Fino al momento di uscire avevo avuto una giornata che mi si era complicata in mille modi, e avevo finito per andare a Messa emotivamente stressata ed esaurita. Accompagnando quella donna mi sono vista mentre accompagnavo Gesù, aiutandolo a salire al suo altare di sacrificio.
È comune per noi protestare per tutte le cose negative che ci succedono, e quanto è sottile Dio quando mi mostra con degli esempi – visto che non capisco – quale dovrebbe essere il mio atteggiamento: quello di fargli compagnia, con i miei problemi, ciascuno con i propri, ma sempre in cammino.
Penso spesso al silenzio del nostro amato Gesù nel portare tutto su di sé, nel silenzio più assoluto, quasi come quell’anziana, in silenzio con le proprie difficoltà.
Fino a quel momento avevo solo cercato di assicurarmi, forse fino a un secondo prima che il sacerdote le si avvicinasse, che non perdesse le forze a metà del cammino, ma sul momento non avevo capito cosa voleva mostrarmi Gesù.
Con quell’esempio, il mio amato Gesù mi diceva: “Accompagnami”, il che non vuol dire di sfogarci come facciamo in genere con gli amici.
È più un’interazione silenziosa, come quegli amici che si avvicinano a chi soffre profondamente, facendogli capire che condividono il suo dolore, che sono presenti, e questo basta, e questo atteggiamento dà luogo a un legame spirituale indistruttibile.
Inizio a pensare a quanto potrebbero arricchirsi le nostre vite se iniziassimo a discernere in che modo Cristo ci chiede di fare le cose.
Abbiamo senz’altro bisogno di crescere in quel vincolo con Gesù, e come ci dice di nuovo Pepe González “la Croce è la via più facile, efficace e rapida per configurarci a Cristo”.
Quanto è necessaria la Croce per ricordarci di Cristo, per iniziare a pregare, per andargli incontro!
La prossima volta che mi si presenterà un problema saprò senz’altro che è Lui che mi sta chiamando ad andargli incontro, e saprò come accompagnarlo.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]