Gli adolescenti che effettuano il cutting o si infliggono altri tipi di ferite stanno chiedendo disperatamente aiuto
L’autolesionismo tra gli adolescenti non è una moda o un tentativo di attirare l’attenzione. Quando diffondiamo punti di vista del genere, proviamo a molti adolescenti che hanno ragione a sentirsi soli di fronte ai loro problemi. L’autolesionismo ha cause complesse, è difficile da fermare ed è un segno di un’immediata necessità di aiuto.
Ribellione adolescenziale
Quando un bambino entra in età adolescenziale, è facile per i genitori soccombere di fronte all’illusione di essere meno necessari. Dopo tutto, i bambini a quell’età sono in grado di riscaldare i cibi dal frigo, o magari perfino cucinare piatti succulenti; possono rimanere a casa da soli, o andare al supermercato. Spesso questo sentimento è accompagnato dall’aspettativa che, visto che stanno crescendo, debbano essere già grandi – pensare e agire come persone pienamente mature.
Il periodo dell’adolescenza può essere pieno di ansia e di esperienze estremamente difficili. Quella che viene considerata superficialmente “ribellione adolescenziale” riflette un conflitto interiore che provano mentre cercano risposte alle domande relative alla loro identità, al significato della vita e alle leggi che la governano. Diventano incredibilmente attenti a individuare le incoerenze tra ciò che i genitori dicono e quello che fanno, e molti sensibili al modo in cui la società dipinge gli adolescenti.
L’autolesionismo è un’espressione esterna della grande tensione e dello stress di quest’epoca per gli adolescenti. È un tentativo disperato di affrontare il dolore mentale. Il dolore fisico aiuta momentaneamente a sviare l’attenzione dall’angoscia emotiva. Il cutting (tagliarsi) o altre forme di autolesionismo sono cercati come modo per alleviare lo stress e dare l’illusione di una sorta di controllo su una situazione per la quale non vedono via d’uscita, come l’alcool o le droghe per chi ne è dipendente.