Ho abbracciato il mio dolore
La Napro mi ha aiutato a entrare a contatto con il mio corpo, che in fondo era quello che mi faceva più male perché non funzionava. La Napro mi ha aiutata a processare il dolore, con il corpo, la mente e l’anima.
Quando si ha un problema corporeo, la prima reazione è evitarlo perché si pensa: “Perché devo prestare attenzione a quello che mi sta provocando un problema? Meglio guardare dall’altra parte”.
Abbracciare quel dolore nel luogo in cui fa più male è la via migliore che ci insegna. È in quella situazione critica che se si sta attente si può trarre il bene e il male. Come coppia abbiamo imparato moltissimo, anche nel dolore. Alla fine il bilancio è positivo.
L’aspetto umano che apporta la Napro alla coppia ci ha aiutate a passare per tutte le dimensioni della nostra persona. Non era una cosa solo mia, ma di entrambi, e questo ti unisce alla persona con cui hai scelto di condividere il resto della tua vita, con o senza figli”.
Ho iniziato a recitare il Rosario
“Avevo cominciato la Napro e il 27 ottobre ho conosciuto Immaculé Ilibagiza, una sopravvissuta al genocidio del Ruanda del 1994. Con grande fede mi ha parlato del Rosario dei 7 dolori della Vergine Maria. Mi ha detto di recitarlo tutti i giorni e che Maria mi avrebbe inviato un regalo.
Non mi era mai piaciuto recitare il Rosario, e non sapevo neanche come farlo. Sono andata su Internet per cercare come si recitava e mi sono seduta a pregare tutti i giorni con la convinzione che mi aveva trasmesso Immaculé. Non importava se arrivavo tardi o ero molto stanca. Lo recitavo comunque.
Esattamente un mese dopo, il 27 novembre, mi sono resa conto che ero incinta e il 27 luglio è nato mio figlio Federico.
Ero sposata da quattro anni, cercavo un bambino da tre ed ero incinta dopo aver recitato il Rosario per un mese dopo aver fatto una scelta naturale.
Contare su un’opzione medica che preserva l’umanità e non è invasiva, in cui ci si sente accompagnati dalla qualità umana dei professionisti, compiere un cammino di crescita attraversando il dolore con Maria e l’apporto della fede hanno rappresentato la combinazione della nostra esperienza come famiglia, per la quale oggi ci sentiamo profondamente grati”.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]