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Trump, i vescovi Usa: “Lavoreremo con lui per il bene del popolo”

Vatican Insider - pubblicato il 11/11/16

«A elezione conclusa, siamo ansiosi di dare il benvenuto al nostro nuovo presidente e a tutte le nuove cariche elette, perché siamo anche ansiosi di lavorare a stretto contatto con il presidente Trump e con le due Camere del Congresso, nella ricerca di una reale promozione del bene di tutti. La nostra speranza è di poterlo fare – in quanto conferenza episcopale – come abbiamo fatto negli ultimi cento anni». È quanto afferma a Radio Vaticana monsignor Joseph E. Kurtz, arcivescovo di Louisville, presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, a proposito dell’elezione di Donald Trump e del ruolo dei cattolici in questa nuova fase della vita politica americana. 

«Prima di tutto, per noi cattolici, per le persone di buona volontà, per le persone credenti – spiega -, un’elezione è un fatto molto, molto importante perché essa supporta un paese, una nazione nella ricerca, all’interno di se stessa, del bene comune: del bene della persona umana, quel bene che rispetti la dignità di ogni persona».  

«L’anno scorso, quando papa Francesco è venuto negli Stati Uniti, sia al Congresso, alla Casa bianca, e poi a Philadelphia, nell’Incontro mondiale delle Famiglie, ha ribadito l’importanza dell’impegno e del coinvolgimento nel processo politico», aggiunge Kurtz. 

«Quindi – sottolinea il Presidente dei vescovi Usa -, mentre non appoggiamo candidati specifici, noi ricerchiamo il bene comune e diamo forza al nostro insegnamento sociale cattolico e ai principi che indicano la strada verso il bene comune». 

In particolare, poi, guardando ai cattolici americani, «direi che ogni nuova elezione offre in realtà la possibilità di un nuovo inizio». «Alcuni si chiederanno – osserva Kurtz -: come sarà possibile che il nostro Paese possa tornare a riconciliarsi in un’unità che ci consenta di lavorare insieme e adempiere così alla promessa di quella che potremmo chiamare “un’unita” più perfetta». «La speranza di Cristo motiva le persone credenti a unirsi alle persone di buona volontà e ad altre persone credenti, di altre fedi, per riuscire a trarre vantaggio – se così vogliamo dire – di questo “nuovo inizio” e vederlo come una nuova opportunità; un tempo in cui vogliamo cercare di uscire dalla spirale della violenza per entrare in un’epoca di civiltà nei nostri dibattiti pubblici», conclude. 

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