta stare meglio con uno schiocco di dita, dopo aver incontrato dottori sbagliati, ho incontrato quella giusta per caso (dio-incidenza), con lei ho iniziato un percorso fatto di sacrifici, rinunce, stare ancora male fino ad iniziare a trovare un piccolo equilibrio. Nel frattempo si sono aggiunte altre cose che mi hanno aiutata a stare meglio, ma ci è voluto tempo… I nostri tempi non coincidono con quelli di Dio, ciò che vogliamo noi spesso non coincide con ciò che ci serve, ma allo stesso tempo non dobbiamo pensare che ciò che abbiamo (malattia, sofferenza) ce lo meritiamo perché non è affatto cosi!




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Qualche mese fa, dopo qualche anno, sono tornata al Santuario della Madonna d’Erbia, il santuario della mia conversione.
Davanti alla Madonna ho fatto la solita chiacchierata e le ho chiesto cosa dovevo fare, quale fosse la mia strada, a cosa dovessi dedicarmi per aiutare gli altri,per aiutare mia figlia…avevo il cuore in mano. Non era la prima volta che facevo questa richiesta e non avevo mai ricevuto una risposta, un segno, qualcosa che me lo facesse capire… o magari non me ne sono accorta. Il giorno dopo, una ragazza su Facebook mi ha girato un volantino, riguardava un corso per diventare tutor per bambini con DSA (mia figlia rientra nei dsa essendo disgrafica, disortografica e con difficoltà attentiva). Dopo averci pensato e averne parlato con mio marito, ho deciso di provarci, ho fatto il corso e ora da qualche mese lavoro come tutor con due ragazzini e riesco anche a seguire meglio mia figlia. Probabilmente se questo volantino fosse arrivato una settimana dopo, non avrei nemmeno collegato le cose e avrei pensato ancora ad una mancata risposta. Non è finita qui perché l’ultimo esempio risale a poco tempo fa, per molti potrà sembrare banale, ma in realtà racchiude due cose importanti, la prima è il ricevere concretamente un “segno” che ti faccia capire cosa fare, la seconda è il nostro girarci dall’altra parte una volta che abbiamo capito di avere ottenuto ciò che ci serviva

…quando sto bene scordo in fretta ciò che hai fatto già per me (“Il cuore da cui provengo”, Reale)

Questa frase della canzone dei Reale credo sia perfetta per molti aspetti, quando otteniamo ciò che abbiamo chiesto magari diminuiamo l’intensità della preghiera, iniziamo a trascurare Dio, torniamo ad essere come prima… forse è proprio per questo che Lui ha tempi e modi diversi dai nostri. Ad inizio anno sono tornata a stalkerare la Madonna per le mie solite richieste, questa volta la richiesta riguardava il mio dare testimonianza. Avevo bisogno di capire se quello fosse un mio compito oppure dovevo smettere perché la mia esperienza di conversione magari non dava niente a nessuno e non volevo dedicare tempo ed energie ad un progetto, “e se in realtà il mio compito fosse un altro?”. Per cui rieccomi con la mia richiesta, aggiungendo che non mi sarebbe importato il modo in cui avrei ricevuto una risposta, anche se sarebbe stato pesante o meno, avevo bisogno di capire.
Ora, voi magari vi metterete a ridere ma a me è servito… fatto sta che uno o due giorni dopo, per non so quale motivo, non riuscivo più ad accedere a Facebook, in poche parole non potevo recuperare l’account in alcun modo (specifico che oltre alla pagina e gruppo a stampo cattolico, ho anche altre pagine…).
Il mio primo pensiero qual è stato?
“Non voglio perdere la pagina e il gruppo di “stile di vita di una folle donna cattolica!”


LETTER TO SANTA

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Ebbene si, poco mi importava delle altre pagine, anche dell’account in sé, il mio unico pensiero era il perdere quella parte che mi permette di donare la mia testimonianza di fede, di conversione, di imperfetta cattolica. Quella per me è stata la risposta alla mia richiesta di due giorni prima. Ho capito cosa dovevo fare, ovvero evitare le altre pagine che gestivo e dedicarmi solo a quella della testimonianza.
In qualche modo che ancora non capisco, dopo due giorni, sono riuscita a tornare nell’account e ho ripreso a postare nella pagina.
Pochi giorni dopo, ho ripreso a postare anche nelle altre pagine come una che non ha capito nulla di ciò che gli è stato insegnato.
Si, avevo capito cosa dovevo fare, però una volta ottenuta una risposta è tornato tutto come prima, ma sono tornati anche i dubbi.
Colpa di Dio che non risponde? No! Colpa mia che non voglio ascoltare, vedere, recepire!

Avrei altri esempi che, tornando indietro, mi fanno capire che Lui aveva risposto alle mie richieste ma non le ho viste perché mi aspettavo cose diverse.
Lui risponde, lo fa sempre ma non nel modo in cui noi pensiamo perché in realtà noi chiediamo e aspettiamo la risposta che vogliamo noi e ciò che non rientra nella nostra logica diventa trasparente.
Per cui bisogna stare attenti a ciò che si chiede perché ci verrà dato, non come vorremmo noi, non con i nostri tempi ma arriverà.
L’unica cosa in nostro potere è quella di fidarsi e affidarsi; facile? assolutamente no!
E’ tanto difficile, le cose cosi si complicano ma se non ci affidassimo, che fede sarebbe?
E’ proprio qui che entra in gioco la fede, la voglia di fidarci di Lui, il momento di dire “ok, sia fatta non la mia, ma la tua volontà”

Ricordate…

chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. (Lc 11)

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DAL BLOG “STILE DI VITA DI UNA FOLLE DONNA CATTOLICA”

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