Come cresce? Cosa vede? Cosa mangia? Le risposte dei pediatri dell’ospedale Bambino Gesù
Come cresce
Un lattante sano nato a termine cresce in media 25-30g al giorno nel primo trimestre: circa 200g alla settimana. Questo dato si riferisce tuttavia ad una crescita media che normalmente può variare di molto da un bambino all’altro. Non vi è alcun motivo di pesare ogni giorno il bambino, così come è fortemente sconsigliata la “doppia pesata” (prima e dopo il pasto). Entrambe queste pratiche alimentano tra l’altro l’ansia materna e possono compromettere l’allattamento.
Sarà sufficiente verificare che il bambino allattato al seno deglutisca adeguatamente per un tempo sufficiente, che dorma circa 2-3h tra una poppata e l’altra, che la diuresi sia valida (cambio di 2-3 pannolini al giorno) pensandolo una volta alla settimana (spogliato, a distanza dal pasto e con la stessa bilancia) per avere la certezza che stia assumendo una quota di liquidi e nutrienti adeguata ai propri fabbisogni. La conferma di un accrescimento adeguato all’età avverrà poi durante la visita mensile dal pediatra, che utilizzando i percentili di riferimento confronterà la crescita staturale, ponderale e della circonferenza cranica del bambino con quelli dei sui coetanei, verificando al contempo che si mantenga armonica la crescita della statura, del peso e dei vari segmenti del corpo (braccia, gambe, torace).
Come si muove
Lo sviluppo di ogni bambino, in questo periodo così come nei successivi, è differente da quello degli altri bambini della stessa età. Ogni bambino si sviluppa a modo suo. La comparsa di determinate abilità avviene sempre in un arco di tempo e non in un momento preciso. Il lattante di 1 mese così come il neonato continuerà a presentare un ipertono (maggior contrazione) dei muscoli flessori con rilasciamento degli opposti che gli farà mantenere fino a quasi i due mesi di vita una posizione fetale con le gambe flesse sulle cosce, cosce flesse sul tronco, avambracci flessi sulle braccia e pugni chiusi. Progressivamente perderà i riflessi neonatali arcaici, acquisirà il controllo del capo, inizierà a seguire gli oggetti che gli si avvicinano, a interessarsi al proprio corpo e ad afferrare seppur in modo automatico, involontario, qualunque oggetto venga messo a contatto con la mano. In quest’epoca il lattante presenta una motilità simmetrica ma non ancora coordinata degli arti. In posizione prona è in grado di sollevare la testa fino a 45° sul piano, ma non è ancora in grado di rotolare sul fianco.
– A 1 mese: pugni ancora chiusi; mantiene la posizione fetale; segue un oggetto di grandi dimensioni fino a 90°;
– A 2 mesi: tenuto in posizione seduta la testa vacilla ma rimane dritta per qualche istante; in posizione prona solleva la testa dal piano fino a 45° e si tiene sugli avambracci; segue fino a 180° un grosso oggetto che si sposta vicino al capo;
– A 3 mesi: posto sul ventre estende la testa da 45° a 90°; in posizione seduta tiene la testa dritta; inizia l’osservazione della mano; riesce a voltare completamente la testa per seguire un oggetto vicino ma ancora non riesce ad afferrarlo.
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Cosa vede, cosa sente e come si fa sentire
La visione, a questa età, è la maggior fonte di informazione del lattante riguardo a ciò che lo circonda. Fino a circa i 3 mesi di vita utilizza maggiormente la visione periferica poi quella centrale, il che vuol dire che inizialmente vedrà meglio quando guarda i volti o gli oggetti con la “coda dell’occhio”, poi progressivamente, a partire dai 2 mesi, migliora la messa a fuoco e comincerà a vedere più nel dettaglio i volti. Fin dal primo mese è in grado di seguire un oggetto vicino che gli ruota attorno pur non essendo in grado di afferrarlo.
Riguardo all’udito, a questa età riconosce perfettamente la voce dei genitori ed in particolar modo quella della mamma e, gradualmente, una gran varietà di suoni. Si attiverà così un processo di integrazione sensoriale tra ciò che ascolta, quello che vede e le sensazioni che prova attraverso il contatto fisico e l’olfatto. È un processo essenziale per stimolare il desiderio di interagire con ciò che lo circonda.
