La celebrazione eucaristica ha riti e liturgie ben definite. Se non se ne conoscono i dettagli, si rischia di cadere in errori che portano a vivere la Messa con disagio e a distrarre il resto della comunità. Di seguito un breve elenco degli errori liturgici più diffusi (e che potreste compiere senza rendervene conto).
1 – Durante la consacrazione bisogna inginocchiarsi o restare in piedi?
I fedeli “s’inginocchino poi alla consacrazione, a meno che lo impediscano lo stato di salute, la ristrettezza del luogo, o il gran numero dei presenti, o altri ragionevoli motivi”, afferma l’Ordinamento Generale del Messale Romano (n. 43). La Chiesa consiglia di rimanere in ginocchio durante tutta la consacrazione e di alzarsi dopo la risposta “Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta”.
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2 – Il rito della pace
In merito al rito dello scambio della pace, Papa Benedetto ha dichiarato nell’Esortazione apostolica Sacramentum caritatis: “Durante il Sinodo dei Vescovi è stata ribadita l’opportunità di moderare questo gesto, che può assumere espressioni eccessive, suscitando qualche confusione nell’assemblea proprio prima della Comunione” (SC n. 49).
Una lettera del cardinal Cañizares spiega come compiere bene questo gesto liturgico, sostenendo che “è quindi del tutto legittimo affermare che non è necessario invitare ‘meccanicamente’ a darsi la pace, se si prevede che questo scambio non si verificherà nel modo adeguato”.
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3 – “…E liberaci dal male”. Amen!
Sappiamo bene che, di norma, la cosa corretta è terminare le preghiere pronunciando la parola “Amen”. Perché alla fine del Padre Nostro non si dovrebbe fare? La parola ebraica “Amen”, traducibile grossomodo con “così sia”, si pronuncia al termine delle preghiere; se il Padre Nostro è recitato alla fine della Messa, non si dice “Amen” semplicemente perché la preghiera non è ancora terminata.
Dopo che l’assemblea ha concluso dicendo “liberaci dal male”, anziché dire “Amen” il sacerdote sviluppa l’ultima richiesta del Padre Nostro (liberaci dal male) e continua dicendo: “Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l’aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo”.
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4 – “Per Cristo, con Cristo e in Cristo…”
Ci sono preghiere che sono proprie ed esclusive del sacerdote. Ad esempio “Per Cristo, con Cristo e in Cristo…”, la dossologia con cui il sacerdote chiude l’anafora (parte centrale della Messa). Solo il sacerdote può pronunciarla. Anche se il celebrante invita (dicendo “Tutti insieme!” o cose del genere), i fedeli dovranno rimanere in silenzio, immobili, e rispondere alla fine il solenne “Amen” (cfr. OGMR 151). I laici non devono neanche recitare la preghiera della pace (“Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli ‘Vi lascio la pace, vi do la mia pace’…”). Solo il sacerdote pronuncia questa preghiera.
Bisogna distinguere il ruolo del sacerdote e quello del laico a Messa: “Si deve evitare il rischio di oscurare la complementarietà tra l’azione dei chierici e quella dei laici, così da sottoporre il ruolo dei laici a una sorta, come si suol dire, di «clericalizzazione», mentre i ministri sacri assumono indebitamente compiti che sono propri della vita e dell’azione dei fedeli laici” (Redemptionis Sacramentum).
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5 – Digiuno eucaristico
La Chiesa richiede per norma un digiuno eucaristico di un’ora da cibo e bevande prima della Sacra Comunione, a eccezione di acqua e medicine (CDC 919).
Il digiuno include la gomma da masticare prima e durante la celebrazione. Questa norma non è opzionale, e violarla coscientemente è sacrilegio. Osservare questa norma è segno di massimo rispetto di chi identifica la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, ed è anche la preparazione e la disposizione corretta per ricevere il Signore.
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