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Intorno a te c’è bellezza, sai vederla?

BEE AND FLOWER

By kowit sitthi | Shutterstock

padre Carlos Padilla - pubblicato il 22/06/18

Vedere il bene dietro al male, scoprire il bene coperto dal male, la bellezza nascosta dietro una bruttezza solo apparente

La bellezza della natura mi parla della bellezza di Dio. Guardo la natura e vedo il suo regno che sorge nell’occulto.

Giorni fa mi sono meravigliato vedendo come Antoni Gaudí abbia usato la natura e la bellezza nella sua costruzione della Sagrada Familia. La bellezza della natura che si eleva al cielo guardando Dio. Gli alberi come colonne che sostengono il cielo.

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Oggi ripeto il salmo: “È bello rendere grazie al Signore”. Rendo grazie a Dio per tutto ciò che ha creato. Per la sua bellezza eterna. Gli rendo grazie per la sua azione nascosta e silenziosa nella mia vita, rendendomi più bello, più solido, più suo.

Il suo potere mi commuove. Mi stupisce la natura in cui Dio mi parla. Una bellezza che rimane nel tempo. Stabile. Salda. Questo mi rallegra l’anima.

Giorni fa leggevo: “Si può notare come la situazione attuale di frammentarietà e incertezza si ripercuota anche sul senso della bellezza, che sembra aver lasciato spazio al consumo effimero, momentaneo, di questa, come se si trattasse di un prodotto da ‘usare e gettare’, destinato a sfumare all’istante”[1].

La bellezza di oggi sembra effimera. È come se tutto durasse troppo poco. Come se tutto morisse e scomparisse senza poterlo evitare.

Mi soffermo sulla bellezza della pelle, non sulla bellezza profonda. Quella bellezza che tutti ammirano in superficie. Non sulla bellezza più profonda.

Voglio imparare a soffermarmi su quella bellezza nascosta che resta invisibile agli occhi ignoranti. Spesso resto attaccato alla superficie. Valorizzo solo ciò che è temporaneo, momentaneo, passeggero. Quello che non dura per sempre.

Oggi voglio chiedere a Dio di insegnarmi a valorizzare la bellezza nascosta. A vedere il bene dietro il male. A scoprire il bene coperto dal male. La bellezza nascosta dietro una bruttezza solo apparente.

Voglio quello sguardo che si stupisce davanti alla vita. Davanti alla bellezza più profonda delle cose, delle persone.

Voglio curare la bellezza della mia anima e dell’anima di coloro che mi vengono affidati. Curare la bellezza è un compito di Dio delegato a me.

Voglio valorizzare il bello che c’è in ciascuno, e non fermarmi a ciò che mi infastidisce o mi risulta difficile.

Sono bello dentro. È questa la bellezza che conta. La bellezza eterna riflesso della bellezza di Dio. Quella bellezza che voglio curare per Dio, per gli uomini.

È la bellezza che voglio imparare a vedere intorno a me, senza fermarmi a ciò che è brutto, duro, che mi inquieta. La bellezza di Dio pacifica la mia anima. Abbellisce il mio cammino.

[1] Giovanni Cucci SJ, La forza della debolezza.

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