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Il segreto di un monaco del VI secolo per evitare le distrazioni

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padre Michael Rennier - pubblicato il 27/09/17
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Un consiglio indispensabile per dibattere sui temi politici di persona e su InternetNon vi sembra che a volte parliamo senza ascoltarci? Anche nelle conversazioni tra amici, a volte noto che sto semplicemente aspettando una pausa per poter tirare in ballo un nuovo argomento con il quale poter essere il nuovo centro dell’attenzione. In altre parole, non mi mostro tanto disposto a prestare attenzione a quello che dicono gli altri quanto a ciò che voglio dire io.

La cosa peggiora quando parliamo con persone estranee o quando si affronta un tema polemico. Parliamo gli uni agli altri, non gli uni con gli altri, e ci distraiamo con le nostre idee preconcette. Come possiamo distrarci di meno ed essere più attenti, interessarci di più ed essere più aperti alle opinioni e alle preoccupazioni altrui?

San Benedetto ha posto la stessa domanda. Dopo tutto, stava cercando di creare un ambiente pacifico e familiare per un gruppo di monaci rivoltosi che, pur essendo entrati in monastero, continuavano ad avere le loro difficoltà con la vita comunitaria. Nella sua “regola di vita” inizia infatti affrontando proprio questo tema.

La prima parola di tutta la Regola benedettina è questa: Ascolta.

Benedetto scrive: “Ascolta attentamente, o figlio, gli insegnamenti del maestro e porgi l’orecchio del tuo cuore”. All’inizio di ogni conversazione o azione, prima di agire o parlare, la cosa migliore è rimanere un momento in silenzio e ascoltare. Possiamo ascoltare altre persone, chiedere consiglio o ascoltare parole dure che anche se non ci piacciono sono importanti. O possiamo ascoltare Dio, dissipare le distrazioni e assicurarci di aver preso in considerazione tutte le opzioni.

Fondamentalmente, ascoltare presuppone il fatto di dedicare del tempo ad ascoltare in un certo modo, con un atteggiamento di ricezione e impegnandosi con tutto il proprio essere, come dice San Benedetto porgendo “l’orecchio del cuore”.

È un consiglio importante, perché siamo circondati da ostacoli, e quindi dobbiamo fare attenzione se vogliamo superarli. Mentre scrivo queste parole sto ascoltando della musica al computer, verificando messaggi aleatori al cellulare e gettando uno sguardo alla posta elettronica (ok, ho chiuso tutto!).

Anche quando parlo con un amico, la tentazione di mettere la mano in tasca, prendere il telefono e dare una rapida occhiata per vedere se è arrivato qualche messaggio è quasi irresistibile. La distrazione ci accompagna 24 ore al giorno, e anche quando riusciamo a concentrarci forse non ci piace ciò che ascoltiamo, come quando ci troviamo di fronte a prospettive conflittuali o quando ci si stringe il cuore perché bisogna fare la cosa giusta anche se non ce ne viene un vantaggio.

Per questo Benedetto parla di ascoltare con obbedienza, e nel contesto dei monaci in monastero segnala l’importanza che ha ascoltare il “Padre”. In altre parole, un primo passo importante è mettere da parte il proprio ego.

Mettere da parte l’ego e ascoltare una persona con tutto il nostro cuore implica la volontà non solo di concentrarsi su chi si è già guadagnato il nostro rispetto, ma anche di mantenere un atteggiamento generale di apertura. Per questo motivo, ogni volta che bisogna decidere qualcosa di importante Benedetto istruisce i suoi monaci: “L’abate convocherà tutta la comunità (…). E abbiamo detto intenzionalmente che siano tutti convocati a consiglio, perché molte volte il Signore rivela al più giovane ciò che è meglio”.

Non giudicate la fonte. Benedetto arriva anche a raccomandare di dare ascolto agli sconosciuti quando dice che se un visitatore “rivolge qualche critica o indicazione ragionevole con umile carità, l’abate mediti prudentemente se il Signore non lo avrà inviato proprio per quello”.

È un ottimo consiglio per un tipo come me, che ha davvero bisogno di ascoltare con più attenzione e di allontanarsi dalle distrazioni della vita per usare meglio il cuore nel discernimento del prossimo passo da compiere.

È un ottimo consiglio anche per la nostra società in generale, visto che partecipiamo sempre più al dibattito pubblico su questioni polemiche. Non sarebbe splendido se tutti smettessimo di parlare gli uni sugli altri e ci fermassimo davvero ad ascoltare? Chissà quali menti cambierebbero o quali consensi si raggiungerebbero, ma anche se non ci fossero risultati pratici immediati ci sarà sempre la consapevolezza di essersi ascoltati a vicenda davvero, forse per la prima volta.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]