Da Cosma e Damiano a Isidoro, tra miracoli, guarigioni e martirii. Scopriamo chi sono
Autori di guarigioni non solo mediche. Sono i primi cristiani, studiosi di medicina, che si sono distinti per aver aiutato (anche in circostanze straordinarie) numerose persone che avevano chiesto il loro aiuto.
Ecco i più importanti e autorevoli santi taumaturgi, che Paolo Gulisano descrive in “L’arte del guarire” (Ancora editrice).
1) Cosma e 2) Damiano
I primi santi medici della storia del cristianesimo, e della medicina, furono due fratelli gemelli, Cosma e Damiano, che furono martirizzati durante la persecuzione di Diocleziano, e che sono stati scelti come patroni della professione medica. I due santi erano nati probabilmente verso la metà del III secolo in una città nel patriarcato di Antiochia (nell’attuale Turchia), ultimi di cinque figli.
La famiglia era benestante: il padre si era convertito al cristianesimo dopo la loro nascita, e venne ucciso durante una persecuzione. La madre, Teódota, era una nobile cristiana dal carattere molto forte, che, rimasta vedova in giovane età, dedicò ogni cura all’educazione dei figli.
“Anargiri”
Dopo gli studi umanistici, Cosma e Damiano si recarono in Siria per studiare le scienze e, in modo particolare, la medicina, sui testi di Galeno. Cominciarono ad esercitare la professione medica con spirito cristiano unicamente per amore di Dio e del prossimo, con assoluto disinteresse, senza mai chiedere alcun compenso, né in denaro, né in natura, sia dai ricchi e sia dai poveri, in applicazione del precetto evangelico: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Si meritarono così il soprannome di anargiri. termine greco che significa «senza argento», ovvero senza denaro.
La preghiera
I fratelli medici usavano raccogliersi in preghiera dinanzi all’ammalato prima di procedere all’anamnesi, all’esame obiettivo e alla prescrizione della terapia. Una frase a loro attribuita, nel rivolgersi al malato, è la seguente: «Tutto il bene ci viene dal Signore. Uno solo è il vero Dio, e solo Lui – e non noi – sana la tua piaga, rende la luce ai tuoi occhi, spegne la febbre nelle tue vene. Noi non siamo che i suoi strumenti. In Lui devi avere fede e guarire». A Cosma e Damiano la tradizione attribuisce numerose guarigioni miracolose.
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3) Sebastiano
Una figura che cominciò ad essere invocata come protettore contro le epidemie fu quella di san Sebastiano, un santo che ha avuto una lunga, grande popolarità. In numerose chiese si può trovare l’immagine del suo martirio, trafitto da innumerevoli frecce, che tuttavia non avevano avuto il potere di ucciderlo.
La conversione
Nato nel III secolo a Milano da un funzionario romano, Sebastiano entrò nell’esercito imperiale raggiungendo alte cariche, e venendo chiamato a far parte delle guardie personali degli imperatori Diocleziano e Massimiano.
Convertitosi al cristianesimo, mise tutte le sue grandi qualità al servizio della Chiesa perseguitata, diffondendo il messaggio cristiano tra le famiglie nobili e i magistrati, ma anche assistendo i carcerati. Scoperto e chiamato a giudizio dagli imperatori fu condannato a morte mediante il supplizio delle frecce, cui tuttavia sopravvisse.
Riacquistata la salute, anziché seguire l’invito dei cristiani ad abbandonare Roma per avere salva la vita, decise di dichiarare pubblicamente la sua fede in Cristo, davanti ai due imperatori, mentre questi compivano un sacrificio nel tempio di Ercole. Per ordine di Diocleziano fu ucciso, probabilmente tra la fine del III sec. e l’inizio del IV mediante flagellazione nell’ippodromo del Palatino e il suo corpo gettato in una cloaca.
Il prodigio della peste
La leggenda racconta che Sebastiano apparve ad una matrona rivelandole il luogo in cui era stato abbandonato il suo corpo e chiedendole di seppellirlo presso la tomba dei santi Pietro e Paolo sulla via Appia.
Venne invocato come protettore contro la peste, vista come una sorta di freccia che colpisce silenziosamente, che punge la pelle e penetra nelle viscere, fin dall’anno 680, quando, scoppiata a Roma una furiosa pestilenza, si ricorse all’intercessione di san Sebastiano ed immediatamente l’epidemia cessò. Questi episodi gli guadagnarono nella fantasia popolare la fama di taumaturgo contro le epidemie.
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4) Pantaleone
Pantaleone nacque intorno all’anno 280 a Nicomedia, in Bitinia, regione dell’Asia Minore. Il padre Eustorgio, pagano senatore dello Stato, lo fece studiar presso un grande medico, Eufrosino, curante dell’imperatore Massimiano. Il giovane medico era talmente preparato da meritarsi l’ammirazione e l’affetto dell’imperatore stesso.
In quel periodo Pantaleone ebbe modo di avvicinarsi alla fede cristiana, colpito dall’esempio e dalla testimonianza di Ermolao, un presbitero cristiano che operava nella clandestinità a causa della ricorrenti persecuzioni.
Attraverso di lui, le sue opere di carità, i suoi miracoli, tra i quali il risuscitare alla sola invocazione del Cristo un bambino morto per il morso di una vipera, Pantaleone abbandonò definitivamente il culto pagano del dio della medicina Asclepio, e abbracciò la fede cristiana. Ciò cambiò radicalmente anche il suo modo di essere medico, consegnando il suo talento e la sua capacità di curare le malattie al salvifico potere di Cristo.
I miracoli
La guarigione di un cieco, che si era rivolto a lui dopo aver consumato tutte le sostanze appresso ad altri medici, provocò la guarigione spirituale e la conversione sia del cieco che del padre ancora pagano del santo medico.
