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BOOKS

Alena Ozerova|Shutterstock

Giovanna Binci - pubblicato il 20/12/19

E' strano viaggiare restando a casa propria, eppure coi libri è così: non c'è posto nuovo, reale o tanto buio da farci paura. Ci sentiamo a casa, sappiamo che anche il finale più inaspettato o triste, parla di noi.

Per chi ama leggere, ogni luogo è casa. Sono a casa in piedi sul tram cercando di tenermi in equilibrio tra un tizio in giacca e ventiquattr’ore e una ragazza con il caffè take away che sborda pericolosamente a ogni frenata. Sono a casa sulla poltrona di una sala d’attesa, a casa sopra un treno in ritardo o seduta che aspetto mia figlia che esca da scuola.
Sono stata in posti meravigliosi e mi è sembrato di conoscerli da sempre, di sentirli vicini, proprio come fossero casa appunto. Nessuna paura del buio o dell’ignoto: tutto era familiare. Posti in cui non tornerò di nuovo: nel regno di Fantasia a cavallo di un Fortuna Drago, accompagnata da Galadriel per le vie luminose di Valinor. Luoghi che incrocio tante volte, che cerco nelle mie giornate per tornare lì, esattamente tra quelle pagine, a quella riga: nella brughiera con il bordo dell’abito bagnato di rugiada e i capelli crespi, a parlare di libri e ufficiali con Elizabeth Bennet, di ritorno da Maryton.
C’è stata quella volta che ho incrociato un lampione nella neve e mi sono avvicinata a fissarlo aspettando un fauno e perdendo il bus o quella in cui ho dovuto fare un bel respiro per schiantarmi contro il muro del binario 9/45. Perché ogni libro è un viaggio strepitoso, così reale. Un viaggio in cui se anche perdessimo la strada o andassimo fuori dall’itinerario che abbiamo immaginato, saremmo sempre a casa. A vedere per la prima volta quell’infinito oltre la siepe, seduti su una qualunque panchina di un parco come tanti, che alla luce del tramonto è proprio lo stesso che guardava Giacomo. A scoprire stanze che non apriamo mai, chiuse a chiave, con dentro bauli e bauli delle nostre paure più grandi, che non riusciamo a dire ad alta voce. La paura di non essere noi i padroni di tutta la storia, proprio come succede con le trame dei libri. Abbiamo speranze, sogni, aspettative che affidiamo al vento, ma il finale disattende, solo per ricordarci che non tutti i viaggi terminano come ce lo aspettavamo, che a volte, l’inaspettato ti lascia più di una favola. Anche quando manca il lieto fine, come poi succede davvero, il viaggio resta e con lui la sensazione di avere in mano la chiave di quella stanza, che è sempre stata casa e che adesso fa un po’ meno paura aprire.

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