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Perché la festa di Cristo Re veniva in genere celebrata a ottobre?

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Philip Kosloski - pubblicato il 28/10/19

Quando venne istituita da Papa Pio XI era strettamente legata al giorno di Ognissanti

Quando il mondo era in subbuglio e il secolarismo si stava diffondendo, Papa Pio XI cercò di combatterlo affermando che Gesù Cristo è il vero re a cui dobbiamo la nostra fedeltà.

Lo fece stabilendo una festa in onore di “Nostro Signore Gesù Cristo Re” nel 1925 attraverso la sua lettera enciclica Quas Primas. Pio XI spiegava: “Ci sorregge tuttavia la buona speranza che l’annuale festa di Cristo Re, che verrà in seguito celebrata, spinga la società, com’è nel desiderio di tutti, a far ritorno all’amatissimo nostro Salvatore”.

Inizialmente questa festa veniva celebrata l’ultima domenica di ottobre, subito prima della festa di Ognissanti il 1° novembre. Era una scelta deliberata, e Pio XI spiegava perché aveva scelto quella data:

“Ci sembrò poi più d’ogni altra opportuna a questa celebrazione l’ultima domenica del mese di ottobre, nella quale si chiude quasi l’anno liturgico, così infatti avverrà che i misteri della vita di Gesù Cristo, commemorati nel corso dell’anno, terminino e quasi ricevano coronamento da questa solennità di Cristo Re, e prima che si celebri e si esalti la gloria di Colui che trionfa in tutti i Santi e in tutti gli eletti. Pertanto questo sia il vostro ufficio, o Venerabili Fratelli, questo il vostro compito di far sì che si premetta alla celebrazione di questa festa annuale, in giorni stabiliti, in ogni parrocchia, un corso di predicazione, in guisa che i fedeli ammaestrati intorno alla natura, al significato e all’importanza della festa stessa, intraprendano un tale tenore di vita, che sia veramente degno di coloro che vogliono essere sudditi affezionati e fedeli del Re divino”.

In questo modo, Pio XI collegava la nostra ricerca di santità alla regalità di Cristo.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica sottolinea questo legame commentando la nostra partecipazione all’ufficio regale di Gesù Cristo:

“Il popolo di Dio partecipa infine alla funzione regale di Cristo. Cristo esercita la sua regalità attirando a sé tutti gli uomini mediante la sua morte e la sua risurrezione. Cristo, Re e Signore dell’universo, si è fatto il servo di tutti, non essendo « venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti » (Mt 20,28). Per il cristiano « regnare » è « servire » Cristo, soprattutto « nei poveri e nei sofferenti », nei quali la Chiesa riconosce « l’immagine del suo Fondatore, povero e sofferente ». Il popolo di Dio realizza la sua « dignità regale » vivendo conformemente a questa vocazione di servire con Cristo” (CCC 786).

Partecipiamo a questa regalità quando serviamo gli altri e ordiniamo la nostra vita in base al Vangelo. I santi in Cielo hanno avuto successo a questo riguardo e sono stati veri servi del Re, effondendo il Suo amore in tutto il mondo.

Se questa festa è stata in seguito spostata alla fine di novembre per sottolinearne il legame con la conclusione dell’anno liturgico, questo tema spirituale ha ancora tutto il suo potere e ci ricorda cosa significhi essere servi obbedienti di un re benevolo.

Erediteremo le gioie del Regno solo quando riconosceremo il nostro ruolo come servi fedeli, pronti e disponibili a fare tutto ciò che serve per promuovere un regno d’amore che si estenda in tutto il mondo.

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