Aleteia logoAleteia logoAleteia
martedì 19 Marzo |
Aleteia logo
Stile di vita
separateurCreated with Sketch.

Cosa vuole insegnarci Ridley Scott?

RIDLEY SCOTT

BAFTA YouTube

Ramón Monedero - pubblicato il 27/02/18

Premiato per la sua carriera cinematografica, basa il suo discorso sull'importanza dell'istruzione

All’ultima consegna dei BAFTA (gli Oscar inglesi), Ridley Scott è stato premiato per la sua carriera dedicata al cinema. Nel suo discorso di ringraziamento, al quale nessuno sembra aver fatto grande caso, il regista, che ha firmato film come Il Gladiatore, Alien e Blade Runner, ha affermato che “le storie migliori devono basarsi sulla verità”.

Il discorso di Scott ai BAFTA ha ruotato intorno a un concetto a cui in genere si presta ben poca attenzione ma che è fondamentale per tutte le generazioni a venire: l’istruzione. “I docenti hanno la professione più importante. Risolviamo il problema degli insegnanti e risolveremo molti dei problemi sociali che esistono attualmente”, ha dichiarato.

Il regista ha sottolineato anche il ruolo dei narratori, ovvero coloro che si dedicano a raccontare storie. “L’intrattenimento può essere la forma più potente di istruzione”, ha detto Scott. Ciò significa che non è solo questione di imbattersi in un buon professore, ma a volte è anche questione di vedere un buon film.

È curioso che il regista abbia parlato di insegnanti e narratori quasi negli stessi termini, soprattutto perché è possibile che abbia ragione. Alla fin fine, insegnare è comunque un esercizio di narrazione, motivo per il quale a una storia migliore corrispondono risultati migliori.

Detto questo, il paradosso è che Ridley Scott non è il miglior narratore del cinema moderno, né di quello inglese. I suoi due film migliori sono stati Alien e Blade Runner, di quasi quarant’anni fa. Erano la sua seconda e la sua terza pellicola. Era ancora un “novellino” nel raccontare storie con la telecamera.

Scott proveniva dalla pubblicità, e per questo amava esporre racconti in un periodo di tempo molto breve. È evidente che questo gli è servito per creare atmosfere, confezionare i suoi progetti come se fossero dei quadri e non allontanarsi troppo da quanto stabilito per non dispiacere quasi nessuno.

A partire da Alien e Blade Runner, tuttavia, le cose non sono andate troppo bene a Ridley Scott. Né Thelma & Louise, né Il Gladiatore, Black Hawk o American Gangster hanno eguagliato quei due film.

Ciò non toglie che sia un cineasta interessante, soprattutto perché non è mai stato conformista, osando con proposte complicate dalle conseguenze imprevedibili come Legend, 1492. La conquista del paradiso, Hannibal o Exodus.

Non parliamo della serie televisiva The Vatican, che avrebbe dovuto affrontare ipotetici intrighi, tradimenti e politiche interne della Chiesa cattolica a Roma ma non è mai arrivato da nessuna parte (tranne l’episodio pilota diretto da Scott) perché a quanto pare l’organizzazione è stata disastrosa.

Quello che voglio dire con tutto questo è che Ridley Scott, anche se non piace del tutto, è un regista interessante, ma per un’unica cosa – perché rischia, e questo è sempre positivo. Continua a rischiare anche se ha ottant’anni.

Mi colpisce il fatto che Scott abbia una concezione così elevata dell’istruzione, e mi chiedo cosa pensi di insegnare con una filmografia così disparata. Un giorno è spirituale, quello dopo è un ateo. Un giorno è pieno di speranza, l’altro nichilista.

La questione Il concetto mi sfugge, lo ammetto, soprattutto perché credo che Ridley Scott sia sempre stato più interessante nelle sue forme che nei suoi contenuti. Per questo credo che anche il suo discorso ai BAFTA sia stato più vistoso che profondo o coerente. Un po’ come la sua filmografia.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

Tags:
cinemadiscorsoistruzionepremioregista
Top 10
See More