La fama delle prodigiose guarigioni da lui operate non tardò ad estendersi a tutta la regione e i malati, sempre più numerosi, accorrevano a lui invocando le sue cure. La sua popolarità non mancò di destare gelosie e invidie tra i suoi colleghi e vi fu chi lo denunciò all’imperatore, accusandolo di prestare la propria opera professionale al di fuori del palazzo imperiale e persino nelle carceri dove si trovavano rinchiusi i cristiani.
La guarigione davanti all’imperatore
Comparso dinanzi all’imperatore, che tentò di mettere alla prova le sue doti di taumaturgo, Pantaleone manifestò apertamente la propria fede cristiana. L’imperatore allora tentò con lusinghe di dissuadere il giovane talentuoso medico dal preferire Cristo ad Asclepio. Pantaleone allora propose ai sacerdoti pagani di mettere alla prova le rispettive capacità nei confronti di un malato: venne condotto allora un paralitico, e i sacerdoti, invocando tra gli dèi anche Asclepio, Galeno e Ippocrate, si affaccendarono inutilmente. Il medico cristiano invece dopo aver invocato il nome di Cristo guarì l’ammalato. Il miracolo suscitò immediatamente la conversione di molti dei presenti, ma anche la rabbia furiosa dei sacerdoti e dell’imperatore, che alle lusinghe fece seguire l’arresto e una serie di tremendi supplizi. Morì martire.
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5) Diomede
Diomede, il primo medico dei carcerati, nacque a Tarso in Cilicia, la città di san Paolo, da una famiglia nobile.
Dapprima ricevette una formazione umanistica e in seguito studiò medicina presso la fiorente scuola medica locale. Fin dagli inizi dell’esercizio della sua professione, si conquistò la fama di medico buono e compassionevole, che si affidava, specie per i casi gravi, alla divina Provvidenza oltre che alle indicazioni e agli insegnamenti dei grandi antichi maestri come Ippocrate e Galeno.
Medico dei carcerati
Dopo essersi trasferito a Nicea, Diomede cominciò a svolgere la propria attività di medico soprattutto tra i carcerati e i perseguitati da Diocleziano. Egli curava amorevolmente i corpi martoriati e straziati dei tanti malcapitati che affollavano le terribili carceri di quei tempi.
Tuttavia agli informatori dell’imperatore non sfuggirono nemmeno le numerose conversioni suscitate tra i detenuti dalle cure amorevoli di Diomede. Denunciato per la sua opera di proselitismo cristiano, venne arrestato, imprigionato e decapitato.
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6) Sansone
Un altro medico che rivolse la propria attenzione, il proprio talento, le proprie capacità, la propria amorevolezza cristiana ai derelitti della società: si chiamava Sansone, ed era nato a Roma verso la fine del V secolo da una famiglia aristocratica. Cristiano appassionato, si era dedicato con altrettanto grande zelo allo studio della medicina. Iniziato l’esercizio della professione, si dedicò con particolare ardore e spirito caritatevole alla cura degli infermi più gravi, divenendo ben presto celebre e stimatissimo.
Curò Giustiniano
L’imperatore Giustiniano, ammalatosi di una fastidiosa malattia che nessuno dei medici di corte era riuscito a guarire, dopo che deluso e amareggiato dalla loro incapacità li aveva scacciati e deciso di non curarsi più, dopo un sogno rivelatore fece cercare il medico Sansone e da lui venne finalmente guarito. Per esprimergli la sua riconoscenza, l’imperatore gli offrì il posto di primo medico del palazzo imperiale, che tuttavia Sansone rifiutò.
Il ricovero di Santa Sofia
L’imperatore gli offrì allora altri incarichi prestigiosi, ma Sansone ancora una volta declinò le offerte, spiegandogli di essere interessato solo a continuare a curare i malati poveri, possibilmente con mezzi più appropriati.
Colpito da un atteggiamento così altruista, Giustiniano fece edificare in vicinanza della chiesa allora in costruzione di santa Sofia, un fabbricato molto spazioso e accogliente da adibire al ricovero e all’assistenza dei più bisognosi.
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7) Isidoro
Isidoro era nato in Spagna, a Cartagena, verso l’anno 560 durante la dominazione barbarica dei Visigoti. Il padre era il governatore della città. Ricevette una solida formazione cristiana in famiglia, specialmente dalla madre Teodora, insieme ai fratelli Leandro, che diverrà vescovo di Siviglia, e Fulgenzio, futuro vescovo di Cartagena, entrambi divenuti poi santi.
Il primo vescovo medico
Isidoro, dopo un’adeguata formazione, si dedicò all’esercizio della professione medica distinguendosi per le capacità, la competenza e per lo spirito di carità nei confronti di tutti coloro che ricorrevano alle sue cure, uno spirito saldamente fondato sulla sua fede. Per i grandi meriti sul piano religioso e per le sue eccezionali qualità umane nel 601 venne eletto vescovo di Siviglia, probabilmente il primo medico consacrato come successore degli Apostoli nell’ordine episcopale, succedendo al fratello Leandro, morto in giovane età.
L’enciclopedia delle scienze
Di grande importanza fu, inoltre, la sua attività di autore di libri di medicina. La sua opera di più vasta portata fu l’Originum sive Etymologiarum, in venti volumi, che rappresentò una vera e propria enciclopedia di tutte le scienze. Nel quarto volume trattava diffusamente delle origini delle malattie, della vera salute del corpo, delle malattie acute e croniche, delle patologie cutanee, delle varie terapie, dei medicinali e dei vari strumenti e ferri chirurgici. Si occupava, inoltre, estesamente dell’anatomia umana, allegando al testo un dizionario anatomico.
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