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Dio esaudisce le preghiere dei single che sognano l’amore?

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Agnès Pinard Legry - pubblicato il 18/04/18
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Mons. André Léonard, arcivescovo emerito di Marines-Bruxelles e Primate della Chiesa cattolica in Belgio, apporta uno sguardo lucido e schiettamente cristiano sui single desiderosi di impegnarsi e sul posto di Dio nella loro “ricerca”. Intervista.

Divisi tra il desiderio di donarsi pienamente nel matrimonio e le sfide della vita moderna, i single seguono talvolta – spesso – un cammino fatto di interrogativi e di dubbi. Per aiutarli a camminare in tutta serenità Theotokos, sito di incontri cristiano, organizza dal 30 luglio al 5 agosto la propria “università d’estate” a Notre-Dame de Laus, santuario mariano della diocesi di Gap e di Embrun. In programma momenti di condivisione e di catechesi, ma anche numerose attività sportive e… festive! Mons. André Léonard, arcivescovo emerito di Malines-Bruxelles, cappellano di Notre Dame de Laus e autore dell’opera Dieu exauce-t-il nos prières ? [Dio esaudisce le nostre preghiere, N.d.T.] fa parte dei relatori scelti per animare l’evento. Così in una conversazione con Aleteia è tornato sulle difficili questioni che sono quelle della vocazione e del desiderio, talvolta deluso, dei single che sperano in una vita di coppia.



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Agnès Pinard Legry: Come trovare la propria vocazione?

+ André Léonard: Il termine “vocazione” viene dal latino vocare, e dunque significa “chiamata”. Quando si parla di vocazione si parla di una chiamata che ci viene rivolta. Non bisogna mai perdere di vista che se il Signore ci chiama a qualcosa, questo appello include la nostra libertà, non si tratta mai di una determinazione o di un ordine che bisogna eseguire passivamente! Si discerne, ciascuno lo porta nel cuore e si sviluppa tenendo conto della nostra libertà. A immagine dei genitori, che guardano il loro bambino e scoprono rapidamente le sue capacità, Dio ci guarda con fiducia e speranza. Come i genitori con il loro bambino, perché Egli vede in noi ciò che possiamo divenire crescendo. Questo sguardo di speranza dispiega le potenzialità di colui che ne è l’oggetto. Ma se quest’appello, questa vocazione non si realizza, ciò non significa che tutta la nostra vita viene spogliata di senso, perché la vocazione di ogni cristiano è la santità. E questa vocazione permane qualunque cosa accada.



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A. P.L.: Dio risponde alle preghiere dei single desiderosi di impegnarsi in una vita di coppia?

+ A. L.: La questione sta tutta nella preghiera di domanda. Quando la formuliamo, la sottomettiamo sempre alla provvidenza divina e alla volontà di Dio. Ciò non vuol dire che essa sia responsabile di tutto ciò che capita nella nostra vita, ma che niente della nostra vita le sfugga. Gesù ci fa crescere nella fiducia che tutte le nostre preghiere saranno esaudite. Ma quando pensa alla nostra vita, Egli la guarda nel suo insieme, vale a dire nella sua fase terrestre e in quella eterna. Quando si considera questa temporalità, tutte le nostre preghiere fatte nella fede perseverante saranno esaudite.



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A. P.L.: Come conservare la fiducia quando il tempo passa e la preghiera di domanda si fa preghiera di tristezza o di disperazione?

+ A. L.: Se una persona celibe o nubile prega per dieci anni per poter incontrare “l’anima gemella” perché si sente chiamata alla vita di coppia, io le dico di continuare a pregare, senza tenere il conto degli anni. Dio non è sordo, né cieco, né insensibile. Non è Dio che ha bisogno di tempo per rispondere alle nostre domande, ma siamo noi che ne abbiamo bisogno per adeguarci progressivamente alla volontà di Dio, alla nostra vocazione.


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A. P.L.: Questo tempo di attesa può essere un tempo fecondo?

+ A. L.: Ma certo! Realizzare che quanto si desidera non si adempio è doloroso e può precipitare la persona in una profonda disperazione. Perché questo tempo diventi fecondo, non bisogna sopportarlo passivamente, bensì sceglierlo ed esserne attori. Ciò che appare come una fatalità può diventare sorgente di fecondità sotto lo sguardo di Dio. Ai single che non hanno più speranza di sposarsi quaggiù dico: «Comunque non vivete questo come una fatalità, una cosa priva di speranza: vivetelo come una scelta, offritelo a Dio!». Questo celibato porterà frutto. Come ha scritto santa Teresa di Gesù Bambino, tutto è grazia. Insomma, questa aspirazione a condividere la vita con qualcuno che si ama e da cui si è amati può avere una realizzazione diversa dal matrimonio: può passare per amicizie sane, per un atteggiamento associativo…



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A. P.L.: Lei avrebbe qualche consiglio “concreto” per aiutare i single desiderosi di una vita di coppia?

+ A. L.: Vivere da eremiti a casa propria e senza cercare di avere contatti non è la soluzione, evidentemente. Per trovare qualcuno, bisogna offrirsene la possibilità. Bisogna concedersi, usando della propria libertà, delle chances di incontrare qualcuno coltivando le relazioni che si hanno nell’ambiente professionale, in quello personale, in quello associativo… Anche i siti di incontri e le agenzie matrimoniali, quelli seri o d’ispirazione cristiana, possono essere una soluzione. Il sito Theotokos, ad esempio, organizza quest’estate un’università estiva a Notre-Dame de Laus. In parallelo, quelli che sperano di incontrare qualcuno debbono coltivare gli impegni mettendoli in un quadro profondamente umano, come l’aiuto a bambini in difficoltà, a persone malate… Queste persone, nella loro fragilità e nella loro umanità, aiutano a mettersi in comunione. Ed è importante coltivare tutte le comunioni in attesa della sperata comunione coniugale. In fondo, non si deve perdere di vista che proprio in quanto si vive in attesa di un tale incontro è centrale vivere pienamente… nell’istante presente. È il solo momento che ci appartenga davvero.



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[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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