A volte il Signore permette prove durissime ma attraverso di esse si apre un varco per entrare nel nostro cuore e riempirlo di una letizia che il mondo non conosce.Ho conosciuto un uomo lieto! Ve lo presento così svelerà anche a voi il suo segreto. Siamo compaesani, da quando anche io con la mia famiglia mi sono trasferita a Pozzolengo, sulle dolci colline moreniche che incoronano il Basso lago di Garda. Faccio una piccola premessa personale solo per favorire la sua storia. Come sapete abbiamo 4 figli di cui uno cerebropatico e con gravissime menomazioni. La cura di un invalido, si sa, costa in termini di dedizione, tempo, resistenza una cifra umana spropositata. Ebbene Maurizio è una delle persone che più ci ha trasmesso serenità ed espresso vicinanza e che, quando può, ci dà addirittura una mano. Ma la cosa sorprendente e innegabile è la gioia sincera, semplice e profonda che comunica ad ogni incontro, ad ogni scambio di parole, anche il più banale.
Buongiorno Maurizio e grazie davvero di cuore di aver accettato di rispondere a qualche mia domanda per far conoscere la tua storia ai nostri lettori di For Her Aleteia. E’ da qualche tempo che medito di intervistarti perché a mio avviso sei davvero un esempio luminoso di eroico nel quotidiano, usando le parole di San Giovanni Paolo II, o di quella santità della classe media alla quale ci invita lo stesso Papa Francesco.
Innanzitutto come è composta la tua famiglia?
Ci sono io, Maurizio Cerutti, mia moglie e nostra figlia Chiara. Abbiamo anche altre due figlie, già sposate: Manuela che col marito Massimo ha 3 figliolette, Anna di 18 anni, Sara 12 e Emma di 3 e mezzo. Stefania ha 33 anni ed è moglie di Christian; per il momento non hanno bambini ma desidererebbero averne, se Dio vorrà.
Cosa è successo a vostra figlia Chiara?
Il 28 novembre del 1983, all’età di sei mesi circa, Chiara metteva in bocca una pallina di plastica e si è come soffocata; è andata in arresto cardiaco, è entrata in coma ed è rimasta intubata per 54 giorni. Al risveglio è rimasta in coma vigile e tuttora vive in uno stato vegetativo per me apparente.
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Com’è stato all’inizio accettare la drammaticità delle sue condizioni?
Per la verità, in sei mesi di ospedale, non so forse non ci rendevamo conto di quello a cui saremmo andati incontro. Eravamo quasi assenti mentalmente. La disperazione ci aveva tolto la voglia di vivere. Andavamo a letto la sera con la speranza di non aprire gli occhi la mattina, tanta era la sofferenza. La nostra Manuela, la figlia più grande, non sapevamo neanche dove fosse. Nel 1985 è nata Stefania. Ed è stata una benedizione di Dio perché al di là di una tribolazione aggiuntiva (godeva di poca salute) c’era la gioia della sua nascita tanto desiderata. In quel periodo ci è spiaciuto tanto che parecchi vicini e parenti ci avessero consigliato di abortire. E’ stata grande la sofferenza iniziale, ma ce ne siamo liberati in fretta perché c’è stato il nostro sì alla vita, sia di Chiara sia di Stefi. Io però non avevo ancora superato la tragedia, avevo tanta rabbia, avevo smesso di frequentare la Chiesa, ero arrabbiatissimo con Dio; però mi mancava qualcosa che dentro di me rifiutavo: era Gesù, che mi amava e mi voleva contento. Ma una domenica, con Chiara sul passeggino, mi addentrai in un campo di grano. Eravamo soli e lì ho pianto disperatamente per almeno un’ora. Quando mi tranquillizzai mi sono sentito bene, tanto rilassato. Allora mi dissi: Maurizio, devi salvare il salvabile, non sei tu il padrone della vita. Tu hai la tua vita e Chiara la sua. Questo è stato veramente un momento di grazia grande e tutto è cambiato e sentivo veramente l’amore di Gesù dentro di me. Da solo non ce l’avrei mai fatta. Chiara è un dono grande che Dio ha messo sul mio cammino per essere felice.
Cosa significa assisterla tutto il giorno, tutti i giorni per anni?
Chiara, come gli altri figli, è la nostra vita. E’ tutto così normale, vorrei dire bello che certe volte mi chiedo se sono insensibile. La notte spessissimo sono in piedi con lei poiché deve essere aspirata (per liberarle le vie respiratorie dal muco, ndr). In questo momento sto scrivendo e sono le tre del mattino. Per me è normale, nessun problema, di giorno generalmente la segue la sua mamma, mia moglie.
