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Chi sei quando sei da solo?

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Salus in Caritate - pubblicato il 07/02/19

Scopri come valorizzare i momenti di solitudine nella tua vita

Chi sei quando sei da solo?

Impieghiamo tanto tempo a parlare e a preoccuparci del nostro rapporto con le persone e di come queste ci vedono, mentre ne usiamo molto poco per pensare e vivere la solitudine. Probabilmente è dovuto al fatto che alla solitudine non ci piace neanche pensare.

La verità è che una volta finita l’università, dopo che gli amici se ne vanno, dopo i cambiamenti di comportamento e di idee, ci troviamo di fronte alla solitudine. Sono momenti dolorosi perché cerchiamo di essere ciò che gli altri si aspettano che siamo, ma quando siamo da soli non dobbiamo più compiere uno sforzo tremendo per risultare graditi a tutti, che peraltro cambiano opinione in ogni istante. La solitudine, che dovrebbe essere un sollievo, è però per molti un segno di ansia, paura, tristezza e agonia.

La solitudine è un’opportunità. Molte persone si tormentano per il fatto di non avere un certo numero di amici, di non avere un rapporto affettivo, di essere sole.

Quando siamo soli non riusciamo a vedere chiaramente la miriade di aspettative che ci creiamo e che gli altri si creano su di noi. La solitudine è difficile perché ci mette davanti la realtà nuda e cruda, e questo fa male. La realtà delle aspettative non raggiunte, quella prospettiva di raggiungere x, y e z prima di una certa età, non concretizzata… La realtà è qualcosa che pochi si abituano ad assumere tutti i giorni nella calma della solitudine, ma è l’unica cosa che conta di fatto.

È proprio quando tutto diventa chiaro che possiamo vedere l’azione di Dio, è guardando ciò che è inaspettato che scopriamo chi siamo e ci liberiamo da quel senso di rivolta interiore provocato da tutto ciò che avrebbe dovuto essere e non è stato. Ci riconciliamo con i progetti di Dio e ci perdoniamo per non averli accolti tante volte. So che il mondo dice il contrario, ma non siete padroni assoluti del vostro destino, esiste Qualcuno di Più Grande.

E in genere è con voi e parla piano quando siete da soli. È l’unico che può dirvi chi siete, ma per questo dovete entrare nella notte oscura della solitudine accesa dall’amore ardente e attendere l’aurora della verità che siete.

La solitudine ci permette di parlare delle paure, delle angosce, e di esprimere tutto il “non detto” che spesso ha potere su di noi. Come figli della luce dobbiamo presentare tutto a Dio, che è la Luce della luce. Di fronte alla Verità, tutte le menzogne che vivono nella nostra testa e nel nostro cuore perdono forza. Quando siamo soli gettiamo la maschera. E senza quella maschera chi siamo?

È fondamentale imparare a stare a casa da soli, perché in quei momenti si riceve l’opportunità di scoprirsi. E credetemi, non siete soli, perché molti fratelli vivono la stessa situazione e perché Dio è lì nel silenzio e nella quiete – che può spaventare ma è curativa – della solitudine.

Lascia che questo momento si verifichi. È in occasioni come queste che scrivete con Dio la vostra storia irripetibile.

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