Preparare un piatto di minestra per il povero Cecco, riconoscere un santo tra i bimbi dell’oratorio, lodare Dio per le stelle del cielo, lasciare che il figlio fosse tutto per Dio. Così Margherita Occhiena nutrì di santità il figlio Giovanni.La sera è il momento in cui dovrei tirare i remi in barca e piantarla di pensare, mettere il cuore in pace tuffandomi nell’abbraccio della preghiera. Invece non riesco mai a schivare un forte contraccolpo di paura, al buio prima di addormentarmi mi assale il terrore che accada qualcosa di brutto ai miei figli. E’ l’ultimo rigurgito di egoismo della giornata: non è apprensione, è la mia voce imperiale che vuole – anche attraverso la paura – sentirsi padrona di tutto, delle piccole persone che le sono affidate.
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Oggi è la festa di Don Bosco. A lui chiedo spesso di tenere una mano sulla mia spalla di madre; posso bussare anche alla porta di sua madre. Margherita Occhiena, o semplicemente mamma Margherita. Il fulgore del Santo di Torino fu nutrito dalla luce materna di una donna illetterata e grande lavoratrice, un cuore robusto innamorato di Dio e della Madonna. Lei fu la colonna dietro la vocazione e l’opera immensa di suo figlio Giovanni. Fu dichiarata venerabile nel 2006 da Benedetto XVI.
Me la immagino come mia nonna, mani ruvide per il tanto lavoro, ma dolcissime quando devono accarezzare. Sbirciare nella sua vita, raccontarne alcuni aneddoti esemplari può essere una preghiera, una richiesta di compagnia celeste. Possa mamma Margherita darci delle benedette ispirazioni e guidarci … mentre quaggiù molto coopta a ridurre la nostra maternità a una “soddisfazione da togliersi a una certa età” o al puro e semplice disbrigo di faccende che si aggiunge al lavoro.
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Nel passo un destino
La mia passeggiata per oggi l’ho fatta, sono stata a Messa.
Rispose così, da ragazzina, Margherita Occhiena a un gruppo di amiche che volevano convincerla a giocare per le strade del paese. Brusca e diretta, già con le idee chiare. Cammina l’uomo quando sa bene dove andare e il destino scrisse per questa giovane piemontese una storia su cui lei camminò sicura, senza cedimenti di fede e con molta solerzia personale nello stare in mezzo a circostanze ostinatamente dure. Il suo sguardo ne fece occasioni di crescita nella forza della speranza cristiana.
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Sposò un uomo rimasto vedovo, da cui ebbe due figli, Giuseppe e Giovanni. Lo perse presto come compagno di vita, rimase vedova a soli 29 anni e si trovò ad affrontare da sola la conduzione della famiglia in un momento di grande carestia. Seminò bene nei campi e nei cuori dei figli. Messa al comando della casa non per sua volontà, dettava il passo a chi la seguiva … rimanendo lei al passo di Dio che non porta mai fuori strada, anche quando porta dove non sai e non vorresti.
Quando l’opera di Don Bosco prese corpo, allora mamma Margherita si mise al passo del figlio e lo seguì. Racconta proprio lui:
“Mamma, voi avete visto quanto mi vogliono bene i ragazzi dell’Oratorio, e quanto sono miseri. Non verreste a fare da mamma ai miei poveri ragazzi?”.
Don Bosco, nelle sue Memorie, a questo punto scrive poche parole: “Ella capì la forza delle mie parole e mi disse: – Se Dio vuole, andiamo”.
Leggere i segni e i cuori
Margherita Occhiena non aveva avuto la possibilità di imparare a leggere e scrivere, parlava solo in lingua piemontese. Eppure aveva una capacità a noi ormai sconosciuta, quella di leggere la realtà con la sapienza del cuore. C’è uno sguardo passivo che non si cura di ciò che ha sotto gli occhi e c’è invece una coscienza sempre all’erta in chi guarda ogni frammento di vita come fosse il suo tesoro.