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Il vostro matrimonio ha subito un turbamento, ha attraversato una crisi insomma a causa di questa situazione o no?
All’inizio eravamo veramente allo sbando e come dicevo prima non sapevamo nemmeno dove fosse Manuela (era al sicuro, accudita da parenti, non abbandonata! Ndr), ma poi ci siamo tanto uniti ed aiutati a vicenda. La mia mamma, la mamma di Ivana e una mia sorella ci hanno tanto aiutato.
Sei una delle persone più gioiose che abbia mai incontrato. È questione di carattere o c’è dell’altro?
Forse un po’ il carattere mi ha portato ad assomigliare un po’ alla mia mamma, me lo dicono tutti. Con il tempo ho avuto la grazia di avvicinarmi tanto a Dio. Prego molto e sono contento (così era la mia mamma).
Quando è esploso il caso di Charlie Gard e tanti di noi seguivano la vicenda e cercavano di sostenere anche da lontano la sua piccola vita, ti ho incontrato a Sirmione, con la maglietta azzurra a supporto di Charlie, come noi. E so anche che quando c’è stato in Italia il caso Englaro, finito così tragicamente, hai provato a contattare il papà di Eluana. Cosa avevi da dargli?
Volevo dirgli che non condividevo assolutamente la sua scelta, gli avrei parlato della mia esperienza e che gli volevo bene. Ho pregato per lui, sicuramente era una persona che soffriva per la scelta che aveva fatto, una sofferenza che certamente si porta dietro tuttora. Che Dio lo aiuti! Nominando Charlie Gard mi ha fatto subito pensare a Chiara Corbella, che la sua vita l’ha donata!
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La vita è preziosa sempre, chi come noi ha figli colpiti da menomazione o malattia lo capisce di più?
Sicuramente, ci sono emozioni e soddisfazioni che bisogna avere la fortuna di capire. Ognuno ha la propria vita e seppur nella diversità ogni vita deve essere vissuta fino in fondo perché la vita è un grande dono. Quante volte mi siedo vicino a Chiara, le prendo la mano e preghiamo insieme e dentro di me sento tanta gioia che non so se la merito.
Raccontami un po’ di tua moglie…
Mia moglie è una donna fisicamente forte con un cuore grande, anche se non lo dimostra poiché sembra una dura. Forse è così per quanto ha dovuto e deve affrontare con tanto sacrificio. È una donna determinata. Lei se Chiara ha prurito al naso se ne accorge subito, le gratta il naso e Chiara emette un sospiro di sollievo. Una sera, come tante, quando Chiara ha delle crisi respiratorie, ma quella sera in modo particolare, ha preso Chiara in braccio poiché si lamentava; dopo una mezz’oretta l’ha rimessa sul lettino ma Chiara riprendeva a lamentarsi. Incredibilmente è riuscita a tenerla in braccio per quasi due ore, finché Chiara si è addormentata, le ha dato un bacio e l’ha rimessa nel lettino dove ha dormito tutta la notte. Mi sono commosso ed ero tanto felice, non pensavo che mia moglie potesse essere tanto dolce.
Ci sono momenti di sconforto o esasperazione, di paura per il futuro?
Momenti di sconforto sì, quando Chiara ha le crisi, ora sempre più frequenti; sono momenti davvero molto difficili. Ma di esasperazione no. Stiamo accanto a lei a volte con un po’ di paura ma sempre mi affido alla Madonna (stammi vicino! Le dico). Parlo al singolare perché mia moglie sicuramente non prega con le parole ma con i fatti.
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Ho fatto tante domande ma di sicuro manca qualcosa di importante che ancora non è emerso. Vuoi aggiungerlo tu?
Innanzitutto ringrazio te Paola per avermi fatto dono di questa opportunità: poter parlare un po’ della mia Chiara! Non mi succede quasi mai. È stato bello anche parlare dei momenti più difficili poiché sono stati quelli che ci hanno fatto crescere ed aiutato a comprendere quanto Gesù mi ama. Grazie di cuore.
Non sono convenevoli, caro Maurizio, sono io che DEVO ringraziare te e il buon Dio. Se accettiamo i passaggi stretti a volte davvero difficili che la vita ci propone e in quelli gridiamo a Dio dal profondo del cuore allora davvero possiamo trovare una scorciatoia per la gioia e la pace. Faccio un ultimo appello a chi ci legge: non lasciate mai sole queste famiglie. Loro hanno bisogno di sollievo e compagnia e voi (noi tutti) non sappiamo che preziosa ricompensa ne possiamo ricevere.