A questa età il canale di comunicazione del lattante con chi gli sta attorno non sarà il linguaggio pre-verbale che si limiterà a pochi suoni gutturali, ma corporeo. Il bambino cercherà di interagire con gli adulti attraverso il pianto, il sorriso, la mimica del volto ed i movimenti del corpo, che il genitore dovrà imparare a conoscere per intuirne i bisogni ed attraverso il loro soddisfacimento promuovere lo sviluppo psicomotorio del figlio.
Cosa mangia e come lo mangia
Nei primi tre mesi di vita l’alimentazione sarà esclusivamente lattea. Il latte materno, se assunto correttamente è infatti in grado di soddisfare pienamente i fabbisogni calorici, idro-elettrolitici e di oligoelementi del nostro bambino che pertanto in questa epoca della vita non necessita di altri alimenti né di una supplementazione con acqua o altre bevande. In mancanza di latte materno, sarà necessario ripiegare sui latti formulati o artificiali (i latti in polvere). A differenza del latte materno, tuttavia, i latti artificiali non contengono IgA secretorie specie-specifiche in grado di proteggere il lattante in questi delicati mesi in cui non sono ancora in grado di difendersi con le proprie risposte immunitarie. Inoltre il latte contiene molti altri componenti benefici che i produttori non sono in grado di inserire nel latte formulato. Sono sempre più numerosi e convincenti gli studi che dimostrano come l’allattamento al seno, influenzando anche la flora batterica intestinale è in grado di “interferire” favorevolmente sul successivo sviluppo e sulla funzionalità di vari organi ed apparati.
L’allattamento al seno nei primi sei mesi di vita è senz’altro un grande vantaggio per il bambino e per il suo futuro. Qualora la mamma non potesse o non volesse allattare avrà comunque a disposizione numerosi latti in formula che presentano caratteristiche simili a quelle del latte materno. Diversa sarà la tecnica dell’allattamento al seno, sempre a richiesta libera e senza alcun vincolo di orari, rispetto all’allattamento con latte artificiale in cui ad eccezione della notte dovrà essere rispettato un intervallo di circa 3 h – 3 h ½ tra una poppata e l’altra.
– Allattamento al seno a richiesta libera;
– Allattamento con latte di formula tipo 1 ogni 3 h- 3 h ½;
– Allattamento misto consensuale ed alternato.
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Come dorme
Per il lattante tra 1 e 3 mesi di vita, il sonno è un momento molto importante, e dura normalmente tra le 18 e le 20 ore al giorno. Molte sono le cause che possono interrompere il sonno durante la giornata e non sempre il pianto significa richiesta di cibo. Pertanto è buona norma dinnanzi a risvegli frequenti, prima di attaccare il bambino al seno o di ricorrere al biberon, tentare di intuirne il disagio, tranquillizzandolo con la voce e il contatto fisico e adottando una ritualità di comportamenti che lo rassicuri e lo conforti creando così i presupposti per l’organizzazione di un processo di autoregolazione degli stati comportamentali del sonno e della veglia.
Circa la posizione da tenere in culla, numerosi studi hanno da tempo dimostrato che la posizione supina (sul dorso) è il modo migliore per prevenire la morte in culla, inclinando eventualmente il piano del letto di circa 30°, qualora si sospetti un reflusso gastroesofageo (fisiologico a questa età se non associato a rallentata crescita, infezioni respiratorie ricorrenti o a crisi di apnea).
– Il lattante tra 1 e 3 mesi dorme 18-20 h al giorno
– Risveglio non significa richiesta di cibo
– Dormire sul dorso previene la morte in culla
Il gioco, come aiutare lo sviluppo della mente
In questi primi mesi il bambino inizia a conoscere il proprio corpo e cerca di interagire, a modo suo, con il mondo che lo circonda, tappa fondamentale per un corretto sviluppo neuromotorio nonché per l’acquisizione delle capacità cognitive e delle peculiarità caratteriali. Passerà molto tempo ad osservare e ascoltare le persone che lo circondano e sarà perfettamente in grado di riconoscere una voce. I genitori potranno così iniziare a “conversare” con il proprio bambino. È molto importante parlargli durante l’allattamento, mentre lo si cambia, quando si addormenta e quando gioca, rispondere con il sorriso ad un suo sorriso, imitarne le espressioni del volto ed i movimenti oltre a rassicurarlo; ne trarranno beneficio l’intraprendenza e la capacità di socializzazione.
