Perché l’Italia, tra i Paesi europei, ha il record di NEET?
Nicoleta Ionescu
<b> 2. No ser sinceros </b><p> Aunque conectar con personas en los medios sociales pueda dar la impresión de ser menos significativo que hacerlo en la vida real, estos instrumentos sirven precisamente para socializarse, tener relaciones con otras personas. <p> Igual que a tu cónyuge le comentas que has tomado un café con un viejo amigo es importante también compartir con él los charlas que han resultado para ti importantes a través de Internet. No has de tener secretos con tu pareja sobre tus relaciones a través de las redes sociales. A ti tampoco te gustaría que tu marido o esposa te lo ocultara.
Sono coloro che non studiano, non lavorano e non si formano. Trascorrono le giornate oziando, spesso sui social network. Il professore Rosina: giovani troppo immaturi, iper protetti dalle famiglie. Ecco come si può uscire da questa condizione
NEET è l’acronimo inglese di “not (engaged) in education, employment or training“, in italiano anche né-né indica persone non impegnate nello studio, né nel lavoro né nella formazione.
Il professor Alessandro Rosina, docente di Demografia e Statistica sociale nella Facoltà di Economia alla “Cattolica” di Milano, ha studiato questo triste e grave fenomeno. All’attivo vanta numerose pubblicazioni, tra cui Non è un paese per giovani (2009), Neet: giovani che non studiano e non lavorano (2015), Il futuro che (non) c’è (2016).
L’Italia è il primo Paese europeo per numero di Neet: ne sono 2 milioni e 189 mila tra 15 e 29 anni, secondo il rapport Istat 2017 (La Repubblica, 13 luglio)
Rosina (nella foto qui sotto presa dal suo profilo twitter) ha provato a spiegare il perché di questo primato, di cui non c’è ovviamente da vantarsi, in un’intervista ad Alberto Galimberti, raccolta in “È una Chiesa per giovani?” (Ancora editrice).