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La cruna dell’ago di Papa Francesco

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Giovanna Abbiati - TED - pubblicato il 05/05/17

Il pontefice, il TED, la comunicazione e la misericordia

L’intervento di Papa Francesco alla TED Conference di Vancouver, trasmesso il 27 aprile 2017, ha forse sorpreso chi non è abituato al contesto multidimensionale dell’evento e ha rivelato due elementi fondamentali.

Un primo elemento è il dato numerico:

Crescono di giorno in giorno le visualizzazioni del video del Pontefice, (più di 1,5 milioni alla data del 2 maggio) il che fa comprendere come sia estremamente apprezzata una voce autorevole da un ambito tanto delicato come quello della religione, finora “tabù” nel contesto dei TED.

Il secondo elemento è la felice connessione tra un appuntamento noto «per ispirare e diffondere idee di valore» e una personalità che sta compiutamente ispirando le idee di molti nel mondo. Anche nel Vaticano si respira da anni una salutare ispirazione di rinnovamento, pastorale e teologico.

Dunque gli ammessi nel santuario esclusivo (e costoso) delle conferenze high tech di TED oggi possono ascoltare una voce in più, che è di una tale portata e profondità da lasciare un’eco notevole, che non esclude nessuno.

E’ facile sentirsi parte di TED perché le idee di valore parlano al mondo e, attraverso la piattaforma online, le idee dei più grandi pensatori, visionari e innovatori del secolo entrano in relazione con ogni persona, al di là delle culture, delle disposizioni psicologiche.

Anche i numerosi TEDx, eventi indipendenti e con lo stesso format, concessi con speciale licenza, contribuiscono alla diffusione delle idee e ad allargare quella comunità animata dalla stessa vitalità e fervore che è la TED community.

Papa Francesco non diffonde “nuove” idee (in fondo il Cristianesimo ne ha già diffuse per secoli, e l’impatto di queste sulle culture dell’Occidente sono innegabili); non proietta slide o grafici animati, non presenta statistiche, né parla dopo un lungo training di public speaking. Non è seduto dietro gli affreschi della Cappella Sistina, ma dietro una disadorna scrivania, e il suo discorso non segue le best practice TED per un talk di successo, neanche un po’.

Francesco si presenta come un immigrato italiano, arrivato in Argentina senza nulla, diventato Papa («chissà perché io e non un altro?») che non dimentica che i poveri, i sofferenti, gli uomini percossi, derubati e lasciati mezzi morti per strada dai briganti di oggi, nell’indifferenza delle persone importanti, proprio loro sono la vera via per il progresso.

Un messaggio che non corrisponde alla mentalità corrente, e non sta nell’orizzonte di chi pensa di governare il mondo. Il Papa attinge alle parabole del Vangelo, per illustrare il suo messaggio, e si fa erede di quel patto delle catacombe, stretto da alcuni cardinali pochi giorni prima della fine del Concilio Vaticano II nel 1965 che prefigurava una chiesa umile, che optava per i poveri.

Chi scrive ha creduto profondamente in questo messaggio di pace e giustizia, e per questo ha organizzato nel 2013 TEDxViadellaconciliazione, bussando alle porte del Vaticano e alla rocca del Pontificio Consiglio della Cultura, per offrire la piattaforma del TEDx e diffondere l‘innovazione di quel potente messaggio in un contesto ancorato a format forse ancora incapaci di comprendere il nuovo, che non ha recepito pienamente la sfida.

TEDxviadellaconciliazione è stato realizzato lo stesso e proprio in un teatro del Vaticano, grazie a un ristretto gruppo di visionari e al lavoro di un team proveniente da diverse università romane, in particolare l’Università Europea e l’Ateneo Regina Apostolorum, e la forza nuova delle idee ha preso la sua strada, e… alla fine ha portato Francesco a TED.

Qual è l’“idea worth spreading” di Francesco?

Di fronte alle mirabolanti idee che arrivano dal progresso scientifico di oggi, segni grandiosi dell’ingegno creativo dell’uomo, il Papa sembrerebbe aver “poco da offrire”, se non per ricordare che le grandi idee rischierebbero di essere frantumate o riservate a pochi eletti, senza percepire sullo sfondo l’umanità intera.

L’universo, il nostro pianeta, la popolazione, è in crescita e chissà verso dove andiamo. Lavoriamo, operiamo, scopriamo di continuo ma c’è un grido che squarcia il nostro tempo e la nostra storia. E’ l’umanità lacerata. Molte di queste lacerazioni le vediamo nei volti disperati di chi è in fuga o resta nella strada. Interi popoli gridano, uomini, donne, bambini, chi li ascolta?

Sappiamo dare loro una risposta?

Se scegliessimo la strada della solidarietà, chi sarebbe il nostro prossimo?

Forse è quel Samaritano della parabola evangelica, proveniente da un’etnia disprezzata, in fondo uno scarto anche lui, mosso da compassione e capace di tendere la mano e farsi carico fino in fondo di uno sconosciuto, costringendo quell’uomo ferito ad amarlo?

Il richiamo del Papa è tutt’altro che mite: forse, come direbbe il Vangelo, è più facile per un cammello passare per la cruna dell’ago, e offre una grande idea di civiltà: amare chi è disprezzato.

Rivoluzione sconvolgente perché riguarda quel pezzo di guerra che è dentro di noi, che rifiuta e disprezza, e non ascolta la polla d’amore che gorgoglia dentro il cuore di ognuno.

Rivoluzione sconvolgente se per infinitamente ricchi s’intendono coloro capaci di tenerezza e umiltà, gli antidoti più salutari all’ubriacatura del potere e forse anche del progresso.

Rivoluzione silenziosa, infine, che non urla, non si adorna, non si vanta, non cerca le luci del successo, perché è una luce piccola. Eppure anche una piccola luce nel buio può cantare vittoria perché anche se fosse sola farebbe sì che l’oscurità non sia più completa.

E’ questo, per Papa Francesco, il “futuro te” rivoluzionario offerto all’audience di TED.

Riusciranno i tecno-guru, giganti creature che incedono spedite nel futuro e nel presente, a passare la cruna dell’ago?

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