Il giorno dedicato al ringraziamento ci ricorda che dobbiamo esprimere più spesso la nostra riconoscenza. Ecco un suggerimento per farlo
Il giorno del Ringraziamento si sente o si legge spesso “Rendere grazie al Ringraziamento, va benissimo, ma dovremmo ringraziare tutto l’anno!” Magari è un cliché, ma vale la pena di ricordarsene perché possiamo facilmente sentirci privati di qualcosa che pensiamo di meritare.
La sfida è come rendere grazie tutto l’anno. Ho un suggerimento per farlo in modo indolore almeno una volta al giorno, e magari due o tre: usate il classico ringraziamento cattolico al momento dei pasti.
Il cibo
Conoscete la classica frase: “Benedici, o Signore, noi e questi tuoi doni che stiamo per ricevere dalla tua bontà. Nel nome di Gesù, amen”. Tendo spesso a contrarre la frase, pronunciandola a volte come se fosse un’unica parola, con autentica gratitudine nei confonti di Dio ma senza essere grato per nulla in particolare, tranne forse il cibo, perché ce l’ho davanti.
Ecco cosa cerco di fare. In primo luogo, pronunciare il ringraziamento rapidamente ma facendo attenzione a ogni parola. Cerco di ricordare la cosa principale che sto chiedendo (la prima parola) e a chi la sto chiedendo. Cerco anche di immaginare tutto ciò per cui sto ringraziando Dio, perché altrimenti tutto può fermarsi alle parole.
“E questi tuoi doni” significa tutto, perché la generosità di Dio non conosce confini.
Immagino subito il cibo, che è il motivo immediato per cui sto pregando, e poi cerco di ricordare almeno uno dei doni che mi hanno portato a godere di quel dono del cibo: una casa in cui consumarlo o un ristorante a cui andare, la famiglia o gli amici con cui mi trovo, il denaro con cui lo pago, le persone che l’hanno prodotto e fabbricato e lo hanno portato al negozio, e se sono fuori la macchina per arrivare sul posto e le strade che vi ci conducono.
E anche altre cose, perché vedere una cosa per ringraziare Dio porta a vederne altre. Otteniamo il nostro cibo come parte di un sistema estremamente complesso che viene a noi come dono.
Il trucco non è pensare a molte cose, ma pensare a qualcosa. Ringraziare in questo modo può richiedere solo un paio di secondi in più quando si è ormai allenati a farlo.
Il resto
In secondo luogo, immagino qualche altra cosa per cui sono grato, o qualcuno. Può trattarsi della famiglia o degli amici con cui mi trovo, o qualcuno o qualcosa che me lo ricordano. Essere grato per il mio amico Richard seduto dall’altra parte del tavolo mi ricorda i miei amici Mark, Rob o Wes, e questi mi ricordano l’uomo che non conosco bene ma la cui compagnia mi rallegra sempre e la donna la cui vita mi indica sempre Gesù.
Come nel primo caso, ringraziare Dio per qualcosa mi porta a ringraziarlo per altre, e cosa più utile, a vedere quante cose mi sono state date che non ho mai visto come doni. Tutti abbiamo migliaia di cose per cui dovremmo ringraziare Dio, e centinaia di persone che conosciamo personalmente e della cui presenza nella nostra vita siamo grati.