Verso il terzo mese sarà poi lui a cercare di attrarre l’attenzione e di comunicare, scruterà attentamente il volto di chi ha di fronte, pronto a rispondere in modo entusiastico a un sorriso e ad arrabbiarsi se un gioco viene interrotto. Gli interlocutori preferiti sono ovviamente i genitori ma, a partire da questo periodo, è sempre più attratto dai fratellini e da altri bambini. Tra i giochi preferiti di questa età, guardare immagini colorate con un forte contrasto, fotografie di bambini o della famiglia, ascoltare insieme la musica, leggere libri di storielle, oggetti colorati e rumorosi come i sonagli. Il gioco preferito resterà sempre il volto dei genitori.
– Il compito dei genitori, aiutati dal pediatra nella conoscenza delle tappe evolutive é quello di stimolare lo sviluppo psicomotorio attraverso il gioco;
– Parlagli, sorridigli, imita la mimica ma soprattutto… gioca a “nascondino” con il tuo bambino.
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Come proteggerli dai pericoli e dalle infezioni
Tra il primo ed il terzo mese di vita, a differenza di quanto avviene nel periodo neonatale in cui è totalmente dipendente dai genitori, il bambino diventa sempre più attivo e reattivo. Aumentano quindi inevitabilmente i pericoli ed i rischi spesso connessi alla quotidianità e alla stanchezza. Fondamentale per i genitori è collaborare e dividersi i compiti per evitare di raggiungere il proprio limite psico-fisico.
– Evitare scuotimenti o movimenti bruschi quando occorre calmarlo o interromperne il pianto: sono molto pericolosi!
– Non lasciare mai il bambino incustodito sul fasciatoio, sul letto, su tavoli, sedie, piani rialzati rispetto al pavimento o vicino a finestre;
– Non fumare mai in casa, e allontanarsi dal bambino quando si bevono o si maneggiano sostanze ed oggetti caldi che possono causargli ustioni;
– Regolare la temperatura centrale dell’acqua calda sotto i 48° centigradi per evitare che si ustioni con l’acqua di casa;
– Controllare sempre la temperatura dell’acqua prima di immergerlo per fare il bagnetto: dovrà essere tra 36 e 38°C;
– Controllare sempre la temperatura del latte, specialmente se scaldato al microonde prima di offrirglielo;
– Controllare che nessun giocattolo presenti parti spigolose, potenzialmente pericolose, e verificare che non si possano staccare parti piccole che potrebbero essere ingerite o inalate;
– Evitare contatti con parenti o fratellini “infetti” potenzialmente contagiosi.
– Vaccinare il bambino è fondamentale ed è l’unico modo per evitare malattie infettive che possono rivelarsi molto pericolose.
Quando chiedere consiglio al pediatra
Il pediatra ha il compito gratificante di seguire il bambino e assistere i genitori, fornendo anche i suggerimenti necessari a facilitare la quotidianità. È molto importante che insegni ai genitori a riconoscere situazioni oggettivamente o potenzialmente pericolose.
Il lattante al di sotto dei tre mesi di vita, in caso di malattia può peggiorare molto rapidamente, pertanto se febbrile con temperature maggiori di 38°C dovrà sempre essere valutato dal pediatra. Anche la presenza di pianto inconsolabile, specialmente se associato a una minor reattività o irritabilità, merita l’attenzione del pediatra. Altre condizioni non acute, meritevoli di attenzione e che vanno sempre segnalate sono il calo dell’appetito, il sonno prolungato o l’arresto della crescita ponderale. A questa età, qualsiasi alterazione persistente dello stato di salute ha ripercussioni sul peso, pertanto qualora il genitore si accorgesse di un rallentamento della crescita ponderale dovrà rivolgersi al pediatra che, se necessario, indagherà le possibili cause. Tosse persistente, crisi d’apnea o di cianosi al volto, pur essendo nella maggior parte dei casi correlate ad un banale reflusso gastroesofageo, possono essere sintomi d’allarme e pertanto da segnalare sempre al pediatra. Da non confondere con i rigurgiti più o meno fisiologici che frequentemente presentano i lattanti sotto i tre mesi, sono gli episodi di vomito che, se a getto ed a breve distanza dalla poppata possono essere segno di una stenosi ipertrofica del piloro.
Il pediatra va sempre consultato se il piccolo:
– ha febbre maggiore di 38°C;
– rifiuta la poppata, è irritabile o presenta pianto inconsolabile;
– presenta un rallentamento o arresto della crescita ponderale;
– presenta tosse persistente, crisi di apnea o cianosi non correlate alla poppata;
– vomita a getto dopo i pasti.
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