Già sull’aereo inizia a leggere i messaggi dei tanti brasiliani che gli chiedono scusa, che gli mostrano amore e solidarietà, che promettevano preghiere. Si è smesso abbastanza rapidamente di seguire la vicenda ma nel frattempo il bene ha camminato.

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Claudia, vedova per mano di sconosciuti dei quali non ha ancora incrociato gli occhi, fa suo lo sguardo di Rino e parlando con la voce di una rabbia vinta, forse nemmeno fatta accendere dice: “l’odio non porta da nessuna parte”. Mentre invece aiutare i ragazzini che crescono in un ambiente violento, privati di un orizzonte di senso e facili prede dei potenti criminali della zona, porta speranza, costruisce il bene. E’ un muro, piccolo ma robusto, che si tira su per alzare l’argine contro il male.
E così mentre le indagini proseguono Rino e Claudia pensano che vogliono aiutare i bambini di quelle favelas.
“Anche solo una piccola cosa. Non c’è bisogno di pensare in grande, non abbiamo gli strumenti né le capacità. Una svolta si innesta anche da cambiamenti minimi». La ricerca di un programma da appoggiare non è stata facile. Solo dopo diversi mesi è spuntato il nome di Milli De Giacomi, che nella favela di Miguel Couto, territorio di narcotraffico, ha fondato Progredir Onlus per offrire un’alternativa alla droga.” (ibidem)
Ora quella biblioteca che era sull’orlo della chiusura è ripartita con eventi, iniziative, ospiti; e porta un nuovo nome “Il viaggio di Roberto“. Viene il sospetto che sia un viaggio non stroncato ma dirottato, inaspettatamente, alla sua destinazione finale che gli auguriamo già compiuta o che affretteremo anche con le nostre preghiere.
Che belle queste storie in un mondo che si ostina a voler diventare post-cristiano. Il perdono crea, il bene vince.