Quanto ci fa male vivere in uno stato di ansia perenne, pronti a scattare per un nonnulla, a preoccuparci per molte cose! Eppure l’ansia ha qualcosa da dirci. E se provassimo ad ascoltarla?Qualche tempo fa ho acquistato in una bancarella allestita fuori dalla chiesa del mio paese d’origine alcuni agili libretti. Sono due sottili volumi che compongono una piccola collana dal titolo Guarire il cuore, (Anna Bissi, edizioni dell’Immacolata, 2015).
Leggendoli ne ho tratto grande giovamento; li ho trovati un modo intelligente di far reagire la potenza del Vangelo con le sofferenze psicologiche. Perché Cristo è venuto per l’uomo intero, ci conosce in tutte e tre le nostre dimensioni ed è il medico dei corpi, delle menti e dello spirito.
Basta un po’ di onestà intellettuale per riconoscere la potenza di indagine psicologica che ci offrono le parole e i gesti di Gesù nel Vangelo. Ne sono stati conquistati diversi pensatori anche senza giungere alla grazia della conversione.
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Nell’introduzione è ben illustrata la cornice entro la quale saranno tratteggiate le successive riflessioni.
All’inizio del suo ministero pubblico Gesù, spiegando il motivo della sua incarnazione, ha fatto comprendere di essere venuto per coloro che avevano bisogno di Lui: i malati e i peccatori. Chi di noi rifiuta di appartenere a tali categorie si autoesclude, dunque, dalla salvezza.
(…) Pensarsi “malati” significa, innanzitutto, non sentirsi schiacciati dal peso del limite e delle responsabilità (…). C’è in noi qualcosa che prescinde dalla nostra volontà (…). Questo ci aiuta a guardarci con realismo, ma anche a non farci schiacciare dai sensi di colpa.
C’è subito una bellissima notizia: se si è malati si può anche guarire. Soprattutto perché esiste il Medico. E la cosa meravigliosa che questa doppia consapevolezza ci regala è che proprio la nostra malattia sarà occasione di relazione sempre più profonda con il Signore. Più ci lasciamo curare da Lui, più saremo sani psicologicamente e spiritualmente.
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Scorrendo le pagine e accettando di farmi leggere e lavorare da quel che la psicoterapeuta Anna Bissi scrive sono arrivata ad un tema che più di altri mi tocca. E non ho molta fantasia in questo: l’ansia infatti è insieme alla depressione una vera pandemia contemporanea.
Come ha fatto per affrontare le altre “malattie” l’autrice prende le mosse da un passo evangelico. Siamo a casa di Lazzaro e Gesù si è già accomodato e ha iniziato a parlare. Maria è seduta ai suoi piedi mentre “Marta era distolta per i molti servizi” (Lc 10-39-41).
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Come non riconoscere i tratti, il tono stesso dell’ansia nella voce e nelle parole che Marta rivolge a Gesù, come un vero rimprovero a Lui e alla sorella?
“Signore non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. (Ibidem)
Marta ha messo al centro le proprie aspettative e il timore dell’insuccesso, ha messo al centro sè stessa.
L’esperienza di Marta descrive bene ciò che pure noi proviamo quando ci lasciamo cogliere dall’ansia. Un impegno oggettivamente importante, un avvenimento inatteso, (…) diventano per noi fonte di tensione.
(…) Desideriamo dare il meglio di noi stessi e finiamo così per “perdere le proporzioni” e ingigantire l’importanza di quanto stiamo vivendo. (Guarire il cuore 1, Anna Bissi, Edizioni dell’Immacolata, p. 45)
Come una pessima colonna sonora del film della nostra vita
L’ansia non è sempre circoscritta ad un evento particolare, ma può accompagnarci stabilmente, in ogni situazione, un po’ come la colonna sonora del film della nostra vita, sia nelle scene piacevoli sia in quelle più drammatiche.
Spesso, invece, costituisce un sottofondo non ben definito, che a nostra insaputa ci cammina accanto e trascorre con noi l’intera giornata; essa diventa così una sorta di cattiva compagna, che ci fa sobbalzare al primo squillo di telefono inatteso (…). (p. 46)
E questa ansia indefinita continua a proliferare, apparentemente senza possibilità di essere arginata.
Invece è possibile. E come? Ascoltandola, ma sul serio.
Una cattiva compagna, ma una buona amica: l’ansia ha qualcosa di importante da darci sulla nostra vita
Obbedendo alla spinta irresistibile che l’ansia esercita su di noi saremo portati volta a volta ad impegnarci al massimo per risolvere problemi, riuscire nei compiti che ci toccano, evitare pericoli. Tutte cose giuste e sacrosante ma vissute in modo deformato e deformante. Non è da essi che dipende davvero la nostra vita.
Ecco allora un indizio: di che cosa ci parla la nostra ansia? Poiché se è vero che la sua compagnia non è affatto piacevole, il messaggio che intende farci arrivare è invece benefico. Allora prima di provare ad eliminarla, reprimendola, ascoltiamola.
Per guarire da questa “malattia dell’anima” bisogna innanzitutto andare alle radici trovare la causa del suo manifestarsi. Scopriremo così che essa ha origine nella nostra condizione di esseri umani: una condizione precaria, soggetta ai pericoli, ai fallimenti e alla morte. (p. 47)
Cosa significa, dunque, che abbiamo ragione ad essere ansiosi? E come mai allora Gesù rimprovera, seppure dolcemente, la cara amica e ospite in affanno, Marta?
Abbiamo di sicuro ottime ragioni, ma non abbiamo “ragione”. E per Marta la faccenda è davvero particolare: è proprio la presenza del suo interlocutore a cambiare radicalmente lo scenario della sua vita, delle sue priorità, delle sue seppur comprensibili preoccupazioni.
Non può essere così anche per noi?
C’è una Notizia che cambia tutto
Seguiamo il testo nei passi che ci propone:
L’ansia riconosciuta ci invita, infatti alla ricerca di un senso all’esistenza: essa ci interroga rispetto all’origine e al fine della vita, la nostra e quella di chi ci circonda, incominciando dalle persone care. (Ib.)
Per chi è mamma o papà, in particolare, l’esperienza dell’ansia si sbilancia pesantemente sulla vita dei figli, rischiando di soffocarli. Ma dietro le mille preoccupazioni: che cosa mangerà? l’ho vestito abbastanza? sarà accettato, saprà comportarsi bene? troverà la sua realizzazione? , si cela LA domanda: che ne sarà di lui, di lei?
Allora è proprio solo la conoscenza e la relazione con quella Presenza che può radicalmente cambiare tutto: persino la nostra frequenza cardiaca.
Guariamo così dall’ansia perché essa ci invita – o talvolta ci obbliga – a interrogarci, a cercare il significato di una vita che non vogliamo pensare semplicemente in balia di forze oscure, ma che scopriamo invece guidata e amata da Colui che ne sta all’origine. (Ib)
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