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L’Istat fotografa la povertà dell’Italia

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JEAN-PIERRE MULLER

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 12/02/14

Tante tasse, troppa disoccupazione giovanile, poco Internet e pochissimi libri

Il segno “meno” prevale su tutto. E possiamo consolarci solo con un “più”: scende il numero degli omicidi . A crescere poi è il numero degli stranieri e quello della popolazione italiana: 60 milioni di abitanti. La fotografia dell’Istituto nazionale di statistica, il Rapporto elaborato dall’Istat "Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo", conferma un Paese fermo e in piena crisi, con tante tasse (44%), disoccupazione giovanile alle stelle, troppo traffico, poco internet e pochissimi libri.

Forse, come fa notare ilmessaggero.it (12 febbraio), non c’era bisogno di uno studio, ma “leggere i numeri dell’Istat fa davvero impressione. In Italia una famiglia su quattro è in una situazione di «deprivazione» ovvero ha almeno tre dei 9 indici di disagio economico come ad esempio non poter sostenere spese impreviste, arretrati nei pagamenti o un pasto proteico ogni due giorni”. Il quotidiano online il sussidiario.net analizza l’andamento del Pil procapite e spiega che è diminuito del 2,8 per cento in termini reali. Ciò significa che è il più basso della media Ue a 27 membri: “Si pensi che nel 2000 superava la media Ue del 17,3 per cento”. “Un crollo pauroso” è l’inevitabile commento amaro.

Indice puntato su disoccupazione giovanile e pressione fiscale da il quotidiano economico Ilsole24ore (12 febbraio): “Con oltre due milioni di giovani (nella fascia d’eta 15-29 anni), il 23,9% del totale, che non studiano e non sono impegnati in un’attività lavorativa (i cosiddetti "Neet"), istruzione e lavoro dovranno entrare con forza nell’agenda di rilancio dell’attività di governo. Ma anche altri numeri vanno rapidamente migliorati, a partire da una pressione fiscale record. Nel 2012 ha raggiunto il 44,1%, 3,6 punti percentuali in più rispetto alla media Ue a 27”.

Sui giovani si concentra anche l’attenzione de ilfattoquotidiano (12 febbraio) che tra le ragioni della crisi indica il fatto che i giovani oltre 35 anni restano a casa dei genitori: “La maggior parte dei giovani italiani se non si sposano rimangono a casa con mamma e papà. Numeri che non lasciano spazio a interpretazioni alternative: sono 6 milioni 964 mila i giovani tra i 18 e i 34 anni che vivono con almeno un genitore. Si tratta del 61,2% degli under 35 non sposati. Una percentuale che nel 2012 risulta in crescita di due punti sul 2011”. Si contano così 31 mila giovani in più, rispetto all’anno precedente, che ancora mangiano e dormono con la mamma e il papa. E soprattutto non sono solo ventenni: se tra i 18 e i 24 anni vivono a casa con i genitori in 3 milioni 864 mila, la cifra non si abbassa più di tanto andando a guardare tra i 25-34enni (3 milioni 100 mila). In altre parole a cavallo tra i 20 e 30 anni chi ancora non si è sposato in quasi la metà dei casi se ne sta con i suoi piuttosto che andare a vivere per conto proprio”.

I dati Istat come la fotografia della povertà italiana: “Il Rapporto "Noi Italia" 2014 dell’Istat – sottolinea repubblica.it (12 febbraio) fotografa un Paese più povero. I dati dell’Istituto di statistica, che si riferiscono nella maggior parte dei casi al 2012, parlano chiaro: in Italia una famiglia su quattro è in una situazione di "deprivazione"”. I dati su internet e i libri indicano anch’essi un malessere. Il 54,8 per cento della popolazione utilizza internet, ma solo il 33 per cento lo fa quotidianamente. E quasi la metà degli italiani legge solo un libro all’anno e un quotidiano alla settimana. La crisi ha anche fatto aumentare del 14 per cento i furti. L’Istat dice tuttavia che italiani hanno voglia di fare. Il tasso di imprenditorialità supera il 30 per cento, il più elevato tra i Paesi Ue. Nel campo agroalimentare siamo i primi con 248 marchi di primordine contro i 192 della Francia.

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