Attraverso questa asimmetria, si può delineare facilmente l’iconografia demoniaca. Inizialmente i demoni venivano rappresentati come qualsiasi altro angelo, ma con un colore diverso: verdi, neri o pallidi come se fossero morti. Il modello bizantino del diavolo è quello di una figura piccola, scura, pelosa, agile e derisoria che era già stata usata per rappresentare popoli selvaggi, pagani, mostruosi e leggendari. La distruzione del mostruoso è intesa anche come conseguenza della predicazione cristiana (come nel caso di San Cristoforo, e varie storie apocrife della vita degli apostoli Pietro e Paolo).
L’immagine del male come composto da combinazioni antropomorfe e animali non è solo un’eredità greca. Questo tipo di creature si ritrova anche nelle religioni persiane ed egiziane. Le creature persiane dovrebbero essere l’origine non solo delle bestie a più teste del libro dell’Apocalisse e del drago bizantino, ma anche di alcune delle immagini del libro di Ezechiele (il che ha senso, considerando che il profeta ha vissuto durante il periodo della cattività babilonese). Fu solo in seguito, soprattutto nel IX secolo, che il diavolo assunse forme umane, ma con molti aspetti zoomorfi: mancanza di mani o piedi, sostituiti da zampe e zoccoli. La sua schiena termina con una coda di rettile, sicuramente una traccia dei primi tempi in cui veniva rappresentato come un serpente o un drago. In questo periodo apparve una novità importante e spesso sottovalutata, che ha un interessante e unico insegnamento morale: in genere il diavolo ha tratti mostruosi e deformati, se non animaleschi, ripetuti sul petto, all’inguine e sulla schiena. È un modo particolarmente curioso di implicare che i poteri superiori di quella creatura (della mente, situati simbolicamente nella testa) sono stati messi al servizio di appetiti e impulsi più bassi; l’istmo del collo, che separa il cervello dagli altri organi, è improvvisamente scomparso! Per questo motivo, è anche comune vedere Satana rappresentato come un essere “gastrocefalico”, con un unico volto che occupa tutto il tronco.