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Il Papa ai politici francesi: non dimenticare i migranti

feed manager aleteia - pubblicato il 30/11/16

Il Papa ha esortato un gruppo di politici locali francesi della regione Rhone-Alpes, ricevuti brevemente questa mattina in Vaticano prima dell’udienza generale, ad «ascoltare con particolare attenzione tutte le persone in condizione di precarietà, senza dimenticare i migranti che sono fuggiti dai loro Paesi a causa della guerra, della miseria, della violenza». 

«Nell’attuale contesto internazionale, segnato da frustrazioni e paure, intensificate dagli attentati e dalla cieca violenza che hanno così profondamente straziato il vostro Paese, è tanto più importante cercare e sviluppare il senso del bene comune e dell’interesse generale», ha detto Francesco. «Così vorrei, insieme con i Vescovi di Francia, sottolineare la necessità in un mondo che cambia, (di) ritrovare il senso della politica».  

I Vescovi «hanno fatto questo documento adesso, e io mi ricordo di quello di vent’anni fa, “Réhabiliter la politique”, che fece tanto bene. E adesso quest’altro, che pure farà bene. Innegabilmente, la società francese è ricca di potenzialità, di diversità che sono chiamate a diventare opportunità, a condizione che i valori repubblicani di libertà, uguaglianza e fraternità non siano solamente sbandierati in maniera illusoria, ma siano approfonditi e compresi in relazione al loro vero fondamento, che è trascendente. È pienamente in gioco un vero dibattito su valori e orientamenti riconosciuti comuni a tutti. A tale dibattito i cristiani sono chiamati a partecipare con i credenti di ogni religione e tutti gli uomini di buona volontà, anche non credenti, in ordine a promuovere la crescita di un mondo migliore. In questo senso, la ricerca del bene comune che vi anima vi conduca ad ascoltare con particolare attenzione tutte le persone in condizione di precarietà, senza dimenticare i migranti che sono fuggiti dai loro Paesi a causa della guerra, della miseria, della violenza. Così, nell’esercizio delle vostre responsabilità, potrete contribuire all’edificazione di una società più giusta e più umana, di una società accogliente e fraterna. Affidando il vostro percorso a Cristo, sorgente della nostra speranza e del nostro impegno al servizio del bene comune, invoco su di voi, sulle vostre famiglie, sul vostro Paese, come pure sui Vescovi che vi accompagnano, la benedizione del Signore». 

Nel documento «In un mondo che cambia ritrovare il senso del politico», pubblicato recentemente in vista delle presidenziali dell’anno prossimo, la Conferenza episcopale d’Oltralpe difende i valori di solidarietà, fratellanza e del vivere insieme e si dice preoccupata per le fratture della società francese e «l’assenza di un progetto o visione a lungo termine».  

Migranti, islam, laicità: «Il contratto repubblicano che consentiva di vivere insieme sul territorio nazionale non sembra più funzionare». A Le Monde, che ha dedicato all’appello la prima pagina, il presidente dei vescovi, monsignor Georges Pontier, ha detto: «Provo un po’ di vergogna per il nostro Paese quando vedo che la piccola Giordania accoglie 1,5 milioni di rifugiati, altrettanti il Libano e la Grecia e l’Italia fanno ciò che possono da anni». 

Il Papa ha già fatto riferimento a questo documento, quando, in un incontro con i Gesuiti della congregazione generale riunita a Roma, lo scorso 24 ottobre, ha detto: «I vescovi francesi hanno appena reso nota una dichiarazione sulla politica che ne riprende o ne segue una di circa quindici o vent’anni fa, Réhabiliter la politique, che era molto importante. Quella dichiarazione – ha proseguito Jorge Mario Bergoglio nel suo scambio con i Gesuiti pubblicato nell’ultimo numero della Civiltà Cattolica – ha fatto epoca: ha dato forza alla politica, alla politica come lavoro artigianale per costruire l’unità dei popoli e l’unità di un popolo in tutte le diversità che ci sono all’interno. In generale, l’opinione che sento è che i politici sono caduti in basso. Mancano quei grandi politici che erano capaci di mettersi sul serio in gioco per i loro ideali e non temevano né il dialogo né la lotta, ma andavano avanti, con intelligenza e con il carisma proprio della politica. La politica è una delle forme più alte della carità. La grande politica. E su questo credo che le polarizzazioni non aiutino: invece ciò che aiuta, nella politica, è il dialogo». 

Il Papa ha ricevuto i politici francesi dopo un’udienza privata al regista statunitense Martin Scorsese, che ieri ha mostrato il suo ultimo film, «Silence», sui missionari gesuiti in Giappone nel 17esimo secolo, a un gruppo di gesuiti presso il Pontificio Istituto Orientale, e prima dell’udienza generale in aula «Paolo VI». Gli eletti nella Regione di Rhone–Alpes erano accompagnati dal cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, e dai vescovi della provincia della stessa città, nel quadro di un pellegrinaggio a Roma nel segno del Giubileo della misericordia appena concluso.  

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