In una casa dei Becchi abita Cecco. Era stato ricco, ma aveva sprecato tutto. Ed è finito in quella miseria totale in cui è difficile salvare persino la propria dignità. Si vergogna di chiedere l’elemosina, e sovente patisce la fame. Margherita, quando è notte, lascia sul davanzale un pentolino di minestra calda. Cecco viene a prendersela, camminando nel buio. (di Teresio Bosco)
Si è protagonisti del proprio tempo e del mondo, accorgendosi del bisogno a cui possiamo rispondere. Non visti – cioè senza metterci in mostra – possiamo essere l’aiuto di chi a sua volta non è visto da nessuno (ignorato o recluso in un suo isolamento).
Altri segni seppe leggere Margherita. Quando il giovane Giovanni fece il famoso sogno che preannunciava la sua vocazione, sua madre fu la prima a non deridere quel messaggio notturno e intuì che Dio chiamava suo figlio a diventare prete.
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Dio ha contato tutti i capelli del nostro capo, non gli è nascosto il nostro grido quando nessuno lo sente. Non di meno un briciolo della potenza del suo sguardo, che tiene insieme i capelli della testa e i recessi del cuore, lo dona a certi angeli in terra. Per quanto non sia un episodio clamoroso, mi commuove pensare che Margherita Occhiena sia stata tra le prime ad accorgersi di un piccolo santo che abitava l’oratorio di Don Bosco, Domenico Savio:
“Tu hai tanti giovani buoni, ma nessuno supera la bellezza del cuore e dell’animo di Domenico Savio”. Don Bosco le chiede il perché, e lei: “Interrompe i giochi per venire a trovare Gesù nel tabernacolo. Sta in chiesa come un angelo”. (Ibid)
Un realismo spirituale
Quante foto di tramonti, albe, fiori mettiamo su Instagram? La bellezza ci attira, ma non sappiamo darle più un nome … ci sbizzarriamo con gli hashtag.
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Non c’è cosa più decisiva che saper dare un senso alle cose, dando loro il nome giusto. Cioè ricordando Chi le ha fatte. Quando ero piccola, abitavo in campagna come Don Bosco e, se il tempo lo permetteva, era un rito dei miei nonni stare a guardare i campi dopo cena, quelli su cui avevano sudato durante il giorno.
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Una cosa molto simile faceva mamma Margherita coi suoi figli e diceva loro:
«È Dio che ha creato il mondo e ha messo tante stelle lassù». Quando i prati sono pieni di fiori, mormora: «Quante cose belle ha fatto il Signore per noi». Dopo la mietitura, dopo la vendemmia, mentre tirano il fiato dopo la fatica del raccolto, dice: «Ringraziamo il Signore. È stato buono con noi. Ci ha dato il pane quotidiano». (Ibid)
I nostri figli non hanno bisogno che noi genitori sappiamo dare tutte le risposte, e neppure che rispondiamo al posto loro. Imparo anche questo da lei, a stare un po’ più di lato: posso indicare loro a Chi chiedere ragione di tutto, dal grillo che salta al terremoto che fa crollare.
Sparire nella Sua Volontà
Un ultima pennellata in questo ritratto: il nascondimento. Quasi con un’insistenza esasperante, le grandi donne della tradizione cristiana ci educano a una virtù aliena al tempo contemporaneo: essere, senza apparire.
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Anzi, per essere davvero occorre sparire, un paradosso sensato: il lievito sparisce dentro la farina e non si vede a pagnotta sfornata.
Quando la chiamata di Giovanni al sacerdozio fu chiara, la premura di mamma Margherita fu quella di essergli accanto senza che lui quasi la vedesse. Con parole dirette, anche brusche, lasciò che il figlio fosse solo per Dio:
“Ma io dico: in queste cose non c’entro, perché Dio è prima di tutto. Non prenderti fastidio per me. Io da te voglio niente; niente aspetto da te. Ritieni bene: sono nata in povertà, sono vissuta in povertà, voglio morire in povertà. Anzi te lo protesto. Se ti decidessi per lo stato di prete secolare, e per sventura diventassi ricco, io non verrò neppure a farti una sola visita, anzi non porrò mai piede in casa tua. Ricordalo bene”. (da Santi e Beati)